
Qui quarantena.
Qui sud Italia, o Ellade occidentale, cuore del Mediterraneo, ombelico del mondo – dipende dai punti di vista.
Piove, il fuoco scoppietta nel camino, ma gli astri dicono che è primavera.
Quelli bravi, quelli che comandano, ci hanno detto che siamo in guerra, contro un nemico tanto piccolo da essere invisibile, ma tanto aggressivo da costringerci alla segregazione.
Ognuno si organizza come può, ciascuno dalla propria trincea, con le proprie armi.
Sullo scrittoio, un bel libro sugli Indoeuropei*: «Non di una semplice area linguistica occorre parlare, ma di una vera e propria comunità etnica indoeuropea, che prende forma in epoca preistorica […] Sulla scorta dei fondamentali contributi […] sull’ideologia della tripartizione funzionale e sulle quattro cerchie dell’appartenenza sociale, lo studioso francese si propone di restituirci, nelle dimensioni di una Weltanschauung indoeuropea, le idee e i significati che hanno generato le istituzioni religiose, giuridiche e socio-economiche di quella comunità primordiale».
C’è tutto – forse anche di più – quel che serve ad affrontare una clausura: radici da coltivare.
Radici storiche, etniche, culturali, linguistiche. Proprio una di queste ultime, un radicale linguistico indoeuropeo, dà il nome alla casa editrice che pubblica quel libro (uno dei tanti): AR.
Archè, aretè, áristos… tutti i termini “che indicano la vigoria fisico-morale” possiedono quella radice. Tutto il catalogo delle Edizioni di Ar, ogni pagina, di ogni volume, contiene, custodisce, preserva quell’essenza, quell’idea.
Ar
Il sodalizio di Ar nasce nel 1963. Primo titolo uscito dai torchi: Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, del conte De Gobineau. Da lì in avanti, tanti volumi “controcorrente”, provocatori, roba da proscritti: Julius Evola su tutti, ma anche Mussolini, Codreanu, Degrelle, persino Hitler, re di questo “cattiverio” fisico e ideale. Molto spazio è dunque dedicato ai fascismi, alla questione ebraica, a quella razziale, persino al cosiddetto revisionismo – Sacrilegio!
Presente, in prima linea, il più grande filosofo dell’Ottocento, Nietzsche, con una collana tutta per sé, che ce lo restituisce integralmente, così com’è, grazie al testo originale tedesco a fronte della traduzione italiana, per ogni volume della collana.
Poi Spengler, Gómez Dávila, Céline, il Giappone tradizionale, persino un po’ di letteratura erotica…
Ma non sta (tutta) qui la “ciccia”. Queste sono le fronde del grande albero della Tradizione; le sue radici ruotano tutte attorno a quel piccolo semantema – Ar – o quasi: l’ideologia dell’origine, le fondamenta della civiltà occidentale. Ecco, dunque, gli studi indoeuropei di cui sopra – en passant, va notato che Ar è l’unica casa editrice che abbia avuto l’acume di ristampare un gigante della linguistica, indoeuropea e non, ovvero Giacomo Devoto, sui testi del quale generazioni di studenti e accademici si sono formati, ma oggi condannato all’oblio delle stampe.
Ecco, ancora, una intera collana dedicata alla sapienza sacra degli antichi: Celso, Porfirio, Sallustio, Libanio, Giuliano Augusto, Teofrasto, Plutarco, Eraclito, Pitagora, Simmaco, Giamblico, Epicuro, Platone…
Platone. Il padre della filosofia, il padre del pensiero occidentale, senza di lui non sapremmo cos’è l’idea, cos’è la forma, cos’è l’utopia politica, forse neanche cos’è la politica.
Un passo indietro.
A sei anni mi innamorai della lingua italiana, mia (unica) lingua madre.
A nove, avevo già l’ansia di conoscere il latino, poiché avevo appreso che da esso l’italiano deriva, e la civiltà greca, giacché ad essa istintivamente associavo ‘la bellezza’.
A dodici anni, a un passo dal ricevere il sacramento della Cresima, il gran rifiuto: il cristianesimo non fa per me.
A sedici, la (lieta) scoperta di Platone, Marx e Che Guevara.
L’infatuazione per la sinistra radicale (e relativa militanza) durò un bel po’; ancor oggi, molti anni dopo, non credo di essermene del tutto liberata.
E poi? Come si approda al più aristocratico ed elitario sodalizio librario destro-radicale, partendo dal socialismo egalitario? Un miracolo? Un’apparizione divina?
