
Il caso della brutale uccisione del giovane Willy a Colleferro, in provincia di Roma, continua a innescare polemiche dalla politica. Questa volta a finire nel mirino è la circostanza per cui i fratelli Bianchi e gli altri indagati per la morte del 21enne sarebbero stati beneficiari del reddito di cittadinanza pur potendosi permettere, evidentemente, un tenore di vita alto.
La denuncia è arrivata dall’ex ministro alle pari opportunità Mara Carfagna che ha parlato, senza mezzi termini, di “reddito di delinquenza”. Carfagna a proposito ha scritto un lungo post su Fb:
“Vita da nababbi, droga, violenza. Gli assassini di Willy non avevano certo problemi di denaro, né si preoccupavano di nascondere le loro ricchezze. Sapere dai giornali che a loro arrivavano anche i soldi del reddito di cittadinanza è un’umiliazione per tutti gli italiani in difficoltà, per chi paga regolarmente le tasse e finanzia così il sussidio, per chi negli ultimi mesi ha dovuto penare per ricevere la mancetta concessa dal governo durante l’emergenza. Per la famiglia di Willy, soprattutto, un ragazzo generoso e onesto”.
Il dato politico evidenziato dalla Carfagna sta nel riportare al centro dell’azione politica la creazione e il sostegno al lavoro e superare la logica dell’assistenza:
Non è la prima volta che scopriamo che il “reddito di delinquenza” finisce nelle tasche di criminali ed ex terroristi. Non è la prima volta che i Cinquestelle fanno finta di niente, continuando a rivendicare una misura pensata male e realizzata peggio. È il momento di finirla, agli italiani onesti dobbiamo dare lavoro onesto, a chi delinque spetta la giusta pena, non i nostri soldi.
Come mai la Signora non è analogamente insorta contro gli “imprenditori” che usufruivano della cassa integrazione pur continuando a far lavorare i dipendenti?