Le elezioni amministrative sono state ufficialmente spostate all’autunno ma i tempi si fanno sempre più stringenti. Pasqua è alle porte e il centrodestra napoletano “spinge” affinché il magistrato Catello Maresca sciolga le riserve e accetti di presentarsi agli elettori alla guida della coalizione. Lo scenario generale – al termine del doppio mandato di Luigi de Magistris (che intanto si presenterà candidato governatore in Calabria) – è quello in cui tutto può succedere. La destra “rischia” di poter vincere a Napoli, una città amministrata dalla sinistra fin dagli anni ’80.
A chiedere a Maresca di “fare presto” è stato l’ex deputato Amedeo Laboccetta. Volto storico della destra partenopea, Laboccetta da tempo si sbraccia per chiedere alla coalizione di farsi trovare pronta all’appuntamento con il voto e con l’elettorato. Adesso, mentre il magistrato prende ancora tempo, gli ha rivolto – dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno – un accorato appello affinché sciolga al più presto le riserve. Inoltre ha chiesto a Maresca di fare il candidato del centrodestra, sollecitandolo, nemmeno in maniera troppo nascosta, ad abbandonare i veti che avrebbe presentato sull’opportunità di presentare sulle schede i simboli dei partiti del centrodestra.
Laboccetta ha scritto:
“Negli anni ‘80, con orgoglio, sedevo nella Sala dei Baroni, sede del Consiglio Comunale con Valenzi, Chiaromonte, Geremicca, Almirante, Pannella, Di Donato, Galasso, De Lorenzo, Picardi, Scotti, Lezzi, D’Amato. Solo per citarne alcuni. Ovviamente non sono mancate altre presenze significative e di rilievo, che tuttavia non hanno lasciato un segno del loro passaggio. E non mi riferisco certo ai sindaci ed, ovviamente, da questa aspra critica non escludo le forze di opposizione alle quali appartengo da sempre. La gestione di una città complessa non passa solo per le capacità del primo cittadino”.
E dunque ha chiamato in causa direttamente Maresca:
“Ed allora mi rivolgo a chi ancora temporeggia e rinvia la scelta di settimane in settimane, come se si trattasse di un rinvio tecnico di un’udienza di tribunale, e gli dico con lealtà di smetterla, e di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Senza più nascondersi. Non sarà mai percepito dall’opinione pubblica come il candidato del centrosinistra. La coalizione di centrodestra, se ne faccia una ragione, a mio giudizio, non può e non deve ammainare le proprie bandiere. Dietro ogni vessillo, vi sono identità, appartenenze, storie di battaglie e sacrifici. E tanta ma tanta passione. Piuttosto si impegni a cercare tra la politica e la società civile le donne e gli uomini che possano dare un contributo misurabile e fattivo”.
Quindi ha continuato:
“Avrei preferito, e l’ho già detto proprio dalle colonne di questo libero giornale, ma desidero ripeterlo, sostenere personalità come Lina Lucci, o Alessandro Sansoni. Non ne faccio certo un dramma, non mi straccio i capelli che non ho. Sono pragmatico e guardo al futuro. Ma non rinuncio a dire ciò che penso. Forse in questi lunghi anni la stanchezza ha preso il sopravvento, ed il progressivo aumento delle astensioni sono la cifra della distanza tra la società civile e la politica. A Maresca dico con forza e con chiarezza: «ora o mai più»”.