È stata una grande crudeltà che Bettino Craxi morisse da nemico della Repubblica in quel di Hammamet. Una colpa tanto grande destinata a riaffiorare come un incubo della coscienza italiana, tanto quella di aver lasciato morire Aldo Moro tra le mani delle Brigate Rosse. Marcello Sorgi, con Presunto colpevole. Gli Ultimi giorni di Craxi (Einaudi, 2020), avanza un parallelo che per alcuni avrà dello scandaloso, ma che in realtà regge al vaglio delle impressioni storiche. L’ex cronista dell’Ora di Palermo e autorevole editorialista della Stampa di Torino mette a confronto due morti che pesano, seppur nella radicale distanza delle situazioni, per evidenziare le incertezze e i balbettii dei vertici repubblicani dinnanzi a due vicende dove era in gioco la dignità umana delle istituzioni. Il leader socialista avrebbe voluto che il presidente Dc vivesse, smarcandosi da quell’intransigenza che sorprese e angosciò dalla prigionia anche Moro, di Pci e Scudocrocriato. Altri invece hanno lasciato che accadesse.
Il disappunto di Blair
Una parte d’Italia ama decapitare i suoi leader, arroccandosi su posizioni giustizialiste o di principio quando c’è da rimuovere ostacoli ingombranti. Quella stessa Italia che sa cucire fitte trame quando c’è invece da creare salvacondotti per i propri sodali. Bettino Craxi fu la bestia nera del Pci-Pds. Tutto questo mentre i compagni socialisti di tutta Europa vedevano in lui l’alfiere del riformismo, un modello da imitare. Il libro di Sorgi comincia con la domanda di Tony Blair: perché non è stato consentito un corridoio umanitario per curarlo in patria, salvandogli probabilmente la vita? È inconcepibile per i sudditi della Regina che un ex premier volitivo e visionario possa morire da criminale in terra straniera. Da presunto colpevole (appunto!) di reati equamente condivisi tra i vertici dei partiti di governo della Prima Repubblica.
L’onore delle armi
Marcello Sorgi non intende assolvere né condannare. Ricostruisce una storia tutta Italiana, e non della sola sinistra. Mette assieme fatti, raccontando i giorni di Sigonella, del sequestro Moro, ma anche del triste epilogo di un capo che ha segnato una fase di stabilità, crescita e orgoglio per l’intero sistema Paese. «Craxi è come se avesse previsto con esattezza cosa si sarebbe scatenato alla sua morte – scrive Sorgi – Una grande, straordinaria, inarrestabile ondata di ipocrisia, in cui tutti quelli che in vita lo avevano contrastato, combattuto, odiato, adesso che se n’è andato, lo rivalutano e si rimpallano le colpe di averlo fatto morire. Craxi è stato il grande capro espiatorio di Tangentopoli. Lasciando l’Italia e non volendoci tornare, se non da uomo libero, ha consentito ai magistrati di affermare che era fuggito perché era colpevole. Le forzature giudiziarie, grazie alle quali gli sono state inflitte condanne così pesanti che, malmesso com’era, non sarebbe mai stato in condizione di espiare, fanno ancora oggi della sua vicenda un caso irrisolto».
@fernandomadonia
Una vergogna tutta italiana, e questa mentalità è quella ancora oggi al potere in Italia.
Craxi ha avuto luci (Sigonella in primis , la lotta contro la lobby sionista anche all’interno del Psi )e ombre ( i traffici con al Somalia, le ruberie, l’amicizia con figuri come Ligresti e Berlusconi, l’affaire Shammah -sefardita siriano accusato di riciclare i narcodollari, liberato dalle autorità svizzere su pressioni anche di Craxi e fuggito in Israele ). La sua fuga di Tunisia è indegna di uomo di stato, avrebbe dovuto affrontare la galera come fanno tutti giorni i sudditi , per esempio Sofia Loren, accusata di reati fiscali, tornò in Italia apposta per farsi arrestare o Giovannino Guareschi che andò in carcere innocente su mandato di de Gasperi. Alla fine fu una vittima di poteri fortissimi , i circoli americani che facevano capo a Leeden e Luttwak che gliel’hanno fatta pagare cara.
