Per fortuna che c’è il Santo Padre. Papa Bergoglio si conferma un faro, una luce splendente capace di squarciare le tenebre fitte che avvolgono e sconvolgono da mesi e mesi l’umanità intera. Ciò che ci tormenta, ci attanaglia, ci toglie il sonno, consegnandoci a un’angoscia permanente che ormai scandisce le nostre giornate, è persino superfluo ricordarlo. Si tratta naturalmente di questo stramaledetto virus che viaggia spedito moltiplicandosi dentro di noi, nei nostri polmoni, ma soprattutto in fondo all’anima. Perché quella con cui abbiamo a che fare è una malattia che colpisce la socialità e il nostro sacrosanto bisogno di stare tutti assieme fisicamente: “N’omo ’na donna, ’na donna n’omo, n’omo n’ omo, ’na donna ‘na donna…”, per citare Carlo Verdone in un memorabile film di qualche lustro fa.
Un virus, insomma, che ci vuole chiusi in casa, trincerati dietro la linea delle nostre orrende, archeologiche famiglie tradizionali. Magari a fare la pizza e la pasta invece che a sorseggiare uno spritz nella benedetta promiscuità delle nostre coloratissime gay streets. Come cosa c’entrano le gay streets? State scherzando? Non sarete mica tra quanti pensano che oggi il problema che attanaglia il mondo sia il Coronavirus? Cosa volete che sia un’influenzetta che sta mandando in rianimazione centinaia di migliaia di persone e letteralmente a rotoli le nostre economie, rispetto all’esiziale questione delle coppie omosessuali? Ma davvero vi aspettavate che in un momento come questo Bergoglio intervenisse con una parola di conforto su una quisquiglia come il Covid, invece di fare una tempestiva e improrogabile intervista urbi et orbi sulla ben più urgente questione delle Unioni Civili? Ebbene, in tal caso siete degli irresponsabili ed incivili sovranisti con evidenti tendenze razziste e, diciamocelo, pure un po’ fasciste.
Per fortuna che invece c’è Papa Francesco. Perché è stato proprio lui alla fine del mese scorso a fornire al mondo il vaccino contro la piaga dell’omofobia, unico vero virus letale dei nostri tempi. “Una famiglia per i gay”, così ha tuonato il Santo Padre risollevando subito l’angoscia di mezzo esecutivo gialloverde che, Rocco Casalino in testa, non sa più che pesci prendere (quello del cubano spendaccione ormai non basta più). Unioni civili, dunque, al posto di “fuoco e zolfo” con i quali, secondo un certo San Pietro (colui del quale proprio Bergoglio dovrebbe portare la preziosa eredità), Dio incenerì Sodoma per dare un esempio a quanti “sarebbero vissuti empiamente”. Effetti collaterali di questa cura Bergoglio? Cosucce trascurabili come la morte certa di uno dei principi della fede presente nella Bibbia e nel Decalogo che a questo punto va ovviamente aggiornato: al posto del politicamente scorretto “non fornicare”, “accoppiatevi e magari moltiplicatevi con l’utero in affitto”. A proposito, visto che siamo in tema di aggiornamenti e nuovi comandamenti ci permettiamo di suggerire al Pontefice l’inserimento, sotto “non rubare”, di un comma apposito con la dicitura “non commettere peculato”. Hai visto mai che i porporati di sua fiducia, come l’ottimo Becciu, riescano a capire una volta per tutte che è peccato utilizzare i soldi della Chiesa per foraggiare amichette dedite a shopping di lusso?
Ah già, ci perdoni Sua Santità, ma noi non siamo al passo coi tempi e continuiamo a perderci dietro sciocchezzuole marginali. Come la paura per questo allarme sanitario che ci trascina in terapia intensiva e nella miseria. Con il relativismo e il materialismo imperante a fare il resto, mettendo a rischio la nostra stessa specie per la più bassa natalità di sempre. Robetta, effettivamente. Il problema sono le coppie gay e in subordine i migranti.
*Da Candido di novembre 2020
Il mondo ha perso la bussola.