La Lega serra le fila e si dichiara pronta a far la guerra a ogni ipotesi di chiusura per le feste di natale a partire dal prossimo fine settimana. Un lungo meeting tra il leader leghista Matteo Salvini e i governatori in quota Carroccio ha definito la linea comune delle Regioni a guida Lega. Che non sono poche dal momento che la dichiarazione (di guerra?) al governo è stata sottoscritta da sei presidenti tra cui quelli della Lombardia e del Veneto. A sottoscrivere la nota con Salvini, infatti ci sono Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Luca Coletto (assessore alla Sanità in Umbria per conto di Donatella Tesei), Nino Spirlì, Luca Zaia.
Ecco il testo della dichiarazione congiunta:
“Gli italiani si stanno dimostrando rispettosi delle regole, la salute viene prima di tutto ma servono responsabilità e buonsenso perché il diritto alla salute va accompagnato al diritto al lavoro. È impensabile immaginare in queste ore una chiusura a partire dal prossimo weekend, senza programmazione e senza la certezza di un piano definito per i rimborsi e una programmazione seria. In questo quadro, un’eventuale zona rossa su tutto il territorio nazionale smentirebbe le chiusure differenziate tra Regioni fortemente volute dal governo. Attendiamo che l’esecutivo si esprima ufficialmente e al più presto”.
Ma non basta:
“Le restrizioni possono essere sostenute solo in presenza di immediati rimborsi per le attività danneggiate come avviene in tutta Europa e in particolare in Germania. Esprimiamo, inoltre, la volontà (sull’esempio europeo) di non dividere, isolare e dividere famiglie e italiani, che in 8 casi su 10 vivono in piccoli Comuni, almeno il giorno di Natale. A proposito di scuole, infine, la riapertura del 7 gennaio sarà impossibile senza investimenti mirati su traporto pubblico ed edifici. Il governatore Massimiliano Fedriga ha il mandato per trattare con il governo, in modo da evitare provvedimenti improvvisi, punitivi e non organizzati che rischiano di danneggiare famiglie e imprese già fortemente colpite dalla crisi”.
Insomma, niente chiusure, famiglie riunite nelle feste e attenzione verso la riapertura delle scuole per non danneggiare i cittadini già duramente messi alla prova dalla pandemia Covid.
Eppure c’è altro. Da un primo incontro tra la Lega e il ministro Roberto Speranza sarebbe emersa la volontà dei governatori leghisti di opporsi all’eventuale chiusura dal prossimo fine settimane e, quindi, a quella ipotizzata per la vigilia di Natale chiedendo formalmente all’esecutivo una deroga per consentire alle famiglie di potersi riunire e festeggiare la Natività, sul modello di quanto è stato già deciso in Europa da altri Paesi.
Peccato che solo ieri Zaia,Fedriga e altri governatori della Lega ieri si fossero accodati a Speranza,Boccia e soci nel voler rinchiudere in casa gli Italiani.
Bisogna dirlo, l’unico governatore coerente dall’inizio alla fine nel difendere i cittadini dai soprusi di questa dittatura sanitaria, è stato Giovanni Toti. Toti che oltretutto – anzichè occhieggiare a negazionisti e no-mask di varia natura – ha lavorato seriamente (anche con discreto successo) per contenere il rischio sanitario pur cercando di intaccare il meno possibile le libertà civili ed economiche.
Bravo Toti, meno bravi gli altri. Inclusa la Meloni che sul tema tracheggia (forse troppi dipendenti pubblici appassionati di smart working tra i suoi elettori?).
Di base mi sarebbe piaciuto vedere un centrodestra unito nel dire “no” alla carcerazione dei cittadini: cosi’ non è stato, peccato, davvero un’ occasione persa.