Il magistrato Catello Maresca prende tempo e “toglie” i simboli alla coalizione del centrodestra, Matteo Salvini lo appoggia e si dice disposto a rinunciare al “marchio” pur di sostenerne la corsa a sindaco di Napoli.
La questione è ancora lontana dalla definizione: il recentissimo spostamento all’autunno delle amministrative ha diluito i tempi e le coalizioni non possono bruciarsi così presto e, dunque, potranno respirare per organizzarsi verso il voto. Lo scenario in casa centrodestra non cambia tantissimo ma lo slittamento consentirà – almeno in teoria – di limare le questioni interne più spinose. Su tutte, le fratture interne a Forza Italia, alle prese coi nuovi equilibri maturati (anche) dalla nomina a ministro del Sud di Mara Carfagna.
Salvini, a proposito di Maresca, ha dichiarato:
“Il magistrato Catello Maresca può essere il candidato ideale a sindaco di Napoli. Nell’interesse di Napoli la Lega è disponibile a fare della candidatura un laboratorio politico”.
Nel frattempo, Maresca ha preso (ancora) tempo prima di sciogliere la riserva. E se l’Atene del centrodestra aspetta, la Sparta del centrosinistra attende. L’unico che è partito è stato Antonio Bassolino. Questa volta ha lanciato la sua candidatura su una piattaforma civica che “rischia” di calamitare consensi trasversali sulla sua persona, non soltanto dall’area del centrosinistra. Che, intanto, vive una contraddizione ai limiti del sostenibile. L’opzione Roberto Fico postulerebbe un accordo tra Pd e M5s, ipotesi impraticabile per il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca e la sua “componente”. Dall’altro campo, l’esperienza arancione di Luigi de Magistris – che intanto “pensa” alle Regionali in Calabria dove si candiderà a presidente – dovrebbe presentare agli elettori la candidatura dell’assessore Alessandra Clemente ma il peso specifico del rassemblement non sarebbe tale da indurre Pd e M5s a sostenerla in una coalizione unitaria.