Per capire, ricercare e riaffermare una visione legata alla Tradizione è necessario richiamarsi alle radici, agli autori che hanno incarnato quella visione del mondo, studiare testi che hanno una valenza educativa, oltre che esplicativa, sul tema. Libri che illustrino i valori e gli esempi del sentire tradizionale, delle tradizioni proprie di due grandi civiltà per visioni convergenti, come quella greca e quella romana. Adesso su questi argomenti sono usciti due testi di qualità, utili per scoprire e capire la Tradizione e l’eredità spirituale europea, sulla quale si è basata la storia, il pensiero e lo sviluppo, nei secoli, dell’Europa. Si tratta di Spirito della Civiltà romana, di Pietro De Francisci (edito da L’Arco e la Corte, Bari) e Exempla di Mario Polia (edito dalle edizioni del Cinabro, Roma).
Il volume di De Francisci è importante per la completezza della visione della Civiltà romana, la profondità di lettura degli avvenimenti e la capacità interpretativa delle istituzioni e della visione spirituale dei Romani. Popolo pratico ma mai materialista, come sottolinea De Francisci che, da storico e giurista, non tralascia la filologia. L’approccio metodologico dell’autore alla storia romana parte dalla differenza fra Civiltà e Cultura, con evidente richiamo a Oswald Spengler. La Civiltà è quindi interpretata come “espressione concreta e complessa di tutte le energie dello spirito”.
Pietro de Francisci fu un pregevole giurista e storico. Aderì al Fascismo e ricoprì cariche di primo piano nel Regime fascista. Scelte che gli costarono in seguito l’epurazione dall’Università. Il libro fu pubblicato nel 1939 e ripubblicato nel 1952 (all’indomani della reintegrazione dell’autore nell’insegnamento) e spiega come Roma abbia trasceso la storia come semplice categoria del sapere o semplice svolgersi dei fatti. Anzi, per dirla con Evola, che al libro dedicò un’interessante recensione (ora in La Tradizione di Roma, Edizioni di Ar, Padova 1977) i Romani avevano una concezione metafisica della storia intesa come compimento di una visione superiore. De Francisci analizza il diritto, la politica, la storia, la religione intese come parti di un tutto. Nella visione romana c’è l’esistenza di forze divine e trascendenti che agiscono dietro quelle umane e storiche. I capi politici di Roma entravano in contatto con le forze divine.
L’autore illustra i principii di riferimento di quella che è stata – insieme alla cultura greca – la Cultura e le radici vere dell’Europa e indica il significato di Roma e della sua Tradizione, anche se per l’autore il Cristianesimo assorbì alcuni principii dalla Romanità, come sostiene Evola, “i più deleteri e decadenti”.
Rilevante è l’analisi della caduta dell’Impero romano, tuttora dibattuta dagli storici. De Francisci illustra le motivazioni sottolineando soprattutto gli errori politici e la decadenza dei costumi che contribuirono largamente a dissolvere Roma. Le cause del crollo, come dimostra l’autore, furono il calo demografico, il numero crescente di giovani che non si sposava più, la diffusione dell’omosessualità. Ancora: l’abbandono delle città, per timore degli eserciti barbarici che premevano ai confini; la diffusione di malattie infettive per carenza di igiene, la crisi economica e produttiva agricola, il crollo dei traffici commerciali, l’inflazione che alterava prezzi e valore delle merci. Inoltre, giocò il suo ruolo la perdita di coesione sociale: Roma non fu più un blocco monolitico a causa dell’immigrazione, dell’accettazione del cosmopolitismo, della distribuzione diseguale della ricchezza con lusso eccessivo per pochissimi e povertà per la gran parte del proletariato urbano e contadino. Inoltre, la degenerazione della burocrazia si tradusse in corruzione diffusa e in un enorme aumento delle tasse per i ceti più svantaggiati. Da ultimo, il governo centrale era condizionato dall’esercito che spesso rispondeva solo ai propri capi ed era formato in grandissima maggioranza da militari immigrati non legati a Roma. Gli esiti di una storia che durò oltre 1.200 anni sono chiaramente spiegati. Ed emergono bene i valori dello spirito della civiltà romana. Un libro indispensabile per comprendere tante cose della Tradizione romana ma anche per comprenderne altre dei nostri tempi.
