“Gli antichi greci sapevano che Anànke – la ‘Necessità’, il destino ineluttabile – è una dea non solo cieca ma anche crudele. Nel ‘Prometeo Incatenato’, Eschilo affida al suo eroe tragico questa potente affermazione: ‘la Tecnica è di gran lunga più debole della Necessità’. In realtà – come ci hanno insegnato Jünger e Spengler – attraverso gli strumenti tecnici, gli uomini possono emanciparsi dalla necessità, inaugurando la storia, o, per dirla ancora con Eschilo, ‘il tempo che invecchia’”. Questo è uno dei passaggi più evocativi di “Geopandemia”.
Il filo rosso nei saggi di Santangelo
Con “Manager/Politico – Politico/Manager” (FrancoAngeli) aveva anticipato la “svolta” tecnocratica del governo Monti, con “GeRussia” (Castelvecchi) “intuito” le inedite traiettorie strategiche tra Germania e Russia esemplificate nella pervicace difesa della grande opera energetico/infrastrutturale NordStream 1/2; con “Babel” (Castelvecchi) ha individuato e descritto i sintomi della crisi del mondo globale, evocando quei “salti di paradigma” tecnologici che accelerano il “paretiano” ricambio delle élite: in questi giorni, Salvatore Santangelo, torna in libreria con un nuovo volume – “Geopandemia” appunto – appeno uscito per i tipi di Castelvecchi nella collana Esc.
Siamo di fronte a una riflessione che parte dalla convinzione che gli effetti della pandemia da Covid-19 – in quanto globali, sistemici e pervasivi – rappresentano il Cigno nero in grado di mettere all’angolo quella che Ulrich Beck definisce la “società del rischio”.
A ciò si unisce la percezione che all’emergenza sanitaria, nei prossimi mesi, si aggiungerà una recessione globale e una nuova definizione dei rapporti di forza a livello mondiale. La sfida geopandemica farà sì che nell’era della post-globalizzazione la conflittualità non si manifesterà solo nella vecchia dimensione spaziale/istituzionale, ma anche attraverso una verticalizzazione delle contrapposizioni all’interno di ogni singola realtà statuale.
Come ha affermato il noto commentatore Martin Wolfe: “Il Covid-19 è un profondo shock. Segue l’enorme sconvolgimento della crisi finanziaria globale di appena 12 anni fa. Sicuramente avrà grandi conseguenze a lungo termine per le imprese, l’economia, la politica interna e le relazioni internazionali. Molto cambierà. Possiamo indovinare alcune di esse. Molto rimane incerto”.
Quattro nuove direzioni
“Geopandemia” – pur nella sua sinteticità – delinea ben 4 traiettorie da seguire per intuire i contorni del mondo che verrà: 1) per affrontare le nuove sfide si dovrà attingere alla saggezza degli antichi, nel cui orizzonte esistenziale era sempre presente la dimensione “tragica” della storia; 2) la fiducia tra cittadini e istituzioni (e la capacità stessa di generare fiducia) sarà un asset strategico; 3) si assisterà a un rinnovato protagonismo dello Stato in campo economico e a una crescita delle sue articolazione e degli apparati burocratici; 4) la competizione tra le potenze si misura e si misurerà sempre più sulla qualità del capitale umano, in questo senso la sfida è sulle biotecnologie, sui calcolatori quantistici, sull’intelligenza artificiale e sulla capacità di collezionare e analizzare dosi sempre più massicce di dati.
Come ha scritto Andrea Fontana (sociologo della comunicazione e padre dello Storytelling aziendale italiano), ci troviamo di fronte a “Un libro intenso e provocatorio. Da leggere e ponderare. Ogni pagina potrebbe gemmarne altre dieci”.
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