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Colin Wilson (1931-2013) torna nelle librerie italiane con un romanzo che è la seconda parte di una trilogia edita da Carbonio editore, casa editrice che si segnala da qualche anno per l’interessante produzione libraria.
Il primo volume della trilogia, detta “Trilogia di Gerard Sorme”, si intitola Riti notturni (pagg. 448, euro 18,00) e illustra la vita di Gerard Sorme, aspirante scrittore che vive con una piccola rendita in una camera ammobiliata a Soho. Per una serie di circostanze si mette sulle tracce di un serial killer che richiama, per le sue gesta e per lo sviluppo della trama, un altro criminale, Jack lo Squartatore, figura più volte rappresentata nella letteratura e nella cinematografia, la cui identità non è stata mai svelata. Terrorizzò la Londra vittoriana uccidendo e squartando, nel quartiere popolare e popoloso di Whitechapel, cinque giovani prostitute.
Wilson, da eccellente poligrafo dagli svariati e approfonditi interessi, fa analizzare a Sorme il profilo psicologico del criminale che si aggira nella Londra della Swinging London e descrive i percorsi mentali del giovane scrittore. Emerge un intreccio fra crimine pianificato e ragionamenti deduttivi che ha lo scopo di definire i percorsi mentali del criminale.
Wilson ha scritto vari libri su serial killer e sulla filosofia dell’assassino quindi utilizza questa esperienza per arricchire la trama di un romanzo più che avvincente.
L’Uomo senza ombra
Il secondo volume della trilogia, da poco uscito, L’uomo senza ombra (Carbonio editore, pagg. 299, euro 16,50) si può leggere e gustare autonomamente rispetto al primo libro essendo un altro capitolo della vita dello scrittore Gerard Sorme, focalizzato stavolta sul sesso: una sorta di “diario” come recita il sottotitolo. Per Sorme il sesso è un elemento ispiratore per le sue storie, per poter ampliare la coscienza, un po’ come nella Londra anni Sessanta si affermava per l’utilizzo di sostanze stupefacenti, e quindi si impegna ad avere una vita intensa sotto questo aspetto e in un diario trascrive le sue esperienze, gli incontri, le ragazze che frequenta e i pensieri su di loro. Getrude, Caroline, Madeleine, Carlotte, Mary, le donne e i volti, le parole e i corpi si susseguono fin quando non conosce e conquista Diana, donna sposata con un musicista strambo e abbastanza più anziano di lei. Gerard si innamora profondamente.
Nello sviluppo di questa storia, entra in ballo un personaggio inquietante, Caradoc Cunningham, uomo perso, amico di Aleister Crowley (1875-1947), mago e occultista della prima metà del Novecento, autore di scritti sulla magia, il cui motto era: “Fai ciò che vuoi”. Cunningham porta avanti una continua lotta con se stesso e contro gli altri, per prevalere nella sua ricerca magica, esoterica, con l’aspirazione di costringere la volontà di coloro che lo circondano ai propri fini spesso con un garbo e un disinteresse che lo fanno sembrare – a Gerard soprattutto – amichevole. Fra i due i rapporti oscillano, tra sentimenti alterni. Cunningham è un uomo esperto di magia nera e ha un forte carisma così finisce per coinvolgere Gerard, Diana e Carlotta nelle sue operazioni di magia sessuale e magia nera organizzate per neutralizzare i poteri di entità che avrebbero dovuto colpirlo a morte.
Tra sesso e magia
Wilson in Riti notturni si richiama al crimine e alla ricerca della definizione mentale di un gioco psicologico che poteva ossessionare il serial killer. Invece, al centro della narrazione di L’uomo senza ombra in realtà non c’è solo il sesso come solitamente la critica e lo stesso autore vogliono far credere. C’è, senz’altro, ma con maggiore preponderanza la magia. Infatti, nella parte iniziale Wilson afferma: “Di una cosa sono certo: l’energia sessuale è quanto di più vicino alla magia – al soprannaturale – che gli esseri umani abbiano mai sperimentato. Merita uno studio continuo e attento. Nessuno studio è così redditizio per il filosofo. Nell’energia sessuale può osservare lo scopo dell’universo in azione”. Questa frase, che nella realtà moderna e nella Swinging London degli anni Sessanta fu considerata l’esaltazione dei sensi e della bramosia sessuale come appagamento del desiderio, in realtà fa riferimento a un tema centrale della magia: l’uso della più grande forza esistente – il sesso – per accedere alle forze dell’Universo e piegare alla propria volontà le forze della natura (più volte citate dallo scrittore inglese). Un insegnamento che è presente in tutte le dottrine esoteriche di qualsiasi parte del mondo (Cfr. Evola, Metafisica del sesso, Ed. Mediterranee; Weininger, Sesso e carattere, Ed. Mediterranee, ecc.). Ma il mondo moderno interpreta il sesso solo in una dimensione consumistica e fonte di piacere fisico e basta.
Non è casuale che nei suoi libri Wilson non manchi di citare maestri dell’esoterismo, maghi e menziona sempre la natura come luogo “naturale” per la vita dell’uomo. Lo fa con lo spirito di chi cerca una via per l’affermazione spirituale, quasi religiosa, secondo un orientamento pagano, pur apprezzando le religioni, qualunque religione. Il romanzo L’uomo senza ombra è davvero godibile, scritto su più piani di comprensione. Wilson sottolineò, in seguito, che si trattava di esperienze sessuali ma anche di ricerche che hanno lo scopo di facilitare un viaggio nella propria coscienza, una ricerca nella propria esistenza che si traducono in una migliore padronanza della scrittura, sempre esercitata nel suo “diario sessuale”, dal quale attinge poi a piene mani per ricostruire trame e narrazioni. Sembra che Wilson sbatta in faccia al lettore il senso dell’orrore, della magia, dell’abiezione, della ricerca che si traduce in uno sperimentalismo magico e spirituale.
