Attenzione, per gli Stati esiste ancora la prigione per debiti
Sono in molti a temere di trovare nell’uovo di Pasqua una patrimoniale. Così almeno è stata definita dalle opposizioni la proposta di introdurre una sovrattassa sui redditi superiori agli 80.000 euro lordi. Più che di una patrimoniale, a rigore, si dovrebbe parlare di una reddituale, in quanto non colpisce i beni mobili e immobili, ma i guadagni. E questo decisamente la renderebbe il male minore rispetto a un’imposta sul patrimonio che obbligherebbe molte famiglie proprietarie di case ma con redditi modestissimi a svendere o a ipotecare i loro beni e con essi il futuro dei figli.
Naturalmente, nessuna tassa è gradita, ma resta un fatto: nella vita nessun pasto è gratis, e prima o poi qualcuno dovrà pagare il conto. Non ho studiato economia, ma ricevetti in materia quando avevo dieci anni un’indimenticabile lezione dalla lettura del David Copperfield: “ “Reddito annuo 20 sterline, spesa annua 19 sterline e sei scellini: risultato, felicità – faceva dire Dickens al signor Micawber, abbonato alla prigione per debiti. – Reddito annuo venti sterline, spesa annua 20 sterline e sei scellini: risultato, infelicità”. Quando, per motivi contingenti, ho dovuto prendere un prestito, sia pure a interessi ridottissimi, ho provato una sofferenza fisica e non sono stato bene finché non l’ho rifuso.
Chiese senza popolo e popolo senza Chiesa
Il tentativo, apprezzabile, del governo Conte di “mutualizzare” i costi della pandemia con l’emissione di Coronabond garantiti da tutti gli Stati europei è fallito per il gretto veto olandese e tedesco. Dobbiamo prenderne atto, e ricordarcene al momento opportuno. Ma se continueremo a distribuire aiuti a pioggia, a tenere chiuse le fabbriche, a scoraggiare il lavoro, saremo costretti o ad appesantire la tassazione o a ricorrere al Def, col rischio di fare la fine del signor Micawber. La prigione per debiti è stata abolita per le persone ma non per gli Stati, e si chiama Trojka. Lo sanno fin troppo bene i greci.
Oggi è Pasqua. La prima Pasqua con celebrazioni a porte chiuse, o comunque, se all’aperto, senza popolo. Sono molti anni che non è più una festa partecipata, a differenza del Natale, che, più per i suoi risvolti consumistici che per la sua valenza religiosa, continua a essere sentito anche dagli agnostici, magari più come festa dei bambini che come festa di Gesù bambino. Eppure, da un punto di vista teologico, sarebbe proprio la Pasqua la ricorrenza più importante della liturgia cristiana: a nascere sono buoni tutti, a risorgere un po’ meno. Non per nulla il catechismo prevedrebbe l’obbligo, per il credente, di comunicarsi almeno una volta l’anno, per l’appunto a Pasqua.
Secondo un recente sondaggio, però, sembra che solo un terzo dei cattolici creda nella Resurrezione. In questo mondo di ominicchi che si ritengono Dio, Cristo è sempre meno percepito come Dio fattosi uomo, e sempre più a seconda dei gusti come un riformatore sociale o come un simbolo dell’identità occidentale in funzione anti-islamica. Quanto alla Chiesa, sono in molti a vederla come una Ong fra le tante, percepita per questo dai cattolici tradizionalisti come una sorta di Ogm.
Oltre al boom delle seconde case e dei viaggi all’estero, credo abbia contribuito al declino della Pasqua la riforma voluta da Pio XII, che, ripristinando l’antico calendario liturgico, ha trasferito dalla mattina alla mezzanotte del Sabato Santo la tradizione di “sciogliere” e suonare le campane a festa. Non a caso oggi è piuttosto raro trovare in vendita le campane di cioccolato, che una volta, come e forse più delle uova e della colomba, erano i tradizionali dolci di questa ricorrenza: la liturgia influenza anche la pasticceria.
Per questo, con buona pace di chi crede sul serio nella Resurrezione, credo che la maggior parte degli italiani avvertirà con maggior disagio il divieto della scampagnata per il lunedì dell’Angelo che l’impossibilità di essere presente alla messa del giorno prima. Sulla Pasqua, insomma, ha da tempo la meglio la Pasquetta.
