Come prima biografa italiana di Céline (Louis-Ferdinand Céline, gatto randagio -ed.Mursia 1200 pg. Premio Firenze 2009) mi sono apprestata a vedere con interesse la trasmissione… su RAI 3 del 17 aprile 2020. Non nutrivo grandi speranze perché su Céline, del quale si conosce pochissimo l’opera, la vita e per niente i cosidetti pamphlet, che lui chiamava Poemi, è stato scritto di tutto e sempre negativamente.
Ma anche qui, come ho potuto constatare fin dalle prime parole, non si usciva dal pensiero unico. Accanto alle lodi che lo innalzavano a genio, il più grande scrittore del Novecento, è emerso un essere che viaggiava con la bava alla bocca in perenne odio al mondo intero. Non una parola quindi sulla straordinaria vis comica e poetica di Céline, che risplende anche e perfino in “Bagatelles”. Sull’autore di canzoni. Sul suo mondo fantastico e surreale.
Errori e omissioni di ogni genere. Elenco i principali.
E’ vero che il “Voyage” comincia con “ça a débouté comme ça”, ma le parole che seguono non sono esatte.
Céline non offrì il “Voyage” a Gallimard preferendo Denoel, ma perché Denoel fu l’unico ad accettarlo, il libro Gallimard non lo prese perché Malraux disse che era una schifezza.
Ernesto Ferrero, che è un saggista e traduttore di Céline, che ama, conosce e traduce molto bene, ha parlato correttamente, peccato che nel citare gli Autori antisemiti dell’epoca non abbia citato Carlo Marx, un antisemita scatenato nel suo “La Question Juive”, e non abbia ricordato che Céline scrisse “Bagatelles” per impedire che la Francia entrasse in una guerra disastrosa, fomentata dai consiglieri ebrei di Rooseveldt.
Mai citato il suo discorso pubblico a Medan dove alla luce della psicanalisi condannava le dittature comuniste e naziste.
E’ stato sorvolato il vero motivo della persecuzione di Céline, cioè la persecuzione comunista dopo che lui di ritorno dalla Russia aveva denunciato il comunismo staliniano in “Mea Culpa”, opera che non viene citata ed è fondamentale. Inoltre Céline, pressato da Aragon, capo del PCF a iscriversi nel partito, non andò in Russia per i diritti d’autore come nel documentario, ma in incognito per vedere come funzionava il comunismo nella vita reale.
Non è vero che i pamphlet sono tutti antisemiti, lo è “Bagatelles” per i motivi suddetti e solo per qualche capitolo poi ha pagine del miglior Céline di grande bellezza, ricordo in particolare “L’Appello dei Cigni”. Gli altri due, “Les beaux draps” e “L’Ecole des cadavres” sono contro le alte sfere militari francesi che avevano mandato a morire i soldati come carne da cannone.
Il caso Ernst Junger. Non è vero che fu Céline a dire quelle frasi contro gli ebrei, fu uno sbaglio della segretaria di Junger che confuse Merline (un antisemita feroce) con Céline e lo stesso Junger convalidò la cosa.Tutto documentato.
Céline non amava le “ballerine” ma le danzatici di musica classica, il Balletto, c’è una bella differenza.
La traduzione di “Férie” (Incantesimo) con “Pantomima” è repellente e dimostra come lo hanno trattato i traduttori italiani.
L’interpretazione di “Morte a credito”, che è essenzialmente contro le violenze nella famiglia e nella scuola, è inesistente.
Le motivazioni per cui Céline lasciò la Società delle Nazioni non sono quelle del documentario ma perché l’ebreo Raichmann a capo della Fondazione gli impediva di portare avanti le sue proposte di medicina sociale per il Terzo Mondo perché non rendevano quattrini. Per cui egli scrisse “L’Eglise” – anche questa non citata, contro il potere politico della parola.
Nessuno ha detto che Céline lasciò il futuro che gli garantiva il suocero di ricco medico dei ricchi per andare nelle banlieu a curare i poveri.
Nessuno ha detto che al processo fu assolto e non per i meriti militari. E che lo difese un ebreo, il direttore di un famoso giornale AUX Ecoutes du Monde, Paul Levi.
Céline andò come volontario nella prima e nella seconda guerra, nella seconda non fu preso perché invalido di guerra, ma andò egualmente come medico di bordo sul Cella. Se fosse stato filo nazista sarebbe andato in guerra contro di loro?
Durante l’Occupazione Céline frequentò i tedeschi per burlarsi di loro, che poi lo attaccarono oscurando i suoi libri e considerandolo un pazzo cialtrone.Tutto documentato.
Non viene detto che il partigiano Champfleury lo difese dicendo che molti parigini da lui curati gli dovevano la vita.
Céline non fu omofobo al contrario, difese Coctau quando fu attaccato dai benpensanti. Non fu razzista, in Africa curava i negri facendosi mandare le medicine da casa, e scrisse che la nostra cultura li rovinava.
Nessuno ha detto che da quando Céline denunciò il comunismo fu perseguitato con il solito modo, calunnia e menzogna, consigliato da Lenin, in particolare mentre impazziva in prigione il quotidiano comunista Libération scriveva che si dava alle orge nei mari del Sud.
Se si taglia tutto questo resta un tipo alla Bukowski che sprizza fiele in continuazione ed è bravo a scrivere con una nuova lingua. Meno male che hanno detto che amava gli animali! Ma non mi illudevo che finalmente si giungesse all’obbiettività.
*Marina Alberghini, scrittrice e prima biografa di Céline, ha vinto nel 2009 il “Premio Firenze”
Edulcorare Celine è peggio che denigrarlo.
Celine stava con i patrioti, quindi con Petain.
Odiava i nemici, cioè i nostri nemici (Americani, Russi …).
Se lo ridimensioniamo a poco più di un polemista apolitico, allora facciamo lo stesso anche con Ezra Pound e celebriamo il 25 aprile insieme agli assassini. Sic transit..
Beh, se Céline non è “omofobo” mi sta meno simpatico… (ammesso che la parola “omofobo” significhi qualcosa e non sia invece subdola e fuorviante). Più in generale, come è stato fatto con Nietzsche, si cerca ostinatamente di rendere potabile quel che potabile non potrà mai esserlo, almeno per il piccolo borghese dei nostri tempi.
La Alberghini ha scritto una biografia largamente incompleta; Celine ha scritto una frase profetica:’A Stalingrado è morto l’uomo bianco’. Era vero.
No, Céline amava scopare le ballerine. Non era omofobo, era un maschio francese del suo tempo… Aveva visto morire i connazionali come mosche nella più stupida delle guerre. Aveva un senso della donna e della famiglia diverso rispetto a cent’anni prima (che già non era gran cosa)…