Un uomo libero. Così si definisce Yanis Varufakis nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. E in questa condizione di grazia offre una serie di riflessioni che scompaginano i benpensanti.
Per l’economista greco, consolato dall’amicizia dei veri sodali, il partito della sinistra ellenica è una esperienza chiusa: “Il partito Syriza che ho servito non esiste più. Si è smembrato per la nostra capitolazione. Non volendo unirmi a ciò che è emerso dalla frattura, ho guardato là dove anche il problema greco può trovare una soluzione”. Dal referendum al nuovo Memorandum, c’è stata la capriola di Tsipras e così i sogni di sinistra radicale di governo, che hanno fatto innamorare le brigate Kalimera degli italiani Fassina, Vendola e Civati, sono ormai svaniti…
Unione totalitaria europea?
Poi v’è il profilo totalitario dell’Unione Europea che svela Varoufakis: “I greci sono stati bombardati di immagini di banche chiuse e dall’idea che non avrebbero mai più riaperto. Terrorismo è usare la paura per un fine politico. E i greci ne sono stati soggetti“.
Impossibile uscire dalla spirale debito-deflazione
Infine la contestazione radicale dello status quo, dopo la postilla sul cattivo gusto delle imprese tedesche che hanno comprato asset ellenici a rezzi di svendita durante la crisi: “Nessun paese alle prese con una grande recessione può riformarsi fino a che il debito non viene ristrutturato, la spirale debito-deflazione alimenta la crisi“.
Cosa si aspetta a comprendere che il modello europeo, come prospettato finora, non funziona e alimenta solo una reazione legittima e crescente di euroscetticismo?