Sorpresa: le prime letture di Ar non hanno sortito in me nessuna rivelazione, niente di trascendentale. Il solco tracciato dall’Editore è, sì, sacro, netto e definito, un vero e proprio pomerium; ma non ha nulla a che vedere con un battesimo che abbia a cancellare il peccato originale.
La risposta è: Platone.
Platonicamente, la conoscenza non viene fuori dai volumetti Ar come da un recipiente pieno d’acqua che ne debba empire uno vuoto; piuttosto come una fonte lasciata zampillare in un terreno naturalmente fertile.
L’Editore non è che una levatrice: ti aiuta a partorire. Maieutico, tira fuori qualcosa che hai già dentro – solo che non lo sai: una reminiscenza a tutti gli effetti.
Platone, Plutarco, Campanella, Evola, Nietzsche, Spengler, Leopardi, London… non sono lampadine accese in una stanza buia, ma raggi di sole che irradiano il mondo in maniera naturale.
È platonica, tutta, questa maniera di fare editoria: attenzione spasmodica alla forma, selezione accurata degli autori (e forse anche dei lettori), obiettivo didascalico: seminare tradizione, piantare radici, allevare anime. Non è l’editoria dell’oggi, è più per domani, per il futuro, che va (ri)costruito su basi solide, sebbene a partire dalle rovine di oggi.
E non è solo un fatto di stampare libri: è una missione, una milizia editoriale.
Militia
In un tempo non lontano, qualcuno, coraggioso e spregiudicato, affrontava fughe rocambolesche, l’esilio all’altro capo del mondo, un paio di clausure forzate nell’ultimo posto dove chiunque sceglierebbe di ritirarsi. Senza affetti, senza internet; solo libri.
Per aver stampato libri proibiti, per aver detto no alla democrazia, per aver detto il re è nudo! – che gli uomini sono diversi, m o r f o l o g i c a m e n t e -, per tutti questi peccati, la giustizia borghese ha sentenziato: proscritto.
C’è da levarsi il cappello davanti a questo coraggio, altro che quarantena!
E per capire da cosa esso scaturisca, può forse risultare utile sfogliare, uno dopo l’altro, i libri delle Edizioni di Ar. Non è un invito rivolto solo ai vicini, a chi si ritiene già, idealmente, parte del sodalizio. È un invito per tutti, anche per i più lontani.
L’ideologia dell’origine, il seme tradizionale, le radici del nostro mondo: affare di destra piuttosto che di sinistra? Io dico affare di tutti. Sono idee, e basta. Chiunque vi si può accostare.
“Leggete tutto, e poi ne riparliamo”.
*Jean Haudry, Gli Indoeuropei, Edizioni di Ar, Padova 1999
alexandra.i@live.it
Articolo interessante
Infatuazione per Marx e Che Guevara con conseguente militanza radicalrossa e lo dice pure!!!la fuga in centroamerica del personaggio di risaputo valore, rifugiandosi in casa del suo nemico inconsapevolmente
Purtroppo questo spiega quale sia la logistica all’atto pratico dell’intellighenzia di DESTRA.
