Il Campionato di Formula 1 2022 comincia dal Gran Premio del Bahrein, edizione numero 18.
La pista, in località Manama (alla periferia di Sakhir) è quella degli ultimi test: per l’occasione, la Pirelli porta le C3 (Soft), C2 (Medium), C1 (Hard), il compound più duro della gamma.
Con le modifiche al regolamento sportivo, dal 2022 decade l’obbligo per i primi dieci in griglia di cominciare il Gran Premio con gli stessi pneumatici con i quali avevano ottenuto il miglior tempo nella Q2, estendendo dunque a tutti i partecipanti la libertà di scegliere con quale mescola effettuare il primo stint (fermo restando che, in caso di gara dichiarata asciutta, si debbano utilizzare almeno due tipologie di pneumatici).
Per Sebastian Vettel però, il fine settimana termina ancora prima di indossare il casco e i guanti: al giovedì viene infatti resa nota la sua positività al Covid.
Il suo posto viene preso da Nico Hulkenberg, terzo pilota dell’Aston Martin, che mancava dal Gran Premio dell’Eifel 2020 (in cui aveva sostituito Lance Stroll).
Le prove libere
Fin dal venerdì, con una Mercedes in netta difficoltà, il grande motivo d’interesse sembra essere il confronto tra la Red Bull e la Ferrari: salvo la parentesi delle FP1, nelle quali è Gasly a mettersi davanti a tutti con la sua AlphaTauri, in 1’34”193 (sulle Soft), a Verstappen vanno le FP2 (1’31”936) e le FP3 (1’32”544), con Leclerc secondo in tutte e tre le sessioni di libere.
Le qualifiche
Il sabato pomeriggio viene inaugurato dal primato di Leclerc nella Q1 (1’31”471), con Verstappen davanti a tutti nella Q2 (1’30”757); nella manche finale, il proscenio è ancora una volta tutto di Charles Leclerc: decisivo è l’ultimo tentativo, in 1’30”558, che gli regala la decima partenza al palo della carriera.
Alle spalle della Ferrari numero 16, Verstappen (1’30”681), Sainz (a soli sei millesimi dall’olandese, col rammarico di non aver migliorato il miglior tempo provvisorio del primo run) e Perez, mentre gli straordinari Bottas (alla prima in Alfa Romeo Sauber) e Magnussen (tornato in Haas) sono, rispettivamente, sesto e settimo.
Tra i grandi delusi di giornata, oltre alla Mercedes (Hamilton 5°; Russell solamente 9°), la McLaren (Norris 13°; Ricciardo 18°) e l’Aston Martin (Hulkenberg 17°; Stroll 19°).
La gara
Tutti i partecipanti, ad eccezione delle McLaren che optano per le medie, scelgono di partire con le morbide.
Allo spegnimento dei semafori Leclerc, Verstappen e Sainz mantengono le posizioni, mentre Perez ne perde due (a discapito di Hamilton e Magnussen) e Bottas sprofonda in quattordicesima posizione; il messicano approfitta di un errore del danese al giro 3 per salire quinto, così come fa Russell che induce Magnussen al lungo nella prima curva e passa sesto (giro 5).
Le lotte non mancano nemmeno a centro gruppo, con ripetuti scambi tra i piloti.
Al giro 10 Perez sfrutta la migliore accelerazione in uscita dalla terza curva, prende la scia di Hamilton e nell’allungo lo passa, recuperando la quarta piazza; l’inglese sceglie di fermarsi al termine della tornata successiva, passando alle Hard e riprendendo la pista dodicesimo, dietro Zhou, puntualmente scavalcato.
Verstappen e Sainz cambiano alla fine del 14, scegliendo entrambi di nuovo le Soft; Leclerc esegue la stessa mossa un giro dopo (ancora morbide), mentre Perez si ferma nello stesso giro del ferrarista ma va sulla media.
Ripresa la carreggiata, il monegasco conserva la testa su Verstappen per poco meno di quattro decimi (fermandosi appena una tornata prima, l’olandese aveva recuperato tre secondi): il duello si infiamma al giro 17, quando l’olandese sfrutta tutta la scia e si butta all’interno ma Leclerc gli risponde e all’esterno della curva 4 si riprende quanto appena perduto; Verstappen non ci sta e compie la stessa identica manovra alla tornata successiva ma il ferrarista sfrutta ancora la migliore trazione in uscita dalle prime curve per passare all’interno ancora della 4.