Un giovane arrabbiato
Libro smagliante, L’uomo senza ombra offre, tutt’oggi, a distanza di anni dalla stesura, un senso di negazione della società borghese e dei suoi valori, di negazione del “politicamente corretto” dell’alta borghesia britannica ma soprattutto di buona parte della contestazione degli intellettuali inglesi di fine anni Cinquanta e inizi anni Sessanta del secolo scorso, i cosiddetti “Young angry men”, i “Giovani arrabbiati”. Nelle polemiche giornalistiche e nella presentazione di questa “corrente letteraria” non venivano mai fatti seri distinguo. Si presentava un elenco di nomi e si diceva che erano tutti accomunati nel rifiuto dello status quo, ma senza specificare le differenze fra gli scrittori, che erano differenze importanti.
Due libri presentarono, più di sessant’anni fa, la corrente dei “Giovani arrabbiati” senza però chiarire queste differenze, accennate solo in maniera generica. Il primo, Manifesto degli arrabbiati (Cino del Duca ed., Milano 1959), era un’antologia degli scrittori inglesi giovani e arrabbiati (Osborne, Lessing, Anderson Wain, Hopkins, Tynan, Holroyd, Wilson). Il pur bravo traduttore e curatore Francesco Saba Sardi nella prefazione accenna alle differenze fra i vari componenti che vanno “dai socialisti dichiarati, come Lessing e Anderson, agli irrazionalisti come Wilson e Holroyd” e conclude che tutti invitano all’”impegno culturale e umano”. Detto così si capisce che sono, pur nelle differenze fra loro, nemici dell’establishment. E la “differenza” fra socialisti e irrazionalisti non spiega granché. Qualcosa di più è spiegato nell’introduzione non firmata ma quasi sicuramente dei curatori Gene Feldman e Max Gartemberg, al libro Narratori della generazione alienata (Guanda ed. Parma 1961). Un libro che tratta degli autori della Beat generation Usa e di quelli dei “Giovani arrabbiati” britannici. Qualcosa in più qui si comprende ma non tutto. E’ tutto chiaro, cristallino, leggendo i testi antologici dei due libri.
Wilson attaccava il mondo moderno, la società democratica e dei consumi a favore di una visione spirituale, a favore di una società legata ai valori dell’eroismo contro una società fatta di “numeri ed etichette”. Rivaluta l’uomo eroico e quindi ‘L’Escluso’, colui il quale vive nella società moderna ma non ne fa parte, anzi prende le distanze. Mentre il tipo umano borghese è ‘L’Incluso’. L’Escluso aspira a “un divino ideale”. “Ecco la lezione degli Esclusi – dice Wilson -, una lezione di deliberata solitudine e di reazione ai valori delle masse, una rivolta contro il desiderio di sicurezza preteso dalle plebi”. Una visione spirituale, antidemocratica, che si esprime così: “Io ritengo che la nostra civiltà sia in declino, e che di tale declino la presenza degli ‘Esclusi’ sia un sintomo. Costoro sono uomini che reagiscono al materialismo scientifico: uomini i quali un tempo avrebbero avuto la Chiesa come punto cardinale. Ritengo – afferma Wilson – che qualora una civiltà cominci a esprimere da sé degli ‘Esclusi’, essa abbia raccolto una sfida; una sfida a produrre un tipo d’uomo più degno, a darsi una nuova unità d’intenti, a meno che non voglia rassegnarsi a cadere nel baratro al pari di tante altre civiltà che hanno preferito ignorare la sfida. ‘L’Escluso’ è il singolo, l’individuo il quale si azzarda a raccogliere per suo conto la sfida stessa”.
L’Occidente, Spengler e l’anti-Sartre
Wilson consiglia: “Il lettore che desidera maggiori chiarimenti potrà rifarsi leggendo, se non l’ha già fatto, il Tramonto dell’Occidente di Spengler o agli scritti di Arnold Toynbee”. E ancora, per mettere a fuoco una reazione alla società dei consumi: “La civiltà è come ‘L’Escluso’ deve avere una religione, se vuole sopravvivere. Ne abbiamo avuto abbastanza di ‘umanesimo’ e di ‘progresso’ scientifico, per non sapere ormai quel che valgono”. Il richiamo alla religione è, in senso più lato, un richiamo allo spirito, alla disciplina interiore. Colin Wilson, un uomo contro il mondo moderno, quindi, che si avvicinò all’esistenzialismo dopo letture di Kierkegaard ma il suo esistenzialismo era molto lontano da quello ”sociale” alla Sartre. Anzi, sul pensatore francese Wilson pubblicò un pamphlet intitolato Anti-Sartre.
Questo sentire contro il sistema Wilson lo traspone anche nei suoi romanzi che quindi, sebbene ambientati nella Swinging London, non sono espressione di quel clima ma sono espressione della negazione di quel clima. Piuttosto che esaltare la droga e la libertà sessuale, come avveniva in quegli anni, esalta la visione spirituale, esalta l’uso del sesso per fini metafisici (attraverso la magia), cita autori e operazioni non proprio in linea con la modernità. Grande merito all’editore Carbonio per l’impegno nel rilanciare romanzi così validi e autori come Colin Wilson. Testi che con il passare del tempo non mostrano il segno dell’usura e restano smaglianti nei colpi di scena con una chiarezza e violenza che spezzano e annullano il politicamente corretto dei romanzi alla moda.