Gallarò sono sostanzialmente daccordo con te, però faccio due appunti: l’amicizia con Berlusconi e Ligresti in realtà è stata molto amplificata dalla narrazione postuma, Craxi bacchettò Berlusconi più di una volta e ci litigò pesantemente in almeno due occasioni, poi certo c’erano dei rapporti perchè Craxi aveva tutta la stampa dei vari De Benedetti e Scalfari contro e quindi gli interlocutori erano pochi, ma non approvò mai la linea di Mediaset e condannò pesantemente la discesa in campo politica di Berlusconi così come alcuni dei suoi che la abbracciarono… Sul fatto della fuga sono in parte daccordo, ma bisogna considerare in primis che fu minacciato lui e la sua famiglia, e poi che molto probabilmente non sarebbe uscito vivo dalla galera, erano troppi quelli che lo volevano completamente fuori gioco e lui poi era un tipo che non avrebbe resistito più di un paio di giorni in galera, vuoi per carattere, vuoi perchè sapeva benissimo di essere vittima di poteri che non gli avrebbero concesso alcuna possibilità di uscirne, quindi chiunque al posto suo sapendo tutto ciò dubito che avrebbe agito diversamente, insomma la questione è un pò diversa e più pesante dai casi che hai citato… Poi certamente di errori politici ne ha fatti tanti, secondo me fra i vari uno clamoroso e di cui si parla sempre poco ma che influì molto sugli equilibri politici fu avallare l’entrata del PDS, i suoi più acerrimi nemici, nel Partito Socialista Europeo, li commise un gigantesco errore di valutazione credendo alla possibilità di una sinistra socialista da lui egemonizzata ed all’appoggio parlamentare di Occhetto e D’Alema dopo Tangentopoli ,appoggio che ovviamente mai arrivò perchè gli ex-comunisti da li si videro aperta un autostrada politica e facendolo fuori si riposizionarono come unica sinistra riformista italiana, ripuliti dal loro passato sovietico e riconvertiti all’atlantismo liberal. Ovviamente lo sfondamento a sinistra che mai ci fu veramente fece si che la forza politica di Craxi non fu mai abbastanza per rappresentare una vera alternativa a DC e comunisti… Da notare che Craxi da Hammamet attaccò in maniera violenta anche tutti gli ex-socialisti che provarono a raccogliere la sua eredità politica, da Intini e Cicchitto con il PS nel 1996, a quelli che ancor peggio andarono nelle liste del centro-sinistra come Boselli, a quelli che invece come De Michelis andarono verso il cdx berlusconiano… Comunque il suo vero delfino è in realtà sempre stato uno solo, quello che all’epoca è stato l’ultimo segretario dei giovani del PSI per cui lui stravedeva, era Luca Josi, un personaggio dall’intelligenza e cultura mostruosa, un irregolare a tutto tondo, oggi è conosciuto per essere il creatore del fin troppo noto spot della Tim con il ballerino swing che sponsorizza anche il campionato Serie A, infatti è il capo della comunicazione della Tim, formalmente direttore della struttura Brand Strategy e Media, così lo ricorda Pietrangelo Buttafuoco: https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/luca-josi-diario-crepuscolo-craxiano-vampa-sigaretta-223989.htm
Troppo poco si può salvare di Craxi. E la sua colpa più grande: mai il suo partito andò oltre il 15%. Ma di che parliamo? Fin troppo potere ebbe e lo usò prevalentemente male, in beneficio proprio e della sua cricca. Inoltre era antipatico, aggressivo, energumeno, egolatra… Regalò soldi e finanziamenti ai quattro venti, Cooperazione a go-go, pensioni a tutti i connnazionali residenti all’estero anche con il solo servizio militare fatto in Italia ecc. ecc. Il bluff gli riuscì al principio, poi anche all’estero fecero la tara e nessuno lo aiutò…Non è stata una grande perdita…