Il Campione del Mondo tenta ancora sul rettilineo al giro 19 ma arriva al bloccaggio, Leclerc anticipa la frenata, apre prima gas, ne incrocia la traiettoria e ripassa primo alla solita 4; il 16 a questo punto si allontana e ricostruisce un vantaggio, portandolo ai 3”.5 del giro 29.
Chi invece appare in difficoltà sembra Hamilton (lamentatosi con la squadra per la scelta della dura al secondo stint), il quale si era dovuto rifermare già alla fine del 27, montando delle medie, come per altro farà Verstappen alla fine del 30; chiaramente Leclerc gli risponde subito e passa alle medie al termine del 31, rimettendosi l’olandese alle spalle senza grandi problemi.
Nel novero dei primi, altre soste arrivano alla fine del 33, per Sainz, Perez (Soft) e Russell; per Verstappen e Perez, alla fine del 43, c’è una terza sosta, una opzione scelta anche da Sainz e Hamilton (44): tutti vanno per le Soft.
A rimescolare le carte però, ci pensa (è il giro 45) il motore in fiamme di Gasly, in quel momento ottavo: lasciata la vettura in una posizione pericolosa, inizialmente si decide per una neutralizzazione virtuale, presto tramutatasi nella Safety Car vera e propria, mandata in pista alla tornata 46, tornata al termine della quale anche Leclerc ne approfitta per riparare ai box e montare la mescola più morbida.
I colpi di scena però non finiscono qui: già lamentatosi durante la neutralizzazione per un problema allo sterzo, Verstappen sembra in difficoltà.
Si ricomincia alla tornata numero 51, con Leclerc che guadagna subito un buon vantaggio e Sainz che prova a farsi vedere negli specchietti di Verstappen che però non si scompone.
In testa, il ferrarista gestisce bene la ripartenza e frappone subito due secondi tra sé e l’avversario della Red Bull che perde terreno e (giro 54) si lascia infilare alla curva 11 da Sainz, che si prende il secondo posto; alla fine del medesimo passaggio, l’olandese rientra ai box e abbandona.
Non va meglio al suo compagno di squadra Perez che, dopo aver comunicato una perdita di potenza, e impegnato a tenere a bada Hamilton per la terza piazza, arrivato alla prima curva dell’ultimo giro (il 57) si gira e si pianta lì, ritirandosi: per le Red Bull, si è parlato in entrambi i casi di presunti problemi alla pompa della benzina.
Ciò che però più conta è la bandiera a scacchi che saluta la vittoria di Leclerc, il quale fa addirittura doppietta col compagno Carlos Sainz: una domenica meravigliosa per il Cavallino, che chiude un lungo digiuno che durava da Singapore 2019 (quello personale di Leclerc era invece cominciato nella precedente gara monzese, sempre del 2019); per il monegasco, oltre alla pole position, c’è pure la soddisfazione del giro più veloce, al cinquantunesimo, con annesso punto bonus, in 1’34”570.
Sul podio, con loro, Hamilton, mai in corsa ma che eredita la terza piazza dalle sventure dei suoi diretti avversari; punti iridati per Russell, per gli straordinari Magnussen (Haas) e Bottas (Alfa Romeo Sauber; il finlandese, archiviate una partenza complessa e una prima fase di Gran Premio deludente, ha finalizzato una ottima rimonta), poi Ocon, Tsunoda, Alonso e il commosso Zhou: il primo cinese della storia della Formula 1, primo cinese in assoluto a prenderne punti, si è fatto notare per una condotta di gara particolarmente oculata, condita da tanti bei sorpassi con avversari maggiormente esperti.
Alla Ferrari in splendida forma che conferma al massimo le grandi aspettative della vigilia e dei test, fa da contraltare la sconfortante domenica della Red Bull, tornata a casa con zero punti; male anche la Mercedes, lontanissima dalla vetta e che non ha fatto altro che approfittare delle rotture altrui.
Tra gli altri, note di merito per la Haas e l’Alfa Romeo Sauber, a riprova di quanto il motore Ferrari sia effettivamente valido.
Le principali delusioni comunque, come al sabato, restano ancora Aston Martin e McLaren: a riprova di questo, basta solamente riportare le posizioni dei rispettivi alfieri, con Stroll 12°, Ricciardo 14°, Norris 15° e Hulkenberg 17°, non certo il modo migliore per iniziare.
Il Circus torna in pista il fine settimana venturo, a Jeddah, per il Gran Premio dell’Arabia Saudita.