Fernando De Benoist diceva di se: “sono un uomo con valori di destra ed idee di sinistra”… innanzitutto ti segnalo che Guevara è da anni stato riletto a “destra” come esempio di militante nazional-rivoluzionario, questa storia viene per esempio raccontata(seppur con tutti i limiti politicamente corretti del caso) nel libro”L’altro Che. Ernesto Guevara mito e simbolo della destra militante” dove l’autore Mario La Ferla sostiene che questo non sia un paradosso ma che “L’amore che la destra ha nutrito [per Che Guevara] è senz’altro superiore a quello sventolato dalla sinistra per molti anni […]. Per lo meno, quest’amore a destra sembra più genuino, più spontaneo, quasi ‘puro’ […]. A destra il rivoluzionario Guevara non è mai stato ‘sfruttato’ per fini politici. Era soltanto un personaggio tutto d’un pezzo, da amare o da odiare, senza però secondi scopi.” Poi insomma basta conoscere la storia di AR e di Freda per capire che queste “sintesi eretiche” fanno parte del bagaglio culturale della casa editrice, bagaglio comune di una militanza di “destra radicale” che però allo stesso tempo è capace di superare gli steccati ideologici istituzionalizzati nel dopoguerra… Detto questo invece io trovo molto bella la parabola esistenziale descritta nell’articolo ed una perfetta rappresentazione non solo dell’ incredibile convergenza che può esserci fra persone di provenienza ideologica diversa, ma anche una rappresentazione del bagaglio culturale che appunto AR propone e che va ben al di là degli sterili concetti di “destra” e “sinistra”, Platone ad esempio è stato usato da ogni parte per avvalorare sistemi comunisti o sistemi fascisti, ma il modello della Repubblica platonica è un modello universale ed atemporale che non si può di certo racchiudere in una visione ideologica se non come archetipo “popperiano” di ogni “società chiusa” che poi non è altro che la tradizionale società indoeuropea “tripartita” come espresso dal magistrale studio di Dumezil “L’ideologia tripartita degli Indoeuropei”… Oltre a ciò non vedo dove sia il problema di dire che si viene dalla sinistra radicale ed al contempo di essere arrivati a leggere i libri di AR, anzi questo rende ancora più ONORE ad Alessandra Iacono che ha saputo integrare e magari perchè no anche rettificare il suo pensiero andando “al di là del bene e del male”… Se ancora non si è capito questo, se ancora ci si attacca alla categorizzazione delle persone a seconda delle loro magari giovanili militanze, allora non si è capito nulla di come il mondo della open society post-moderna abbia già superato molto prima di noi queste categorie per omologare ogni popolo al modello unico del totalitarismo glebalista dominante mentre noi non sappiamo ancora elaborare questo superamento che non solo sarebbe l’unico paradigma rivoluzionario possibile per opporsi integralmente al sistema imperante, ma sarebbe anche l’unico modo per recuperare idealmente quella che fu anche la geniale intuizione di Mussolini, ovvero porsi al di là di “destra” e “sinistra” per fondare una nuova “sintesi eretica” in grado di unire, per dirla alla Nietzsche, l’apollineo ed il dionisiaco nell’azione politica… Complimenti Alessandra Iacono e lunga vita ad AR!
Che Guevara era un assassino. Di innocenti. Un essere spregevole.
Jan Cau ha scritto uno dei testi più interessanti e importanti su Che Ghevara e la canzone piu’ bella scritta in Italia su Che Guevara appartiene dal duo fascio/cabaret Mario Castellacci/Pier Francesco Pingitore e cantata dall’ ‘ottima Gabriella Ferri … ( vedi in fondo all’intervento).
Non so’ se Guevara fucilava campesinos ma so’ quello che in Italia hanno fatto Cialdini e Bava Beccaris … questi si prezzolati assassini etero-diretti da personaggi senza scrupoli …
Se fossi nato in America Latina avrei combattuto tra i ” Bolivariani di sinistra ” ( … perchè ne esistono anche di destra , ma spesso fanno purtroppo infame comunella con i gringos della CIA , i loro veri aguzzini … )
Sandino, Eden Pastora, Peron , Castro , Alfredo Stroessner sono stati tutti personaggi BOLIVARIANI , e Bolivar è il Caudillo, il militare che in America Latina impersona Cesare redivivo , si Aristocratico ma sostenitore dei Populares , partigiano di Lucio Sergio Catilina, tra le cui fila militarono i figli di Silla e i maggiori tribuni Mariani scofitti dalla guerra civile, ma poi hanno combattutto fianco a fianco e sono morti con Lui a Fiesole…
Quindi Bolivar è un Cesare Latino-Americano che con le sue Legioni Ribelli varca il Rubicone con fasci littori armati e si muove verso Roma per riaffermare “Imperium , Potestas e Giustizia Sociale ” contro un senato degenerato non piu’ sede dei Patres, ma alcova dei furbi , dei testimoni opachi del nichilismo debole a beneficio dei cinici , una classe vecchia e decadente portatrice di un modello di bugiarda sottomissione da accettare unilaterlmente come “il migliore dei mondi possibili”.
I Figli latino-americani di Bolivar non sono dei Santi ma sono tutti in egual misura , figli luciferici delle stessa divinità “Marziana”, tragici ed essenziali nel loro incedere, nelle loro azioni, , figli vendicatori della guerra e della riscossa sociale …
Addio Ché
la gente
come te
non muore
nel suo letto
non crepa di vecchiaia.
Addio Ché
sei morto nella valle
e non vedrai morire
la tua rivoluzione.
Addio Ché
la gente
come te
t’aspetta col fucile
sull’alto della Sierra
Addio Ché
all’erta sulla grotta
non c’è più
sentinella
non salgono
i compagni.
