Un viaggio nel tempo, storie avvincenti, la suspense del noir e il ritorno in territori dove si parla ancora la lingua di Dante.
Le colonie italiane, dalla Libia all’Eritrea, alla Somalia, all’Etiopia, hanno lasciato poca traccia nella letteratura italiana. Qualche racconto di Gadda, qualche Oriani e qualche Vergani e a cose fatte, il Flaiano esordiente di “Tempo di uccidere”, un Berto, un Tobino e poco altro presto dimenticato, poi il lungo silenzio fino allo Hugo Pratt delle “Etiopiche” e al Carlo Lucarelli dell’”Ottava vibrazione”. E fino alla saga del maggiore Morosini, giunta alla quinta e almeno per ora ultima puntata.
La “bio” di Ballario
Giorgio Ballario, scrittore torinese, classe 1964, tiene a battesimo Aldo Morosini con “Morire è un attimo”. Per i lettori è il 2008, per il giovane maggiore dei carabinieri appena catapultato in AOI (l’Africa Orientale Italiana) è il 1935 e l’Italia si prepara a invadere l’Etiopia e a proclamare l’Impero. Tutti i romanzi successivi vedranno correre in parallelo le inchieste criminali e le vicende politiche legate all’espansione e al consolidamento delle colonie italiane tra Eritrea e Abissinia. Correre in parallelo e intrecciarsi quasi inestricabilmente, sicché il povero Morosini, oltre ad affinare le sue virtù investigative deve imparare a muoversi sullo sdrucciolevole e pericoloso terreno della politica internazionale e delle trame interne all’apparato coloniale fascista.
La novità: “Intrigo ad Asmara”
Come in questa nuova, fiammante, ultima puntata, “Intrigo ad Asmara”, appena pubblicato dalle Edizioni del Capricorno, che vede Morosini trasferito dalla rovente Massaua alla capitale dell’Eritrea sulle tracce, nientemeno, di un ipotetico serial killer di prostitute. Per la gioia del lettore, però, anche in questo caso nulla è come sembra e l’indagine sulle tre povere vittime finirà per incrociare intrighi politici e trame spionistiche, tra generali ambiziosi, guerriglieri etiopi, infiltrati comunisti, agenti dell’OVRA e una bella femme fatale. Fino al gran finale dell’attentato a Rodolfo Graziani ad Addis Abeba del 19 febbraio 1937, col sanguinoso seguito di stragi e repressioni a opera dell’esercito italiano e delle milizie fasciste. Morosini arriverà alla fine della sua indagine, gli esecutori saranno puniti ma giustizia non sarà fatta. Ma Morosini ormai ha imparato a convivere con l’amaro in bocca.
La trama
La trama è avvincente, i personaggi felicemente ritratti, si tratti del protagonista, degli amici e aiutanti, che lo affiancano fin dalla prima avventura, il maresciallo Barbagallo e il scium-basci eritreo della polizia coloniale Tesfaghì, o dell’ambiguo avversario/alleato, l’agente dell’OVRA Eugenio Satriano. E protagonista al pari di Morosini è l’ambientazione: di pagina in pagina Ballario ci fa vivere in una Asmara affascinante, esotica come si conviene e allo stesso tempo modernissima e dinamica, razionalista e futurista, autentica città – vetrina del colonialismo italiano.
E se la lettura del romanzo vi convincerà, nessun problema, le Edizioni del Capricorno hanno acquisito i diritti di tutta la serie e hanno avviato la sua ripubblicazione integrale (il mese scorso è uscito “Morire è un attimo”, in seguito arriveranno “Una donna di troppo”, “Le rose di Axum” e “Le nebbie di Massaua”), che si concluderà entro febbraio 2021.
Complimenti ed auguri.