Il Corriere della Sera, con un fondo del qurinalista Marzio Breda ha registrato gli umori del Colle verso la compagine governativa guidata da Giuseppe Conte. Il premier ha una maggioranza traballante, fragile sui temi europei, divisa nelle dinamiche interne, mentre monta un dissenso di ambienti accademici per l’abuso di Dpcm al fine di limitare le libertà costituzionali dei cittadine.
L’articolo del Corsera chiarisce che:
- Mattarella non sarà interventista come il predecessore Napolitano
- “non co-governa e non vuole passare per la balia di Conte”
- non si possono tenere elezioni in autunno.
Che fare allora? Se Conte durerà il tempo di superare queste fasi complesse della prima uscita dalla crisi Covid, dopo bisognerà che chi stacca la spina sia in gradi formare un nuovo esecutivo. E per un nuovo governo ci vogliono i voti in parlamento. Chi stacca la spina, sembra fa intendere il Quirinale, dovrà avere un pallottoliere pronto per disegnare una nuova maggioranza. In questa prospettiva Giorgia Meloni si è tirata fuori, con Fdi non parteciperà a governi di conio inedito. Gli altri partiti? Non è un caso che tante forze politiche siano attraversate da smottamenti e spinte scissioniste. Perfino la Lega ha un’ala sensibile alle sirene governiste e in questa prospettiva c’è un crescente dissenso (seppure di lieve entità) nei confronti della gestione salviniana della crisi. La stessa solfa si registra in Forza Italia (che ha almeno tre macrocorrenti interne in lotta tra loro). Sullo sfondo c’è l’insofferenza di Renzi per “l’avvocato del popolo”, come risalta dall’ultimo intervento a Palazzo Madama…
Di sicuro di fronte ad una aggressione esterna al capitale industriale italiano (basta leggere gli allarmi dei componenti del Copasir) e ad una instabilità sociale dagli esiti imprevedibili, potrebbe diventare indispensabile avere un timoniere a Palazzo Chigi con maggiore carisma e una più sfida maggioranza politica. E saremo già in una nuova stagione, dove populismi e antipopulismi saranno ormai archiviati.
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Anche se nascesse un nuovo governo, sarebbe sempre il M5S l’azionista di maggioranza, visto che gli italiani nel 2018 hanno fatto la ca***ta di dargli il 32%. Non lo escluderei che Renzi e Berlusconi possano esserne i soci di un eventuale nuovo governo. Almeno che non si forma un governo PD-Lega-FI-IV.