E’ l’ora Ché
nessuno più verrà
non eri come loro
dovrai morire solo.
Addio Ché
come volevi tu
sei morto un giorno solo
e non poco per volta.
Addio Ché
la gente
come te
è nata per morire,
serve di più da morta.
Addio Ché
aspettaci laggiù
verremo di nascosto
le notti senza luna.
Addio Ché
a piangere per te
verremo di nascosto
le notti senza luna.
Addio Ché
Il modello di Stato Platonico o Stato secondo Giustizia che ha soggiogato ” proprietà ed iniziativa privata ” rendendola una funzione sociale della grande Politica , descritto dall’Editore nel suo testo ” La Disintegrazione del Sistema ” ( 1969) rimane ancora un “faro di Luce” in mezzo a tante miserie ….
Era e continua ad essere, seppur con i dovuti riaggiustamenti la sintesi perfetta di una Rivoluzione Tradizionale che ancora una volta ha in Licurgo il massimo legilsatore dell’estremocentroalto … non in Pericle nè tantomeno nel nichilismo oligarchico demo-liberale ….
Stefano,leggo ora il tuo appunto sul mio minuscolo accenno.Sai nella clausura forzata di questi giorni e’naturale approfittare di queste giornate finalmente primaverili dedicandosi al giardinaggio,ed alla fine giornata gli effetti si sentono,specialmente per me’che sono portato a strafare nel lavoro manuale..Tanto bistrattato dal sodalizio Cosi’detto Aristocratico Elitario.Mi viene in mente la foto apparsa alcuni giorni or sono su Arbasino elegantissimo come sempre in visita a CELINE in tenuta non propriamente aristocratica..Non vorrei ripetere opinioni already epresse sul Guevara. Pero’forse tu non sai che negli anni 60-70 il Che era simbolo di un comunismo che si accomunava a Longo,Togliatti,Pajetta,Natta e tutto il fior fiore di antiItalianita’con tutte le sue tradizioni e sovranita’.Il Che e’ stato artefatto spuderatamente ad eroe,con propaganda comunista e che continua d esserci basta guardare i vari programmi TV per rendersi conto di come vengono sistematicamente manipolate le realta’,financo le piu’ essenziali del sociale…Riguardo la AR,dovresti sapere che i suoi libri negli anni 60=70 giravano come giravano le bottiglie di Whisky nella Chigago del proibizionismo,FIGURATI.. Non capisco questo voler far le fusa al comunismo che nulla ha di aristocratico e tantomeno di elitario(parlare di apollineo e dionisico con oro vuol dire bestemiare)
Personalmente considero questi avvenimenti il voler calar le BRAGHE,falsificando la storia recente dopo tutto quel che hanno combinato e continuano in tal guisa..Personalmente ho sempre avuto grande rispetto ed ammirazione per la AR ed il suo fine divulgativo di autori di grandissimo valore discreditati dal mainstream manipolatore..a Franco non perdono la sua fuga e il rifugiarsi in bocca al suo nemico.Il che vuol dire che il voler volare troppo in alto poi si perde la realtà pratica delle cose. Ho sempre avuto una certa venerazione per Franco e continua ad esserlo,pero’ sarei curioso sapere se sia ancora lui in Charge at la AR o con qualche scamotage sia subentrato qualche altro,visto certe tendenze striscianti.Non sono per nulla d’accordo sul pezzo di Alexandra Iacono,Vorrei invece fare un grandissimo plauso ad un grande donna di assoluto valore che si espone senza alcuna remore in questo periodo di cagasotto difendendo a gran voce le braci storiche ed attuali ITALIANE.IL SUO NOME E’ ORNELLA MARIANI..E spero che anche BarbDILLO GLI DIA IL GIUSTO TRIBUTO CHE STRA MERITA..
Mi permetto di segnalare:
Roma, Valle Giulia, 1968
Giovani universitari della “Caravella” e Che Guevara
Senza commento.
Catalina ha ritrovato Licurgo! Ma avrà la mascherina? Auguroni di cuore, comunque.
