I renziani difendono il governatore della Lombardia Attilio Fontana e così guadagnano posizioni sul terreno del garantismo. Il consigliere regionale lombardo Patrizia Baffi, in una lunga nota, ha chiesto che “l’assemblea” non diventi “un’aula di tribunale” e ciò affinché si eviti che “aspetti attinenti esclusivamente la sfera personale divengano oggetto di inutili strumentalizzazioni”. Le dichiarazioni dell’esponente di Italia Viva sono arrivate alla vigilia della riunione del consiglio regionale lombardo che si sta celebrando in queste ore.
“Violato segreto istruttorio?”
Baffi ha tuonato: “Di fronte alle indagini riguardanti il presidente Fontana, mi trovo a dover rilevare due aspetti che vengono prima di qualsiasi altra considerazione. Il primo riguarda le garanzie dovute ad ogni cittadino: se è vero che il presidente Fontana è venuto a conoscenza a mezzo stampa della propria iscrizione nel registro degli indagati, ciò significa che ci troviamo di fronte all’ennesimo caso di violazione del segreto istruttorio”.
Dunque ha aggiunto: “Dev’essere la magistratura, di cui ho piena fiducia, a stabilire, nelle sedi a ciò deputate, se il presidente Fontana si sia reso responsabile di violazioni amministrative o penali. Non è questo un compito che spetta alla politica”. Quindi ha proseguito: “Fatte queste premesse, ritengo opportuno che il presidente della Lombardia relazioni al Consiglio Regionale sui fatti emersi. Non per trasformare l’assemblea in un’aula di tribunale, ma per evitare che aspetti attinenti esclusivamente la sfera personale divengano oggetto di inutili strumentalizzazioni”.
“Nessuno è perfetto”
Infine ha concluso: “Se il presidente Fontana ha commesso errori di valutazione per ragioni di opportunità, è bene che tali incidenti di percorso vengano riconosciuti senza remore: nessuno è perfetto e occorre anche ricordare che, in quelle condizioni, che molti sembrano già aver dimenticato, lo stato di emergenza sanitaria poneva come primo obbiettivo quello di reperire Dpi e attrezzature sanitarie per salvare vite”.
Il rapporto tra renziani e la giunta regionale lombarda è sicuramente disteso. Già da tempo. Qualche mese fa aveva destato clamore la scelta del consigliere Baffi, poi presidente della commissione d’inchiesta da cui si è dimessa a giugno, di non votare per sfiduciare l’assessore alla sanità Giulio Gallera, finito nel mirino dell’opposizione e nell’occhio del ciclone delle polemiche.