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Home Politica

Regionali (di P. Buttafuoco). La Toscana e le astuzie dell’egemonia culturale

La card: "Far credere alla vittoria degli avversari è una bolla mediatica". Ecco perché...

by
17 Settembre 2020
in Politica
7
Pierangelo Buttafuoco
Pietrangelo Buttafuoco

Si aspetta il risultato delle regionali in Toscana per capire quanto ne resterà del Governo Conte e dell’ammucchio Pd-M5S. Inutile darla per vinta (o per persa, secondo i punti di vista). Il risultato, in Toscana, è storicamente scontato. Ci sono le logge massoniche – che votano per lo status quo – e ci sono le Misericordie. Che faranno lo stesso. Ma soprattutto ci sono le banche. Tutte schierate per il di cui sopra. È una bolla mediatica a far credere alla sconfitta del potentato di centrosinistra. Servirà a raccontare la vittoria dei guelfi contro i ghibellini come il giudizio di Dio. La famosa astuzia dell’egemonia culturale.

*Da Il Quotidiano del Sud del 17.9.2020

Tags: buttafuocosinistratoscana

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Comments 7

  1. Enrico Nistri says:
    2 anni ago

    Caro Dragonera,
    anch’io non mi faccio soverchie illusioni sul voto in Toscana. E non per le Misericordie o per le Logge, ma perché devo riconoscere che la sinistra ha saputo “fare sistema” nell’ambito del governo locale e continua a raccogliere i frutti della strategia del vecchio Pci, che fece studiare i figli intelligenti dei mezzadri promuovendoli socialmente. Probabilmente se si trattasse di esprimere un voto d’opinione, il centrodestra ce la potrebbe anche fare, ma un ribaltone nel governo regionale comporterebbe un’incognita per molti che sono abituati a usufruire di un sistema clientelare. Già nel voto dell’anno scorso fra le percentuali del voto alle europee e quelle nel voto nei Comuni esisteva una netta differenza, a tutto svantaggio del centrodestra. Chi aveva votato Salvini alle europee votava, specie nei piccoli centri, il sindaco del Pd che gli concedeva il permesso di soggiorno e magari aveva fatto assumere suo figlio in una municipalizzata…

  2. Riccardo Santoro says:
    2 anni ago

    E’ sbagliato considerare la partita in Toscana persa in partenza, è ciò che vuole la sinistra. A Pisa dopo 50 nel 2018 l’amministrazione è cambiata, anche il governo regionale può cambiare.

  3. Guidobono says:
    2 anni ago

    La mezzadria era già finita… Il PC I non ha fatto studiare nessuno. È lo Stato democristiano-liberal-socialdemocratico che ha schiuso le porte dell’Università a tutti, nel 1969, provocando la grande osmosi sociale dell’Italia…

  4. Guidobono says:
    2 anni ago

    L’Italia non comincia e non finisce in Toscana, vada come vada, checchè ne pensino i boriosi toscani. Anzi, come mentalità la Toscana è più meridione che settentrione… anche se ha il turismo ed i vini che il meridione ha in misura assai minore (e i cinesi…). La sua gloria è finita col Sacco di Roma (1527)…

  5. Enrico Nistri says:
    2 anni ago

    .La forza del Pci in Toscana cominciò nel 1945 per due scelte strategiche. A differenza dei socialisti, che facevano “l’esame del sangue” a chi voleva entrare nel partito, i comunisti prendevano tutti, anche gli ex fascisti (e anche molti ex repubblichini). E a differenza di socialisti e repubblicani, secondo cui i mezzadri avevano già accumulato i soldi per comprarsi il podere perché avevano realizzato enormi guadagni col mercato nero, il Pci lanciò lo slogan della terra ai contadini. La base del Pci negli anni cinquanta era mezzadrile, più che operaia, non a caso province come Lucca rimasero “bianche”, perché vi era diffusa la piccola proprietà. Aggiungo un caso personale. Quando fui candidato nel 1976 alla Camera nel Collegio dell’Empolese Val d’Elsa, il più rosso d’Italia, nelle elezioni politiche, il mio antagonista era tal Vassilij (nomen omen) Campatelli, figlio di un mezzadro, che grazie al partito aveva studiato ingegneria e insegnava negli istituti tecnici quando non ricoprivacariche politiche e amministrative. Naturalmente, vinse lui. Non si capisce il radicamento dei post-comunisti in Toscana senza conoscere queste cose e più in genere la pervasività del loro controllo sociale. Ma a Firenze Nardella l’anno scorso, in piena avanzata leghista, è stato eletto in prima battuta. Certo, ora la base del Pci non è mezzadrile, anzi lo votano i proprietari terrieri che hanno reso il Chianti, da vino popolare, un prodotto di lusso. Un esempio? La Regione ha concesso contributi ai viticultori per comprare botti in cui conservare il vino che non riescono a vendere perché con la pandemia sono crollate per due mesi le vendite di bottiglie nei ristoranti. In sostanza con i soldi delle mie tasse io finanzio una manovra volta a tenere alti i prezzi!
    Naturalmente, spero che il centrodestra ce la faccia, ma sarà dura. A Firenze l’anno scorso, in piena avanzata leghista, Nardella è stato rieletto in prima battuta…

  6. Werner says:
    2 anni ago

    La sinistra é in picchiata di consensi anche in Toscana, dove da 70 anni domina incontrastata stabilendo un vero e proprio regime, ed ha plagiato gli aabitanti con i disvalori marxisti come accaduto in Emilia-Romagna. Ecco perché non é affatto semplice per la leghista Ceccardi diventare nuovo governatore della Regione, seppur la Lega sia da tempo in forte ascesa da quelle parti.

    Ma potrebbe ripetersi la stessa storia delle elezioni regionali dello scorso anno in ER, dove la sinistra vincerà per l’ennesima volta, ma non con percentuali bulgare come negli anni scorsi. In Umbria, altra roccaforte rossa, l’exploit da parte del centrodestra é stato compiuto, ed oggi il governatore regionale é un’esponente di FdI. Ma in ER e Toscana, più che altrove, l’antifascismo in assenza di fascismo é molto forte. Che poi i sinistroidi etichettano come “fascista” chiunque non sta dalla loro parte. Quindi anche un liberale come Guidobono potrebbe essere considerato tale.

  7. Stefano says:
    2 anni ago

    La Ceccardi ce la può fare…

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