Non lo voterebbe mai perché “democristiano“. Ma per il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il futuro del centrodestra si inizia a delineare su un binario doppio: il “ritorno” alla politica sobria delle fabbriche e della produzione con il contemporaneo giubilamento di Matteo Salvini, derubricato a frequentatore di karaoke e il ridimensionamento di Giorgia Meloni il cui consenso nelle aree che contribuirebbero al Pil del Paese sarebbe troppo minore per darle i crismi di guida della coalizione.
Intervistato da Il Giornale, Cacciari ha spiegato:
«Il trionfo di Zaia non rappresenta solo il tema del nordest e dell’autonomia mancata, significa ben di più. Zaia non ha alcuna nostalgia nordista, di un partito del nordest, ma è l’opzione di una destra che rappresenta il territorio, che non fa comizi ma amministra, che difende interessi economici, industriali, commerciali, una destra borghese, educata, moderata, ben radicata nelle amministrazioni locali. Lontana dallo stile karaoke di Salvini».
Non c’è spazio per le speranze di Meloni, nonostante i proclami e i risultati elettorali che vedono il suo partito, comunque, in crescita. Cacciari ha detto:
«.La leadership del centrodestra in questo momento riguarda la Lega, è troppo più forte della Meloni nelle parti produttive del paese. Poi pesa troppo il passato della leader di Fdi, per quanta buona volontà ci possa mettere».
Le ragioni che, per Cacciari, saranno alla base del tramonto del “Capitano”:
«Ha certamente sbagliato a fissare un’asticella troppo in alto, prima con l’Emilia Romagna e poi con la Toscana. Ma questo gli fa anche onore, me lo rende simpatico, Salvini è uno a cui non piace sopravvivere e questo in politica a me piace. Detesto quello che dice, detesto come è e lo detesto anche esteticamente, ma questa cosa di puntare troppo in alto mi fa tenerezza, come tutti gli sbruffoni, com’è anche Renzi. L’effetto è stato di farlo apparire come quello sconfitto, ma attenzione, il risultato della Lega in Toscana è stato eccezionale. Nella sinistra si è creato un clima da Fort Apache, c’è stata una mobilitazione straordinaria di tutte le energie antisalviniane in Toscana non per il candidato del Pd, ma per non far vincere Salvini. Solo per questo ha perso. Ma certamente non è finito, troverà un modo per rimontare con una mossa giusta».
Non sono mai d’accordo con Cacciari, ma penso che la sua analisi sia corretta.
La verità è Zaia a livello nazionale prenderebbe un terzo dei voti di Salvini.La realtà del valore di visione politico della Meloni è evidentissimo,cosa può dire Cacciari al riguardo essendosi sempre nutrito dall’indotto politico comunista, perché non ci parla un po’ di Zingaretti???
Salvini è alla frutta. L’aver lasciato il perdente e sedicente ‘gruppo sovranista’ antieuropeo mostra che si sta facendo (finalmente) furbo, ma troppo tardi…
L’ex socio di minoranza del Governo Conte, il bullo del Papeete, farebbe meglio a farsi da parte. In futuro non potrà che perdere e far perdere eventuali, incauti alleati…
Gli italiani che non vanno a votare poi si meritano ‘Bella Miao!’ come secondo inno…