In un mondo globalizzato come quello odierno appare impossibile pensare a un modello differente da quello dell’economia di mercato e della democrazia liberale, eppure in questo momento di grande crisi derivante dalla diffusione del Coronavirus (COVID-19) da più parti si erge la volontà di proporre un sistema giuridico alternativo a quello sinora applicato.
E proprio nel contrastare la grave pandemia in corso, la Cina – paese autoritario che, come sottolinea Daniele Perra, è intriso di confucianesimo e di socialismo, e che applica una rigida regolamentazione dell’economia – si è rivelata molto più efficiente rispetto all’Occidente nell’arrestare la diffusione del virus e pertanto nel proteggere la propria popolazione.
Su alcuni di questi temi abbiamo modo di riflettere grazie a Sovversione! Conversazioni su politica, amore e tecnologia, saggio di Srecko Horvat e di Alfie Bown (NovaEuropa Edizioni, 2019, 124 pagine, 16 euro) in cui si pongono in discussione i cardini stessi dell’attuale postmodernità.
Innanzitutto, si ritiene che l’Unione Europea sia ormai nella fase del declino e abbia fallito nel progetto di realizzare il benessere dei cittadini. Inoltre, essa viene ritenuta responsabile della desertificazione economica di vari paesi attraverso l’austerità e della realizzazione di politiche atte a sradicare l’identità di interi popoli e di comunità.
Horvat successivamente procede alla critica della c.d. “Primavera araba”, fenomeno costruito ad arte dagli Stati Uniti d’America insieme ai mass media, allo scopo di destabilizzare i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.
Nello specifico, l’autore si sofferma a evidenziare come alcune delle più terribili guerre in corso siano scaturite dal fatto che i paesi colpiti erano nel mirino delle potenze occidentali, che miravano a condurli all’indebitamento per sottrarre loro materie prime e pertanto sottoporli al loro diretto controllo, come nel caso della Libia di Muʿammar Gheddafi.
Pur essendo uno studioso di estrazione socialista, Horvat non esita a sostenere che la sinistra ha completamente abbandonato la classe lavoratrice, rinnegando i temi classici della lotta di classe e della rivoluzione del proletariato, con la conseguenza che nelle elezioni gli strati meno abbienti della popolazione si rivolgono sempre più spesso alla destra. L’Autore attribuisce questa scelta sia alla maggiore semplicità di soluzioni che essa propone, sia al fatto che i progressisti hanno ormai una visione evanescente della realtà. Nella fattispecie Horvat sottolinea come:
«La sinistra abbia anche un problema che potremmo chiamare di “proiezionismo”. Di solito la sinistra ha il fantasma del buon lavoratore: l’ideale della classe lavoratrice che legge Marx mentre lavora alla catena di montaggio. E parallelamente alcuni vedono anche i rifugiati come potenziali soggetti rivoluzionari. Io penso che anche questa sia una trappola. Per fare dei rifugiati una classe rivoluzionaria ci vuole organizzazione e tempo; non è cosa che si possa fare nel giro di una notte. La ragione per cui la destra sta vincendo è che loro operano sul campo.»
(Srecko Horvat, Alfie Bown, Sovversione! Conversazioni su politica, amore e tecnologia, NovaEuropa Edizioni, Milano, 2019, cit. p. 46)
Horvat si cimenta anche nello studio delle nuove tecnologie, soffermandosi in particolare su internet e mettendo in evidenza il fatto che questa rete di comunicazione, pur consentendo di agevolare gli scambi commerciali e le relazioni sociali, è diventata uno strumento di disumanizzazione e di sorveglianza politica che può condurci a una società distopica.
Se giunti a questo punto qualche lettore ritiene che la soluzione proposta da Horvat sia pertanto quella della rivoluzione del proletariato per abbattere il capitalismo, si sbaglia. Al contrario, l’autore sostiene che l’unica strada è quella di studiare a fondo il nemico e di sovvertire il sistema dall’interno.
*Sovversione! Conversazioni su politica, amore e tecnologia, Srecko Horvat, Alfie Bown, NovaEuropa Edizioni, Milano, 2020, p.124, € 15,36
Horvat non è credibile. È un casinaro tuttologo che le spara grosse per farsi pubblicità. Ma che cosa vuol mai dire: “Primavera araba, fenomeno costruito ad arte dagli Stati Uniti d’America insieme ai mass media, allo scopo di destabilizzare i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente”? Forse che al Dipartimento di Stato hanno convocato i maggiori media del mondo per una riunione operativa? Non facciamo ridere…
Figuriamoci che interesse avevano gli USA ad abbattere Mubarak!