Complici le restrizioni, l’aumento della disoccupazione, il calo degli stipendi e il conseguente calo dei consumi, la povertà assoluta in Italia riprende a galoppare, nonostante le misure strutturali di contrasto ormai attive da più di un anno per contrastare la crisi.
L’Istat ha fornito una fotografia del 2020 allarmante che è purtroppo destinata a peggiorare dato che quest’anno verranno meno i sostegni e ci sarà lo sblocco dei licenziamenti.
Gli adulti senza un’occupazione sono 456 mila in più rispetto al 2019. Il numero di disoccupati nella Penisola si attesta a 4 milioni di persone circa. Inoltre, secondo le stime del Centro Studi Unimpresa, a queste se ne aggiungono altre 6,3 milioni in situazioni precarie.
La crescita della disoccupazione è stata accompagnata da un calo degli stipendi: il peso della crisi economica sulla busta paga dei lavoratori è stato più forte in Italia che negli altri Paesi europei. l’Italia ha perso nel 2020 oltre 39,2 miliardi di salari e stipendi con un calo del 7,47% sul 2019.
Conseguentemente sono calati i consumi ed è aumentata la povertà assoluta.
La spesa per consumi delle famiglie è tornata ai livelli del 2000 (2.328 euro; -9,1% rispetto al 2019). Le variazioni sono molto differenziate tra i singoli capitoli di spesa, coerentemente con il tipo di restrizioni imposte per contrastare la pandemia, e per il diverso grado di comprimibilità̀ delle spese stesse. Sono rimaste stabili solo le spese alimentari e quelle per l’abitazione, mentre sono diminuite drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi (-19,4%) con un particolare riferimento ai Servizi ricettivi e di ristorazione (-39,0%). Parliamo del calo più̀ accentuato dal 1997.
La povertà è cresciuta in modo sensibile, stabilendo il record rispetto ai dati raccolti dall’Istat dal 2005: l’Istat, nel diffondere ieri queste statistiche, ha fatto presente che “dopo il miglioramento del 2019, nell’anno della pandemia la povertà assoluta è aumentata raggiungendo il livello più elevato dal 2005.
Oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta (il 7,7% del totale contro il 6,4% del 2019) e 5,6 milioni (il 9,4% contro 7,7% del 2019) le persone in povertà assoluta.
La maggior parte di coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta risiede nel Mezzogiorno: ben il 56,1% del totale.
Particolarmente preoccupante che a essere colpite siano le famiglie più giovani con figli, i quali inevitabilmente subiscono di riflesso una privazione. Non a caso l’Istat parla di oltre un milione di minori in povertà assoluta. Siamo di fronte a una situazione molto grave: non si può continuare a parlare dei giovani e del loro futuro, quando sono loro quelli che hanno subito l’impatto maggiore della crisi.
Il livello record della povertà assoluta è stato raggiunto nonostante i sostegni che sono stati erogati e questo rende chiaro che i sostegni non sono stati adeguati: occorre ridisegnare lo Stato sociale e rinforzarlo sul livello pubblico, il privato non può sostituirlo completamente.
Tutto questo non può che aggravare l’emergenza denatalità che sta attraversando il nostro Paese.
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