Altro libro eccellente per comprendere i valori greci e di Roma, è Exempla, di Mario Polia, archeologo, etnografo e studioso di storia delle religioni. E’ una sorta di guida all’eredità spirituale europea attraverso le radici culturali, l’anima europea e l’identità che nel corso dei secoli si è sviluppata e spesso radicata. E’ un’interessante antologia tratta da testimonianze dell’antichità, trattate con cura filologica e attenzione nelle traduzioni. Gli autori di queste testimonianze sono, fra gli altri, Omero e Virgilio, e rappresentano i valori cantati dai vati e incarnati dagli eroi. Una serie di valori che mostrano la bellezza, la forza interiore, la chiarezza della propria identità, della propria visione del mondo e del proprio posto nella comunità. Un vero manuale utile per comprendere anche perché è necessario contrastare la globalizzazione e il materialismo postmoderno nel quale ci troviamo a vivere. Infatti, è sorprendente notare, come fa Polia, quanto attuali siano gli insegnamenti e i valori in questo periodo di decadenza. Questo breviario esistenziale ed educativo rappresenta un farmaco per l’animo, una bussola per orientarsi nel caos della modernità. L’insegnamento che emerge è nel perimetro di una possibile azione: conoscere e comprendere il mos maiorum, i valori degli avi, tradurli in qualcosa di spiritualmente operativo dal punto di vista interiore per applicarli alle azioni di ogni giorno e tramandarli alle prossime generazioni. E’ dinamite per lo spirito, serve a mettere a fuoco la propria personalità, a conoscere e a educare se stessi secondo un ideale eterno testimoniato per secoli. Risuonano chiaramente i valori dell’Aretè greca e della Virtus romana. Sono riportati brani commentati dell’Iliade, dell’Odissea, delle Esortazioni di Tirteo e dalle Storie di Erodoto. La seconda parte del libro, sugli “Esempi” romani, riguarda brani dal quarto libro dell’Eneide mentre la seconda parte intitolata “Testimoni del Mos Maiorum” descrive le gesta di personaggi di primo e secondo piano del mondo eroico romano. Si tratta di uomini che hanno rappresentato i valori della Virtù romana, uomini, donne, combattenti che hanno affermato con l’azione e il comportamento i valori civici, religiosi, etici, spirituali romani, nel rispetto della Tradizione e dei doveri verso la res publica. Figure entrate nella storia che, avendo offerto il proprio contributo nell’affermazione della Romanità e della gloria della propria stirpe hanno visto riconosciuto il titolo di maiores, cioè avi e nello stesso tempo “maggiori”, come spiega Polia il quale sottolinea anche un aspetto non secondario. Quale? Per talune di queste figure non sono attestate prove circa la loro esistenza ma questo, è spiegato, sarebbe un aspetto secondario. Rappresentano comunque uno stile di vita, nella loro verosimiglianza, che ricalca i valori e afferma un modo di essere, di interpretare il mondo. La loro realtà, verità, è culturale più che storica, è vera più che verificata. Da Numa Pompilio a Lucrezia, da Muzio Scevola a Attilio Regolo, da Gaio Furio Cresimo a Tito Manlio Torquato, da Cornelia a Pilato, ad altri emerge un affresco dell’anima romana impregnata dei valori della Virtus. Un libro interessante che offre la possibilità, attraverso una bibliografia orientativa, anche di approfondire delle piste di ricerca.
*Piero De Francisci, Spirito della civiltà romana, Edizioni L’Arco e la Corte, Bari, pagg. 279, euro 18,00 (ordini: ordini@arcoelacorte.it)
*Mario Polia, Exempla, Edizioni Il Cinabro, Roma, pagg. 235, euro 20,00 (ordini: www.cinabroedizioni.it)
L’omosessualità era diffusa a Roma anche ai tempi di Cesare… Le idealizzazioni degli imperi son sempre un po’ fuorvianti, temo…
Contava la forza militare, soprattutto, non la virtù civile. La plebe dell’urbe lavorava poco anche ai tempi della massima espansione… Basta rileggersi Svetonio e non solo…