“La scuola è vita e la vita è flusso”: una riflessione da un punto di vista tradizionale sul mondo dell’istruzione firmata da Guido De Giorgio. Del pensatore campano – che conobbe René Guénon a Parigi e collaborò con Julius Evola sulle sue riviste – le edizioni Cinabro hanno ripubblicato “Il problema della scuola”, edito nel 1955, con i saggiinediti “La scuola elementare” e “La scuola è vita”, costruiti sulla decennale esperienza dell’autore come docente tra Tunisi e Mondovì.
Lo studioso rivela la delicatezza del percorso educativo ma soprattutto il rigore necessario al maestro: “L’insegnante è oiù che un madre per il bambino perché molte volte egli deve supplire ai tanti difetti e alle tante lacune che tutti deploriamo nelle famiglie attuali. Perciò, smorzando ogni rigidezza disciplinare e ogni caporalismo di caserma, si avvicini il maestro all’alunno, lo conosca, lo comprenda, ne studi le reazioni, lo prepari alla vita cioè a pensare, a sentire rettamente, ad agire lealmente affinché – diventato uomo – egli possa degnamente comprendere difendere amare rispettivamente e famiglia e patria e Iddio”.
Scrive Gianluca Marletta nell’introduzione: “Il metodo auspicato da De Giorgio è centrato sulla figura del precettore ed educando, sul rapporto senza filtri tra maestro e allievo, che preveda la trasmissione di una conoscenza e la formazione di un carattere atti a stimolare nel giovane una reale esperienza anagogica”.
Soffermarsi sul ruolo dell’educatore, in tempi in cui la didattica digitale capovolge schemi usurati è il primo tassello dell’auspicabile declinazione degli strumenti per formare solide classi dirigenti di un popolo.
*”Il problema della scuola” di Guido De Giorgio, pp. 105, euro 14, Cinabro Edizioni
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