“L’idea di movimento giovanile è superata da tempo. E’ lo strumento attraverso cui i partiti tengono a bada i giovani scomodi. Sono funzionali alla logica di preparare quadri dirigenti che non creino problemi, una futura classe dirigente asservita”. Marco Scatarzi, di Casaggì Firenze nonché fondatore della casa editrice Passaggio al Bosco, chiarisce il ruolo che devono avere gli spazi politici che, nel suo caso, sono vicini a Fdi ma conservando l’assoluta indipendenza rispetto al partito di Giorgia Meloni.
E lo spiega intervenendo a Torino nella sede di Aliud, un altro spazio identitario indipendente, su invito di Enrico Forzese che ha riunito i responsabili di altre realtà dell’Italia del Nord. Spazi che, ha sottolineato Forzese, devono aprirsi ai quartieri ed evitare di autoghettizzarsi come forse preferirebbe qualcuno.
Dunque spazi da creare in ogni città, autofinanziati per evitare di subire ingerenze ed indebite pressioni dal partito di riferimento. Ma anche spazi che possano formare quadri dirigenti non asserviti, da inserire in posizioni chiave di Fdi per evitare la deriva provocata dai riciclati che stanno entrando in un partito considerato in crescita, come ha evidenziato il referente di Pistoia, città con un sindaco di Fdi che riciclato non è. Perché l’obiettivo è il cambiamento, e non si raggiunge chiudendosi nella Torre d’Avorio.
Ma il cambiamento, come sostengono a Padova, non significa limitarsi ad amministrare. Non è che cambiando la marca di tombini o di lampadine si cambi davvero qualcosa.
I problemi non mancano. E non sono rappresentati solo da quattro sfigati che cercano di impedire le manifestazioni altrui. A Milano, ad esempio, il nemico principale è l’apatia dei giovani. Ma anche la fatica di recuperare gli spazi abbandonati da una destra di una modestia impressionante e, logicamente, occupati dalla sinistra. Una situazione che si ripete a Padova, dopo i disastri provocati dal Pdl. O a Modena, dove gli spazi sono stati recuperati grazie anche ad una serie impressionante di concerti che hanno permesso, ora, di alzare il livello culturale delle iniziative. Ed anche a Ferrara, dove è stato spezzato il monopolio dei centri sociali per ciò che riguarda cultura e svago.
Ora, però, occorre andare oltre. A Brescia puntano sulla formazione legata alla Tradizione e che passa anche attraverso escursioni in montagna, seguendo l’insegnamento di Codreanu. Ma l’offerta – ha concluso Scatarzi – deve essere a 360 gradi, dalla cultura all’etica, dall’economia allo sport, dal sindacalismo al tempo libero. Una proposta che rischia di essere spiazzante proprio per Fdi ed il suo vertice. Perché ragazze e ragazzi giovani e preparati, con valori autentici possono obbligare anche i partiti in crescita a scendere a patti. (da Electomagazine.it)
Buonasera, Come si chiamano le realtà attive a Modena e Ferrara?