La Lega reclama a gran voce la Campania, ma non ha svelato ancora un nome; Forza Italia non cede di un millimetro su Stefano Caldoro mentre Fratelli d’Italia propone sul tavolo la candidatura di Edmondo Cirielli. Intanto incombe l’incognita del magistrato (che eventualmente sarebbe un candidato civico) Catello Maresca, che però sembrerebbe intenzionato a lasciare il passo, almeno per questo turno. Chi la spunterà? Chiunque sia, sarebbe il caso di far presto: per battere Vincenzo De Luca, questa volta, occorrerà impegnarsi sul serio.
Rottura con Forza Italia?
Matteo Salvini, a Napoli, ha ufficializzato l’ingresso nella Lega del consigliere regionale casertano Gianpiero Zinzi (ex Forza Italia) e del professor Severino Nappi, già assessore della giunta guidata proprio dall’ex ministro Stefano Caldoro. Durante l’incontro, però, al “capitano” sono scappate alcune affermazioni che hanno fatto infuriare gli azzurri campani. E non solo loro. Salvini, infatti, ha detto che il Cav, su Europa e opzione Draghi, parlerebbe “come Renzi” e perciò di non essere in grado di capirlo. Ha poi affermato che bisognerà aspettare lunedì per conoscere il nome del candidato presidente del centrodestra per la Campania, bocciando del tutto l’ipotesi Caldoro: “Una brava persona, non ha fatto i disastri di De Luca ma i campani vogliono il cambiamento”. Forza Italia, con il senatore De Siano, ha già provveduto a fargli recapitare un messaggio difficilmente equivocabile: non accetteremo nessuna forma di prevaricazione.
“I fantastici quattro”
Nel pomeriggio, poi, Salvini s’è portato fino ad Avellino dove ha scomunicato i De Mita: “E’ ora che vadano in pensione”. Intanto Mastella non lesinava accuse nei confronti del capo leghista: “Ci odiava – ha affermato – non può essere il Messia”. Il sindaco di Benevento già parla da avversario: lui, da settimane, s’è scostato dal centrodestra denunciando l’impossibilità per lui di poter coesistere in una coalizione in cui ci fosse la Lega, magari in posizione egemone. Intanto s’è stretto nell’alleanza proprio con il governatore uscente. Che così, in un colpo solo, occuperebbe posizioni di consenso strategiche tra Avellino e Benevento che, con Salerno, fanno un bacino di voti importanti a cui attingere. Ah, aggiungete al gruppo anche Paolo Cirino Pomicino. De Luca, Mastella, De Mita e l’ex andreottiano correranno insieme. Salvini li ha bollati “i fantastici quattro”. Ma il fiuto degli ex Diccì campani difficilmente sbaglia, soprattutto quando si va al voto per le Regionali.
La battaglia di Napoli
Al centrodestra rimarrebbe la battaglia su Napoli. A cui si sta preparando attingendo al repertorio della contrapposizione territoriale e di un certo revanscismo. Uno dei candidati di Fratelli d’Italia ha già ingiunto a De Luca, sui sei per tre elettorali, di “tornarsene a Salerno”. Per una curiosa eterogenesi dei fini, lo schieramento di centrodestra rischia di rinnegare una sua battaglia (più o meno) storica in Campania, quella della lotta al “napolicentrismo”. Erano i tempi dell’ultima giunta Bassolino e lo si criticava, il Viceré, perché non avrebbe avuto attenzioni che per il capoluogo e la sua provincia. Poi arrivò Caldoro e, nonostante i proclami elettorali, le cose non cambiarono granché dal momento che – specialmente a destra – fiorirono progetti “secessionisti”. Sembra passato un secolo. Ora il trend è cambiato: nessuno pare voler perdonare a De Luca il fatto di aver imbottito gli uffici e gli staff di “salernitani”. Funzionerà la chiamata alle armi contro la presunta lesa maestà dei “cafoni della provincia” a far dimenticare agli elettori il risentimento per venti e più anni di retorica anti-meridionale da parte della Lega? Risentimento che, come ha confermato anche il catastrofico risultato leghista al voto del 4 marzo 2018, proprio a Napoli trova la sua roccaforte più solida?
I sondaggi pugliesi
Ma, almeno all’inizio, la Campania non avrebbe dovuto essere assegnata a un candidato della Lega. L’incastro rischia di zompare per un paio di ragioni. Una di queste sta nel destino della Puglia. Sembra scontato che il candidato “migliore” per il centrodestra da opporre al basileus pugliese Michele Emiliano sia Raffaele Fitto. L’eurodeputato è avanti nei sondaggi a Nuccio Altieri, candidato leghista che però contesta decisamente la fotografia parlando di contesa alla pari. Lo scontro si trascina ormai da mesi. Soprattutto perché Fitto è in quota Fratelli d’Italia; se lui fosse il candidato e in Campania si rispettasse l’assegnazione a Forza Italia, nelle mappe geopolitiche meridionali, alla Lega, al Sud, non rimarrebbe nulla. La battaglia campana, dunque, per la Lega e il suo progetto di partito nazionale sembra quasi una questione politica di vita o di morte. Ma dalla quale qualcuno rischia di non uscirne vivo, politicamente parlando, ça va sans dire.
La madre di tutte le battaglie?
Salvini che scende a Napoli sfida sul suo stesso terreno Luigi De Magistris che, così, potrebbe recitare un ruolo davvero decisivo a sinistra di De Luca. Che, a sua volta, ha già ingaggiato col leader leghista una pesante querelle. Ma De Luca, a differenza degli altri avversari, non è un piddino qualsiasi. Vincenzo De Luca non è un avversario ideologico e ciò renderà inutile una gran parte della retorica d’assalto della macchina elettorale leghista. Lui, che era amico dei sindaci leghisti da molto tempo prima che Salvini mollasse Radio Padania per entrare, sul serio, sulla scena pubblica, è uno sceriffo law & order che ha portato una periferia al centro del sistema campano ed ha saputo superare “destra e sinistra” (almeno nell’immaginario collettivo…) molto prima che diventasse di moda parlarne nei circoli culturali.
Se lo sconfiggessero, De Luca potrebbe legittimamente (forse più dello stesso Stefano Bonaccini) ambire a candidarsi tra i leader nazionali del Partito democratico mentre De Magistris otterrebbe un’altra medaglia da sfoderare e far valere sui tavoli politici. Salvini, invece, se vincesse non farebbe altro che quello che tutti si aspettano da lui. Se perdesse, invece, si potrebbero aprire scenari nuovi. Potrebbe finire l’esperienza “sudista” della Lega e si aprirebbe un’autostrada al tandem Zaia-Giorgetti che scalpita nelle retrovie. Fantapolitica; per ora.
In Campania, come del resto in tutto il Sud, è sempre Forza Italia il partito con più voti nella coalizione di centrodestra, quindi la Lega non può pretendere di avere il suo candidato alle elezioni regionali. Però indubbiamente il Carroccio ha fatto molti progressi e ottiene almeno il 10% dei voti.