Anche per questo non mi convince la richiesta di Matteo Salvini di aprire le chiese almeno il giorno in cui si celebra la resurrezione di Gesù. In primo luogo per motivi di carattere profilattico, che è giusto non trascurare, anche perché assicurare il “distanziamento sociale” contingentando gli ingressi nelle chiese sarebbe problematico, oltre a generare attriti e malintesi in quello che dovrebbe essere un momento di pace e riconciliazione fra i fedeli. E poi perché sono sempre più convinto che l’esibizione di simboli e sentimenti religiosi non contribuisca come un tempo alla popolarità di un politico e anzi si presti a fraintendimenti o ad accuse, magari strumentali, di opportunismo. Il tempo in cui certi onorevoli democristiani facevano la Comunione tutte le mattine in tre diverse chiese, per ingraziarsene i parroci, grandi collettori di preferenze, sono per fortuna finiti da un pezzo.
Salvini, della cui buona fede non dubito, certo conta ammiratori in quella parte del laicato e del clero cattolico uscito sconfitto dall’ultimo conclave, che non si riconosce nelle scelte del regnante pontefice, e non perde occasione per “fidelizzare”, come si dice nell’orrido gergo dei pubblicitari, questo elettorato. Ma non credo che risalirà nei sondaggi ostentando rosari, brandendo presepi, recitando in Tv il Requiem aeternam o mostrandosi “più papalino del papa”, di un papa, oltretutto, che preferisce dialogare con l’agnostico Scalfari che con lui. Il che non toglie il carattere strumentale delle critiche che gli vengono mosse in una nazione in cui il simbolo del partito di maggioranza è stato per quasi mezzo secolo uno scudo crociato.
p.s. Non escludo che sulla severità di questo giudizio abbia influito il ricordo della lettera severa che Ardengo Soffici – l’autore del “vero” Giornale di Bordo, di cui in questa rubrica usurpo il titolo – scrisse a Giovanni Papini criticando severamente il Dizionario dell’Omo Salvatico che questi aveva appena pubblicato insieme a Domenico Giuliotti, atteggiandosi a cattolico integralista con lo zelo del neoconvertito: “Il libro che hai pubblicato in questi giorni non difende una buona causa (…). Mi è parso un ‘Almanacco purgativo’ peggio di quello fatto per divertirci al caffè; ma l’almanacco purgativo portava sulla copertina una boccia d’olio di fegato di merluzzo, mentre il ‘Dizionario’ è coperto dalla Croce su cui morì Cristo. Tu sai che io non sono fanatico cristiano; ma quella croce lì mi ha fatto specie come un sacrilegio”.
Quella lettera me la fece leggere nel 1979 Sigfrido Bartolini, che la conservava nel suo archivio, per aiutarmi nella stesura di un saggio su Soffici e le riviste del periodo fra le due guerre, e non l’ho mai dimenticata. Sia ben chiaro, però, che non è una questione di politica, ma di sensibilità.
Resta il fatto che questa Pasqua a porte chiuse mi sembra sempre più una metafora dell’eclissi del sacro nella società moderna, fatta di chiese senza popolo e, temo, di un popolo senza Chiesa.
La Troika in Grecia ha tagliato spesa sociale, sanitaria e previdenziale, riducendo molti cittadini alla fame. Il che ha avuto anche conseguenze sul piano sociale, ovvero diffusione del consumo di alcoolici e stupefacenti, e della prostituzione. Eppure il Professore bocconiano che è stato nostro primo ministro nel 2011-13, una volta disse che la Grecia è un “esempio” di successo dell’euro.
Bisogna ridurre infiniti sprechi pubblici ed assistenzialismo per molti, meno per chi so lo meriterebbe, forse… Conte rappresenta esemplarmente i difetti di una politichetta volgare, screditata ed accattona e di un Paese poco serio sempre, fondato sull’illegalità diffusa e le furberie grandi e piccole…un Paese che eredita debiti e sa solo farne di peggiori. E che strumentalizza pure le tragedie come la pandemia per avere il ‘via libera’ a ripartire altre prebende e sussidi e contributi ecc. (con ritorno, ovvio…). Come italiano sempre ‘tosato’ dico che sono arcistufo di questo andazzo levantino, non da oggi. Non credo più in in nessuno. Sterile lamentazione? Forse, ma in troppi abbiamo perso fiducia e speranze. Non vorrei essere parte delle due generazioni successive alla mia… E smettiamola con la Grecia. Altro paradiso di furbastri accattoni. Avrebbe dovuto ‘subire’ molto di più…