Caro Tullio nemmeno io sinceramente ho il mito di Guevara nonostante penso che una rilettura critica da destra si possa fare tranquillente, insomma la mia non era una difesa di Guevara ma più che altro una constatazione sulla legittimità della posizione di Alessandra Iacono visto che financo chi viene dalla destra radicale ha rimasticato autori come quelli che lei citava… Detto questo mi accodo anch’io al commento di Catilina su stato platonico e rivoluzione tradizionale ricordando che per la Tradizione la Rivoluzione non è altro che il ritorno all’origine, non una semplice piccola restaurazione ma un “inversione dei poli” completa… Il modello di “tripartizione indoeuropea” usato anche da Platone è ancora oggi utilizzato guarda caso dal’unico stato che si definisce “Ario” già dal nome , ovvero l’Iran della Repubblica Islamica , il miglior esempio odierno di Repubblica platonica e Stato indoeuropeo dove la tripartizione è espressa con l’autorità spirituale degli ayatollah,sapienti giureconsulti e casta sacerdotale di brahmani, il potere militare dei pasdaran, non a caso chiamati “custodi della fede”, kshatriya o casta guerriera, infine i baazari, ovvero produttori artigiani e mercanti, i vaishya/shudra o casta produttrice, quindi se devo ad oggi vedere un applicazione dei principi di Ar e della Tradizione in una rivoluzione moderna non posso a mio parere che guardare all’Iran come esempio, tanto più che esso si esprime al di là delle ideologie moderne di qualunque tipo… Insomma preferisco Khomeini a Che Guevara se devo dire la mia , ma allo stesso tempo faccio notare che fra gli alleati dell’Iran ariano e tradizionale ci sono proprio quei popoli e stati non allineati e molto spesso socialisti che sono nemici del grande satana occidentale, quindi che dire , il mondo è rovesciato e bisogna capire che spesso oggi anche il basso e l’alto oltre che la destra e la sinistra sono invertiti , oggi bisogna essere come il cane di Rabelais che stritola l’osso per cercare il midollo al suo interno…
Ciao Tullio buonasera,
quello che hai descritto è stata l’azione di sovietizzazione forzata che Castro ha avvallato negli anni, entrando proprio in contrasto, non solo con Ernesto Che Guevara, ma anche con gli altri capi guerriglieri, della prima ora, che non vedevano certo di buon okkio la prevaricazione del disegno di egemonia sovietica, rispetto all’originario disegno di liberazione Latino-Americana ( …sull’orma Bolivariana ) come terza via libera ed indipendente; a tal punto che (… come tutti sappiamo) quel sogno fini’ proprio in Bolivia grazie all’intervento ” etero-diretto” dai sovietici ed avvalato sicuramente da Castro, contro la guerriglia spontanea, ed in cui rimase ucciso e tradito Che Guevara .
Sono tutte “contraddizioni” forti e totalizzanti, che esplodono dentro il movimento rivoluzionario bolivariano in America-Latina; la stessa sorte toccò in Nicaragua a Eden Pastora il Comandante Zero, che fini per fare la guerra ai Sandinisti che lui stesso aveva portato al potere, contro il Somozismo Yankees …
Sono personaggi tragici, dicotomici, luciferici, forse fin troppo poetizzati dalle sinistre, ma rassomigliano tanto ai nostri Carlo Pisacane, ai nostri Fratelli Bandiera , ai nostri Daniele Manin , ed infine ai nostri Carmine Crocco …
Non sono certo i buoni della storia , quelli senza peccato, ma sono sicuramente quelli scomodi, i non-allineati, i non-conformi , quelli che sono morti spesso armi in pugno , spesso uccisi a tradimento in giochi piu’ grandi di loro …
Si rassomigliano maledettamente tutti, ed io nutro, massima considerazione e rispetto percoloro che sanno morire armi in pugno, anche per cause lontana e spesso contrapposte totalmente alla mia …
E’ la visione del mondo che anima il nostro mondo pagano- ancestrale che ci tiene fuori dal manicheismo giudaico-cristiano e dal moralismo demo-borghese ( di qulli destinata sempre e comunnque a sopravvivere in tutte le situazioni ) …
Con la massima stima ed affetto di sempre.
Un saluto anche a Nereo se lo senti …
Falso mito per la sinistra il ‘Che’. Figuriamoci per la destra! Ricordo che fui contentissimo quando lo fecero fuori.
Fernando ho letto dopo aver scritto , spero di averti risposto , il mio intervento non era da intendersi come una presa di posizione o difesa di Guevara ma come una semplice constatazione sullo scritto della Iacono. Punto. Per il resto visto che si parla del rapporto anche fra donne e militanza , preferisco ricordare il SAF e i grandi sacrifici delle patriote italiane.