Nei giorni scorsi è andato avanti Marcello Perina, per generazioni di patrioti autentico esempio di milizia ideale. Senza ostentazioni o ricerca di gratificazioni personali. Una esistenza vissuta con stile, in linea con una antica scelta di impersonalità attiva.
Giovane volontario nella Repubblica sociale italiana, per arruolarsi falsificò i documenti d’identità e riuscì a far parte dell’onda patriottica in neroverde. L’onore dell’Italia lo difese da dirigente postfascista, primo segretario giovanile della sezione di Roma Appio Latino, militante e dirigente del MSI, componente degli organi centrali del partito, esponente dell’area che si riconosceva nelle idee di Pino Rauti.
Marcello Perina è stato anche un imprenditore di successo, costruttore di una famiglia unita, con la moglie Wilma Coppola, anche lei in prima linea nella militanza politica militante e dirigente del MSI, consigliera e bandiera per anni nella XIX circoscrizione di cui diverrà nel 1993 presidente. I Perina hanno avuto tre figli: Flavia (già direttore del Secolo d’Italia, punto di riferimento di una nuova generazione di giornalisti politici a destra), Marco e Ivana.
Marcello c’è sempre stato nella politica patriottica che cercava una via politica tra Ordine Nuovo in via degli Scipioni, la sezione romana Balduina, la pubblicazione e la diffusione della rivista “Linea”…
Per il Msi-An ricoprì incarichi di partito, e fu anche consigliere provinciale.
La sua luminosa milizia resta come un “faro di stile” per tanti che scelgono l’impegno nello spazio pubblico in favore del bene della comunità nazionale.
Non conoscevo di persona Marcello Perina, ricordo quello che mi raccontò una volta sua figlia Flavia del suo dolore quando il partito non lo rimise in lista. Ricordo anche le letture di sua moglie Wilma durante uno dei convegni della Fondazione Volpe, a Palazzo Pallavicini. Erano i primi anni Ottanta, e sembra un altro mondo.
A Flavia, che non vedo da tempo e di cui non ho l’indirizzo né il numero di telefono, le mie più sincere condoglianze.