Milanisti contro in Brasile. Nelson Dida è il nuovo eroe di Porto Alegre mentre Pato si conferma il nemico pubblico numero uno in casa Corinthians.
Nei quarti di finale della Coppa brasiliana (che vale un posto in Libertadores) la lotteria dei rigori – dopo l’ennesima saga dell’insostenibile e immobile zero a zero – se l’aggiudica il Gremio che deve ringraziare il suo portierone 40enne capace di superarsi parando ben tre calci di rigore. Roba da far tornare in mente il mitico (San) Francesco Toldo di Italia-Olanda ai tempi di Euro 2000.
Lo scontro, decisivo, all’ultimo tiro per i bianconeri di San Paolo. Sul dischetto si presenta Alexandre Pato. Talento, classe, ha tutto. Ma non ha testa, i tifosi se ne sono accorti da tempo che il Papero non pensa ad altro che alla sua fidanzata ed ai suoi soldi. Ed hanno imparato a disprezzarlo, apertamente. Lui vuole rifarsi, sbattendo in faccia agli innamorati paulisti tutte le sue doti pallonare. E decide di voler battere quel vecchio arnese di Nelson Dida con la mortificazione più grave da patire, per un portiere: il cucchiaio. La mente ritorna, ancora, a quell’Italia-Olanda di tredici anni fa: allora Francesco Totti insegnò al mondo come trasferire, dalla Playstation alla realtà, il mezzo pallonetto dal dischetto. Van der Sar se lo ricorda ancora: fu il primo portiere al mondo a essere beffardamente battuto così.
Pato prende la rincorsa, deciso a riscattare il suo onore perduto. Di fronte, però, c’è Nelson Dida. Il Papero calcia ma Dida, ispirato dal dio del calcio, lo aspetta. Il tiro è debole e nemmeno si impenna, il portiere lo intuisce e blocca il pallone lezioso a terra. Il cucchiaio, Dida, lo ricaccia in bocca al borioso eterno ragazzino paulista. Gremio avanti, Dida sugli scudi. Corinthians sprofonda, Pato affonda.
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