Giorgia Meloni gongola. Per lei è un periodo d’oro dato che i sondaggi la incoronano quale leader in ascesa non solo in casa centrodestra ma su tutto lo scenario nazionale. Nella battaglia dei sondaggi, oggi Meloni supera di una spanna il Movimento 5 Stelle – che invece completa la sua tremenda parabola in discesa – e in un’intervista rilasciata a La Verità s’intesta il “ritorno a casa” dei consensi. Ha parlato di voti di destra che sono ritornati dal partito della protesta. Una battaglia vinta. Certo, ma non la guerra: la sfida vera di Meloni, per non finire nel saliscendi folle dei leader che oggi sono egemoni e domani irrilevanti dovrebbe rendere strutturale il consenso sul suo partito. Insomma, radicarlo dalla protesta al governo che è la vera sfida dove, invece, hanno fallito gli altri e s’è consumata la parabola liquida di Renzi e del M5s.
Intanto Meloni, dopo aver ribadito di credere ancora nel modello del “tridente” (ricordate la vetusta Cdl e i suoi metodi semplici ed elettoralisti di scegliere il leader della coalizione?) ha rivendicato il ritorno di tanti elettori “delusi”:
“Ci siamo ripresi i nostri voti. Anni fa sostenevo che il M5s fosse uno strumento truffaldino per prendere i voti a destra e portarli a governare a sinistra . Questo trucco si è svelato e la destra è tornata a casa. Abbiamo guadagnato credibilità manentenedo la coerenza e loro l’hanno persa tradendo gli impegni”.
Una stoccata ai sovranisti che vogliono uscire dall’Europa e agli entusiasti che invece vogliono restarci a ogni prezzo rifilata in mezzo all’assicurazione di non dover ringraziare nessuno per la crescita dei consensi
“Partendo da zero, in tre mesi, senza soldi e senza dover dire grazie a nessuno? Era l’inizio di una grande storia e non sbagliavamo siamo sempre stati convinti che no si può accettare la falsa alternativa tra chi vuole uscire dall’Europa e chi pensa che l’unico modo per starci è in ginocchio”.
Meloni rivendica l’alleanza con “sensibilità” politico-culturali diverse da quelle della destra ex-missina, in particolare quella coi liberali e coi popolari di Raffaele Fitto:
Nel mondo ci sono destra e sinistra. E nella destra ci sono molte identità ricche e diverse. Mi piacerebbe poter rappresentare queste culture avendo come baricentro Fratelli d’Italia. Siamo nato dall’incontro tra l’anima di destra e quella liberale di Crosetto, e poi ci siamo innestati con altre identità, a partire da quella popolare con Fitto”.