Ho letto dalle colonne di Magnete un “accorato appello” da parte di alcuni dirigenti territoriali di Gioventù Nazionale per cambiare l’attuale simbolo del movimento con quello della fiaccola tricolore del Fronte della Gioventù. Una proposta che ritengo fuori luogo e, francamente, anche fuori dal tempo.
La Destra conosce e rispetta il valore dei simboli, ma da sempre si misura sulla forza delle idee e delle azioni concrete.
E nel mezzo di una pandemia globale, in un momento in cui il nostro Paese sta affrontando una crisi economica senza precedenti, con uno dei peggiori governi di sempre, siamo sicuri che sia necessario un dibattito sul simbolo del movimento giovanile? Capisco che la proposta in un primo momento possa suscitare una reazione emotiva in chi ha, giustamente, il mito del Fronte e dei suoi simboli. Ma l’aspirazione di Gioventù Nazionale, così come quella di FdI, è sempre stata quella di riunire tutti i “rivoli” della Destra giovanile, e l’orgoglio per il nostro passato è già ben chiaro nel nostro simbolo, con il braccio che richiama quello del Fronte che regge la fiaccola; mentre il drappo tricolore è l’elemento di novità che simboleggia il vero passaggio di testimone.
Almirante amava ripetere: non rinnegare, non restaurare. La grandezza del Fronte è stata proprio quella di essere avanguardia politica e culturale, di aver creato un immaginario nuovo, di aver trovato riferimenti diversi, che certo avevano le radici nei valori dei loro padri, ma che erano perfettamente calati nel contesto che stavano vivendo.
Il Fronte ha utilizzato la propria eredità politica non per mantenerla e custodirla come in un polveroso museo, bensì come base per un vivido e pulsante slancio verso il domani.
Non utilizzando i simboli o i linguaggi di cui erano figli, ma creandone di nuovi.
Ecco, questo adesso è il nostro compito: prendere il testimone da chi ci ha preceduto e aggiungere la nostra parte di storia, il nostro mattone, interpretare lo spirito del tempo e calarvi nel miglior modo possibile i valori eterni che muovono tutti noi. Perché incastrarsi in un dibattito stantio da vecchia sezione? Questo è il momento di lavorare con ancora più convinzione alla decifrazione del presente e alle proposte per il mondo che verrà, e che dopo questa pandemia sarà ancora più diverso e imprevedibile.
Gioventù Nazionale le sue campagne su temi di attualità le sta facendo, e mi sembra anche con buoni risultati: se qualcuno ritiene che non stiamo facendo abbastanza, che si può fare di più, che si può fare meglio, è giusto discuterne. Ma a chi interessa veramente un dibattito sul logo? All’infuori di noi appassionati, è un tema che può muovere coscienze ed entusiasmi?
Dobbiamo avere rispetto di noi stessi e del ruolo che abbiamo nella storia della Destra giovanile. Cerchiamo di leggere la realtà che ci circonda e interpretarla a nostro modo, per offrire ai tanti ragazzi che oggi si sentono smarriti in questo mondo senza identità e radici una visione differente, cerchiamo di fargli capire che un’alternativa esiste.
Così potremo dare significato al nostro simbolo e al nostro lavoro, quello di una generazione che si ribella a tutto ciò che di sbagliato sta accadendo.
Non perdiamoci in discorsi sterili e che dividono, invece di unirci. Preoccupiamoci di scrivere la nostra parte nella storia della Destra italiana, con la forza delle nostre battaglie e delle nostre convinzioni. Per essere d’esempio per le generazioni di militanti future, così come chi reggeva la fiaccola lo è stato per noi.
Giustissimo.
Caro Arrigo dici:”ragazzi che oggi si sentono smarriti in questo mondo senza identità e radici”. Ebbene le nostre radici giovanili sono state-nel bene e nel male – quelle create dal M.S.I. ovvero l’A:S.A.N. Giovane Italia ,per gli studenti, e il F.U.A.N. per gli universitari. Quindi per 17 anni la fiaccola era il simbolo ufficiale della Giovane Italia,successivamente ereditato dal Fronte della Gioventù (tra l’altro nel primo dopoguerra così si chiamava l’organizzazione giovanile del PCI,poi divenuta FGCI). Ora non é una polemica riprendere la fiaccola come simbolo della organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia ma una coerente decisione di non rinunciare alla nostra storica identità così come ha fatto Fratelli d’Italia che dalla sua fondazione ha ripristinato nel suo simbolo ufficiale la Fiamma del M.S.I. Tutto ciò da un vecchio camerata che non ha mai dimenticato.
Precisa la testimonianza di Zolia che, in larga parte coincide con la mia, da aderente Giovane Italia, ex segretario provinciale del Fdg e militante Fuan degli anni 70. Non si tratta di nostalgia della nostalgia, anzitutto perché nostalgia, etimologicamente, riguarda il vissuto mentre in questo caso si tratta di continuità, coerenza, rispetto delle radici ed orgoglio che questi simboli reggano dal 1946 per la Fiamma, dal 1950 per il Fuan e dal 1954 per la Fiaccola.
Bravissimo!