“L’Italia non gioca a Risiko”, un saggio di Giampiero Cannella sull’evoluzione dello strumento militare italiano in relazione alle sfide che il Paese deve affrontare in politica estera. Il volume (edito da Giubilei Regnani, 159 pagine, 14 euro) esplora con dovizia di informazioni, un tema poco considerato dalla saggistica nazionale. La prefazione di Guido Crosetto, già ex sottosegretario alla Difesa, introduce in uno scritto nel quale l’autore spiega e argomenta come le Forze armate abbiano attraversato le fasi più complesse della storia recente conquistando la fiducia degli Italiani e la stima degli alleati.
Oggi i nostri militari sono impegnati in decine di missioni fuori area e rappresentano una risorsa fondamentale in caso di emergenze nazionali. Nonostante ciò, bilanci sempre più esigui e decisioni estemporanee in politica estera impediscono all’Italia di recitare nel Mediterraneo il ruolo che le compete. Dal 1945 ad oggi, l’evoluzione, gli impegni internazionali, le caratteristiche e le criticità di un settore strategico penalizzato dalla mancanza di una chiara visione geopolitica da parte della classe dirigente del Paese.
Lo spirito de “L’Italia non gioca a Risiko” è intuibile già dal distico che apre il volume e dedicato ad una celebre frase di Lucio Anneo Seneca: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”.
Invece di presidiare il Mediterraneo ben armati noi disperdiamo le nostre forze in risibili operazioni cosiddette di Pace, in realtà stolto servaggio verso gli USA.