Un venerdì (non proprio) da leoni, in Campania. De Luca mena fendenti contro gli “sciacalli” e fa appelli all’orgoglio napoletano. Intanto de Magistris gli frega la scena e, proprio mentre va in onda il sermone settimanale del governatore, annuncia che il ministro Speranza gli ha confermato che la Regione sarà dichiarata zona rossa. Finisce qui? Macché: passano un paio d’ore e il M5s rompe il suo (poco) enigmatico silenzio e si auto-attribuisce il “merito” di aver ottenuto l’istituzione della zona rossa.
De Luca se l’era studiata bene la sortita settimanale. Facendo leva sull’orgoglio (ferito) dei napoletani e dei campani più in generale ha stigmatizzato e “smontato” le polemiche dei sette giorni trascorsi dall’ultimo “proclama alle genti”. Senza mai nominarlo, ha rivolto al sindaco di Napoli la più sanguinosa delle accuse: “Va in tv a farsi pubblicità sporcando l’immagine della città”. E, quale ciliegina sulla torta – o forse sarebbe meglio affermare quale bomba a mano sul bidone della benzina polemica – ha chiesto al Pd di staccare la spina a questo governo. “Meglio un esecutivo di persone perbene, meglio un governo di salute pubblica che questo stuolo di dilettanti allo sbaraglio”. Ovviamente, ha ribadito la sfida alla singolar tenzone del dibattito pubblico a Di Maio (“Accetta, coniglio”, gli ha detto ) e ha esteso l’invito pure a Saviano (“un camorrologo milionario che si veste come un carrettiere”).
Intanto de Magistris tramava lo “scacco”. Così – proprio mentre De Luca stava finendo di arrostire in diretta web gli avversari – il sindaco di Napoli se ne è uscito sui social (è la disintermediazione, bellezza) con un video di un minuto e mezzo scarso. In cui ha detto di aver telefonato al ministro Speranza che gli aveva confermato le voci: sì, la Campania sarà zona rossa da domenica. Adesso, ha aggiunto de Magistris, l’ordinanza per chiudere le strade di Napoli (dopo la grande polemica sulle immagini del lungomare affollato) non serve più. Il governo paghi subito ristori e indennizzi perché “la città non può pagare” il fatto che nei mesi dalla fine del lockdown a oggi “non si sia fatto niente”. Così pure De Luca è servito e lui s’è riuscito pure a scrollare da dosso la responsabilità di chiudere qualche piazzetta. Chapeau.
Intanto s’alzava la voce di Mastella che ha fatto notare, in un post su Facebook (aridaje con la disintermediazione…) redatto nella sua ormai proverbiale e sgangherata punteggiatura, come il provvedimento del governo risulti una vera ingiustizia per tutte le aree interne che, a causa dei problemi nel Napoletano, dovranno sciropparsi un nuovo lockdown che rischia di mettere la pietra tombale su un sistema economico già troppo fragile di suo.
Passa un altro po’ di tempo, le agenzie battono frenetiche che le voci sono confermate. Speranza firmerà l’ordinanza e la Campania, insieme alla Toscana, sarà zona rossa. Da domenica è di nuovo lockdown. “Evviva”, esulta il M5s. Che, finalmente, ha parlato appuntandosi in petto la medaglia della zona rossa e affermando che “molti cittadini ci hanno chiamato per ringraziarci”. Sui social (a proposito di disintermediazione), non se ne alzavano voci grate da parte dei campani. Ormai il trend è questo: tutto deve essere zuccheroso, tutti devono rendere grazie sempre e comunque. È da qualche tempo che la comunicazione dei pentastellati, tra letterine di Babbo Natale, secchiate di sentimentalismo e richiami alla responsabilità, si fa sempre più stucchevole e smielata. Ah, se ci fosse ancora quel gigante di Petrolini…