Si è scritto e detto molto, in questi giorni, sulla manifestazione del Coordinamento 9 dicembre a piazza del Popolo a Roma. C’è chi ha parlato esclusivamente di flop (circa 3-4mila in piazza), c’è chi ha posto l’accento sulla “scissione” avvenuta tra i portavoce dei forconi e chi ha insistito sulla presenza dei movimenti di destra in una piazza (un “allarme” poi rientrato data la natura pacifica del presidio). Davanti a questo la nostra cronista ha appuntato le voci di questa piazza, fatto che ci sembra utile proporre proprio a distanza di qualche giorno per dare voce – senza filtro – a un malcontento generalizzato che (come dimostrano i sondaggi) è condiviso dalla stragrande maggioranza degli italiani. (red)
Tutte le congetture, tutti i discorsi da salotto televisivo di cui le piazze sono a digiuno, non valgono quello che gli occhi osservano: a piazza del Popolo c’erano gli italiani. Studenti, lavoratori, madri, casalinghe, padri divorziati, madri divorziate, imprenditori, disoccupati, operai.
“Siamo qui a rappresentare gli invisibili”. Come Laura, romana di nascita e spoletina d’adozione, vedova, con 3 figli a carico, lavoratrice stagionale, che in piazza ci è andata per protestare in nome suo, dei suoi figli, e di tutte quelle persone che non hanno avuto modo di farsi ascoltare. E anche a nome di chi ci ha provato, a parlare, ma non è stato ascoltato. “Quest’anno – dice Laura – si sono uccise 4mila persone, padri e madri di famiglia. Ci hanno detto che siamo fascisti, ci hanno detto che siamo di estrema sinistra: non è vero niente. Siamo qui per i nostri diritti e per la nostra Costituzione, per mandare a casa chi ci ha distrutti. Lo ha detto anche Bloom (eurodeputato, ndr): ‘Quando la gente capirà i vostri inganni, vi impiccheranno, e avranno ragione’”.
“Chiediamo una nuova legge elettorale”. C’era anche Stefano Fuccelli a piazza del Popolo, esponente romano del Partito Animalista Europeo. “Vogliono far passare questa protesta come una protesta organizzata da movimenti politici estremisti o da certe categorie – dichiara Fuccelli – ma così non è. Questa è una protesta nata spontaneamente, qui ci sono i cittadini italiani, studenti, disoccupati, artigiani, imprenditori, tutti esasperati da questa classe politica e da questo sistema politico. Chiedono che se ne vadano tutti a casa. Però bisogna tornare con una nuova legge elettorale, perché la politica è importante, e bisogna che chi siede in Parlamento sia realmente rappresentativo degli elettori. Abbiamo bisogno di una nuova classe politica che punti tutto sull’etica”.
“Riprendiamoci la sovranità monetaria”. Il coordinatore per la regione Molise del ‘Comitato 9 Dicembre’, invece, parla di economia: “Oggi la parte più sana dell’Italia si è riunita in questa piazza per manifestare per chiedere che lo Stato italiano si riappropri della potestà di emettere moneta. Perché chiunque stampi moneta e non sia Stato, allora è un falsario. Se ad uno Stato non è data la possibilità di emettere moneta al suo interno, allora non è sovrano. L’Italia torni ad essere sovrana”.
In piazza anche D’Artagnan. La presenza più folkloristica, era senza dubbio quella di D’Artagnan, mandato a Roma dalla sua ‘macchina del tempo’. “Mi aveva mandato il mio Re di Francia – dice D’Artagnan – per aiutare questo Paese che è nei guai. Ma oggi sembra che sia iniziato qualcosa di clamoroso e di pazzesco: senza televisioni, senza giornali, senza partiti, senza sindacati, il popolo italiano ha iniziato a unirsi. È qualcosa di diverso, sembra che per la prima volta il popolo italiano abbia capito che non bisogna rimanere divisi”.