“La conversione è il luogo dell’ineffabile e rifugge la linearità del racconto.
È Paolo di Tarso a dettare il modello della conversione al Cristianesimo, pur senza mai chiamare l’evento con questo nome; vive un’esperienza repentina, inaspettata, dove il Sacro si manifesta in tutta la sua potenza, chiamando. All’uomo rimane solo la possibilità di aderire a quello che è capitato.
La letteratura islamica, quella più agiografica, racconta di conversioni subitanee tra i primi discepoli di Muhammad: eventi dall’emotività vigorosa, anche se mancano le apparizioni o i miracoli.
Le conversioni di oggi – vissute o raccontate – sono invece faccende lente, tormentate, fiaccate dalla nostra caratteristica di moderni: il dubbio.
Non si depone un abito per indossarne un altro, non ci si lascia indietro la pelle del serpente. È una svolta, invece, la conversione, nella quale pur cambiando direzione ci si porta dietro tutto. L’esperienza religiosa è parte di sé, si è costruiti di una sensibilità seminata da bambini – l’Eterno Riposo e l’Angelo di Dio recitati prima di andare a dormire – che poi coltivata, sboccia attraverso un intrico che ogni giorno va ad approfondirsi, e che sembra a volte cieco a se stesso.
La conversione non c’entra nulla con la cultura. I nostri vecchi, dei convertiti all’Islam, dicevano “si è fatto turco” – gli Ottomani dicevano dei convertiti al Cristianesimo “s’è fatto francese” – svelando subito il cortocircuito tra fede e geografia che invece, oggi, si fatica a precisare. La paura della conversione è paura dell’abiura di qualcosa di più scottante del privato credo di un cittadino: la propria identità culturale. La dialettica dello scontro di civiltà può far credere che il nemico naturale dell’Occidente sia l’Islam, e perciò l’adesione alla fede musulmana implicherebbe per forza una rinuncia – financo uno spregio – dell’identità occidentale.
Affascina, la conversione, fin dai primi tentativi di studio obiettivo del vissuto religioso. William James, padre della psicologia moderna, nel suo Le varie forme dell’esperienza religiosa si sofferma ampiamente sulle conversioni. James sottotitola il suo lavoro Uno studio sulla natura umana, perché è natura umana vivere il Sacro, secondo tutte le complicazioni – le contraddizioni, perfino – di cui la nostra mente è capace.
È una storia complicata, quella dell’uomo di fronte al divino, dove si manifestano tutte le sfumature della razionalità e delle emozioni. Le contraddizioni non devono, non possono spaventare chi si impegna a osservare l’umano.
Di quello che si può dire, della vicenda di Silvia Romano, di quello che non va custodito nella sfera dell’indicibile, rimane solo la gioia.
Chi ha mai sofferto la nostalgia di casa e si è trovato, imprevedibilmente, nella felicità del ritorno, può provare a moltiplicare la sua gioia per cento, per mille, e intuire cosa deve aver provato Silvia, discesa dall’aereo, e per quale impulso pur nella sua stanchezza si è spalancato il sorriso.
Peppino Caldarola, ieri, per Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, ha scritto del sorriso di Silvia. Un sorriso che è “una tracimazione dell’anima che invade la miseria delle cose quotidiane”, e che dobbiamo tenerci stretto, perché è per noi.” (Da Libertà del 13 maggio 2020)
Quello che non si vuole capire è che una conversione sincera , libera e consapevole non può avvenire in una condizione di tragica prigionia nelle mani di un gruppo fondamentalista… Riporto alcune parole di una musulmana somala che sul Giorno ha commentato il fatto in modo quasi ineccepibile: https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/silvia-romano-1.5145046
«La sua non è una scelta di libertà, non può esserlo stato in quella situazione. Scegliere una fede è un percorso intimo e bello, con una sua sacralità intangibile, che nulla ha a che vedere con la situazione drammatica e dolorosa in cui questa ragazza si è trovata”. È il punto di vista di Maryan Ismail, antropologa della comunità somala di Milano, che ha scritto una lettera via Facebook a Silvia Romano.
Questa «conversione» non sarebbe stata frutto di una scelta libera, secondo lei?
“Si riesce soltanto a immaginare lo spavento, la paura , l’impotenza, la fragilità e il terrore in cui ci si viene a trovare? Certamente no, ma bastava leggere i racconti delle sorelle yazide, curde, afgane, somale, irachene, libiche , yemenite per capire il dolore in cui si sprofonda… Al suo posto mi sarei convertita a qualsiasi cosa pur di resistere, per non morire. Mi sarei immediatamente adeguata a qualsiasi cosa mi avessero proposto, pur di sopravvivere. In quelle condizioni non si può parlare di conversione cercata e scelta. E poi c’è da considerare anche altro”.
