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Primo Siena, 93 anni di impegno intellettuale e politico patriottico

Lo scrittore, cresciuto nel Msi dopo esser stato volontario durante la Rsi, da 30 anni vive in Cile

by Giovanni Facchini
26 Novembre 2020
in Cultura
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Primo Siena

Non è una cifra tonda ma si tratta comunque di un traguardo importante per uno degli ultimi rappresentanti della generazione “che non si è arresa”. Nato nella bassa modenese il 20 novembre 1927, un giovanissimo Primo Siena non ancora sedicenne nell’autunno del 1943 si arruolò volontario nelle costituende forze armate della Repubblica Sociale Italiana. Inquadrato nel Battaglione Bersaglieri “Mussolini”, posto a difesa di Gorizia e della Venezia Giulia dagli attacchi dei partigiani comunisti di Tito, subì mesi di durissima prigionia nell’estate del 1945 nel famigerato campo di concentramento di Borovnica (oggi in Slovenia), prima di poter rientrare in Italia.

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Stabilitosi a Verona, giovane reduce disorientato nella nuova Italia “democratica”, il vecchio Primo mi raccontò di come sentisse allora l’esigenza lacerante di dare una giustificazione anche culturale, una spiegazione razionale a quella che era stata per forza di cose, data l’età, una scelta di campo istintiva ed epidermica. Già all’epoca la grancassa mediatica dei vincitori aveva demonizzato a priori la scelta di campo dei tanti giovani che avevano aderito alla RSI per un sentimento autentico di amore per la Patria. Ma tutti quei ragazzi non potevano avere sofferto ed essere morti invano. Per questo, quasi subito, il noto impegno politico di Primo Siena nelle fila del neonato Movimento Sociale Italiano – MSI si intrecciò fin da subito con una fortissima azione metapolitica e culturale corroborata da una ricerca personale costante e coraggiosa. Primo Siena fu infatti tra i “Figli del sole”, la corrente di avanguardia giovanile interna all’MSI che riscoprì gli insegnamenti del filosofo “eretico” Julius Evola, per poi maturare una adesione al pensiero cattolico tradizionale, testimoniato nell’opera Le alienazioni del secolo (Premio Angelicus 1957). Promosse e diresse importanti riviste della destra giovanile degli anni ’50 come Cantiere e soprattutto Carattere, fu animatore di numerose iniziative culturali dell’allora MSI e direttore della “scuola di partito”. In tal senso è ricordato perfino da Antonio Pennacchi nel suo romanzo autobiografico e autoironico Il fasciocomunista 

“A questa scuola di partito c’era “il fior fiore di tutta Italia”. C’era anche un drappello dei Volontari, coi genovesi. Eravamo alloggiati in un albergo, sempre su via Quattro Fontane ma dall’altra parte, verso via degli Avignonesi. Le lezioni si tenevano a Largo Chigi: economia, storia, politica, tecniche di propaganda, dottrina dello Stato. Il direttore del corso era un filosofo, Primo Siena, e c’era tutta una serie di testi…” (Oscar Mondadori, ristampa 2010, p. 185).

Un volume su Primo de Rivera con introduzione di Primo Siena

Primo Siena si laureò infatti in pedagogia, costruendosi una importante carriera professionale come dirigente scolastico e poi presso il ministero della Pubblica Istruzione: aveva quindi ben chiaro come l’azione politica autenticamente efficace non potesse prescindere da una adeguata preparazione ideale e culturale. Una lezione quantomai attuale, se pensiamo alla cultura concepita come “optional” dagli odierni movimenti sedicenti “politici”. Anche per quanto riguarda il mondo della scuola (argomento di nuovo molto attuale), Siena fu tra i primi a mettere in guardia la cultura Nazionale circa le pericolose quanto perniciose infiltrazioni marxiste e sessantottine, difendendo la concezione pedagogica gentiliana (I feticci dell’educazione contemporanea, 1979; Scuola del malessere, 1983). Contro la tendenza di coloro che ritengono l’educazione una “scienza”, Primo Siena definisce l’educazione come un’ arte che feconda l’umanesimo spirituale per cogliere nell’essere umano le primizie dell’anima, secondo una regola di divina saggezza per la quale l’homo sapiens é sempre la coscienza illuminante dell’homo faber. La scuola dunque deve assumere il valore dell’educazione come una attivitá formativa atta a promuovere nella persona – intesa non solo quale dato biopsichico, ma soprattutto come valore – quella crescita spirituale che si costituisce come un rapporto alla trascendenza verso l’Essere cui non si possono porre limiti.       

     Al realismo organico in pedagogia corrisponde un personalismo aristocratico in filosofia sociale: concezione dell’ uomo concreto, cioé della persona integrale che nella propria vicenda esistenziale attesta una visione della vita e della societá fondata  su principi naturali solidi e nutrita di valori forti: spirituali, morali, intellettuali ed estetici.

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Nei libri e nei numerosi scritti di Primo Siena – sparsi in pubblicazioni italiane ed iberoamericane – affiorano influenze di autori cattolici come Domenico Giuliotti e Giovanni Papini (Siena  é stato annoverato tra i “Papiniani di destra” assieme a Franco Cardini); ma é soprattutto nella rivisitazione delle implicazioni filosofiche, pedagogiche e politiche della cultura moderna che la sua “visione del mondo” si rivela tributaria verso scrittori con i quali egli ha intrattenuto per anni solide relazioni intellettuali: Marino Gentile, Guido Manacorda, Vintila Horia, Attilio Mordini, Silvano Panunzio. Da quest’ultimo, in particolare, Siena ha desunto la prospettiva trascendente della metapolitica che riassume in sé: la metafisica quale filosofia dei principi primi, la politica quale arte dei mezzi reali, l’escatologia quale dottrina dei fini ultimi.  

É dunque con l’occhio vigile al sovrasenso metapolitico degli eventi che,  mediante la cultura metarazionale del mito, Primo Siena prospetta nei suoi scritti un progetto di civiltá che permetta all’umanitá postmoderna d’incamminarsi sulla via dell’ impegno civico personale  e dell’armonia sociale, cioé sulla dantesca dritta via che – nel segno della continuitá e della tradizione – conduce al modello sapiente della Civitas, restaurata nella triplicitá delle sue vocazioni essenziali riassunte nella vocazione civile  espressa nell’arte fabbrile dei produttori, nella vocazione politica espressa nell’arte cavalleresca dei condottieri, nella vocazione religiosa espressa nell’arte sacra dei guerrieri e dei sacerdoti.

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    Primo Siena vive stabilmente nel lontano Cile da oltre trent’anni, dove si è trasferito dopo aver a lungo girovagato per il mondo come funzionario del ministero dell’Istruzione addetto alle scuole italiane all’estero, sempre curioso e mai appagato anche a un’età in cui molti sono soliti tirare i remi in barca. Una vita piena, coerente e a tratti avventurosa, una testimonianza importante per tutti coloro che ancora oggi non vogliono arrendersi.

Auguri Primo, buon compleanno!

              

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Giovanni Facchini

Giovanni Facchini

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Tags: Barbadillocilegiovanni facchiniprimo siena

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