Roma, 10 giugno 2020 – 2 agosto 1980, una data impressa a fuoco nella storia della Repubblica e nelle coscienze di tutti.
La strage alla stazione di Bologna è la più atroce tra quelle compiute in Italia nel secondo Novecento. E a quarant’anni di distanza è ancora fortissima la sensazione – per molti la convinzione – che, nonostante le condanne definitive, su quel tragico evento non sia ancora stata detta la verità.
Il libro di Gabriele Marconi “2 agosto 1980”in uscita per i tipi di Ecletticaè proposto sotto una forma fruibile e leggibile, quella del racconto orale, e mette in luce con rigore scientifico una serie di piste investigative scartate o non considerate. Ne emerge una realtà completamente diversa da quella nota, che prende il via dal terrorismo internazionale, passa per corpi non identificati o falsamente identificati, e riscrive un capitolo sostanziale e oscuro della storia d’Italia del ’900.
«Questo monologo teatrale – spiega Gabriele Marconi – apre una finestra su quegli anni terribili, sulle incongruenze e sui punti oscuri della ricostruzione ufficiale. Ma, soprattutto, invita a riflettere sui tanti “perché?” rimasti senza risposta e sulle strade che non si sono volute percorrere. A 40 anni di distanza è giusto e doveroso cercare di far luce, senza paura, su una pagina oscura del nostro passato che tanto dolore ha seminato, senza mai arrivare alla verità».
Un’orazione civile rivolta – come ha scritto qualcuno – «al diritto alla piena giustizia per i morti di Bologna e al diritto alla piena verità per una democrazia ferita».