L’Italia si presenta sempre più come un paese indebitato e che produce poco e sembra che la risalita della china sia solo iniziata. Il Prodotto Interno Lordo italiano è diminuito dell’1,9% nel 2013, mentre il debito pubblico è salito. Per questo il rapporto fra debito e Pil, secondo l’Istat, è schizzato di 5 punti percentuali, raggiungendo il 132,6%, riportando di fatto l’Italia indietro di 13 anni. Questa, infatti, è la percentuale più alta dal 1990. L’Istituto di Statistica rincara inoltre la dose facendo sapere che questi sono i dati più alti dall’inizio delle serie storiche confrontabili. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è invece del 3% ed è di circa 47 miliardi di euro, lo stesso dell’anno precedente.
In una situazione che appare negativa ci sono però dei segnali positivi sulla pressione fiscale, che appare diminuita dello 0,2%, anche se i consumi non ne hanno beneficiato visto che addirittura le spese per gli alimentari sono scese del 3,1% e quelle per il vestiario di oltre il 5%. Le famiglie quindi tagliano ormai anche sui beni essenziali che fino a pochi anni fa non erano stati intaccati dalla crisi. Per quanto riguarda invece le entrate e le uscite, il saldo primario dell’amministrazione centrale è risultato positivo di circa 37 miliardi di euro, ma contando che solo gli interessi sui buoni del tesoro superano i 50 miliardi, non c’è molto da stare allegri, anche a fronte di un debito di 14 miliardi maturato dagli enti locali.