Si è detto che Silvia indossa un abito tipico delle donne somale di fede islamica, è vero?
“No: non ha nulla di somalo, ma è una divisa islamista che ci hanno fatto ingoiare a forza. Noi abbiamo degli splendidi abiti tradizionali, colorati, bellissimi, non quell’abito verde. Soprattutto, insisto nel dire che Silvia non ha mai conosciuto la vera comunità somala. In mano ai suoi rapitori poteva soltanto muoversi con loro”.
Vorrebbe incontrare Silvia?
“Mi piacerebbe, se vorrà. Mi piacerebbe raccontarle la cultura della mia Somalia, matriarcale, di tradizioni femminili millenarie fatte di colori, profumi, suoni, canti, cibo, fogge, monili e abiti. Le racconterei di come siamo stati, prima della devastazione che abbiamo subito, musulmani sufi ( la corrente più spirituale dell’Islam, ndr ) e pacifici, mostrandole il Corano di mio padre scritto in arabo e tradotto in somalo. Poi, se vorrà, potrà scegliere. Ma per davvero”.
Della stessa opinione il missionario Giulio Albanese:”La conversione all’islam di Silvia Romano non mi convince fino in fondo, credo che sia prematuro parlare perché non è emersa tutta la verità…D’altro canto mi lascia perplesso il fatto che abbia deciso di abbracciare una fede nobile come quella islamica nel contesto di un’esperienza terribile con un movimento criminale, in assoluto il peggiore oggi sul mercato… Quello di Al Shabaab è un islamismo fanatico, estremista, associato alla continua violenza. Un islamismo in cui i seguaci puntano il fucile in testa: o ti converti, o ti ammazzo. Non è il vero islam che è quello rappresentato da grandi sufi, pensatori intellettuali, da persone che affermano che non si può uccidere in nome di Dio… Come può aderire una giovane donna ai precetti di una fede di cui ha conosciuto solo il volto violento? ” In seguito discute anche l’eccessiva esposizione mediatica che ha danneggiato in primis la Romano, qui il pezzo completo: https://www.ilsecoloxix.it/mondo/vatican-insider/2020/05/13/news/silvia-romano-il-missionario-giulio-albanese-qualcosa-non-torna-della-sua-conversione-1.38835922
È cominciato il baillame propagandistico giustificante dello sberleffo all’Italia tutta,manipolando la realtà della dinamica del caso che è facile da capire senza giravolte del nulla.Solo alcune considerazioni dell’insensatezza ed esibizionismo che si è voluto dare..Quale era la necessità di vari agenti mascherati accompagnando la romano,dimostrazione che abbiamo agenti essenzialmente per servizi patinati, si è notato inoltre che sotto la palandrana shabaab la romano indossava un abito sgargiante e di valore,il che conferma una delle molte contraddizioni nonostante ci si accalora per mascherarle,potrei continuare, vorrei solo ricordare per chi ancora non lo sapesse che in Saudi Arabia si decapitano in piazza con la scimitarra i colpevoli di crimini gravi oppure si mozzono le mani per reati meno gravi.In Persia sono invece molto più civili,li impiccano,come in qualsiasi altro paese mussulmano..In Italia purtroppo è divenuto una realtà culturale propagandare menzogne..
Mi scusi Barbadillo se insisto,vorrei solamente
Portare all’attenzione certe negligenze volutamente nascoste per giustificare l’evidente insensatezza della conclusione del caso Romano.Perche visto l’evidente stato di floridezza e benessere fisico evidenzia non certamente una segregazione coatta di un rapimento, aggiungendovi giudizi benevoli per i rapitori potrebbero supporci esservi connivenza ed estremi penali.Ma e mai possibile che queste elementari supposizioni nessuno le menzioni!!! Perché la propria famiglia non ha contribuito al pagamento? Visto che per quasi due anni abbiamo impiegato diversi uomini dell’intelligenze con spese folli per pernottamento viaggi aeri diverse indennità suppletive,conclusione vari milioni aggiuntivi,per poi essere serviti scendere dall’aereo mascherati dopo aver pagato il riscatto.Qualcuno lo faccia notare almeno a LaRussa che continua dire che abbiamo una polizia ed esercito migliore del mondo.Una ultima considerazione , perché i paesi ricchi islamici investono negli USA ed in Europa in genere e non nei paesi poveri mussulmani??
La storia della diffusione dell’Islam, è una storia di conversioni forzate.
Anche del cristianesimo, per questo….