“Primo giorno nel letto pensando di aver contratto il coronavirus.
Secondo giorno ho fatto la spesa con guanti e mascherina: ho preso ciò che non avrei preso in tempo di pace tra cui svariati biscotti di frolla al cioccolato e paté di pomodori a volontà.
Terzo giorno: nuovo decreto ministeriale, non esco di casa.
Quarto giorno: la revisione auto mi costringe ad uscire. Un incubo dietro l’altro. Si suda troppo con i nuovi accessori. La paura di essere contagiati. Siamo tutti possibili untori ormai. Sguardi impauriti, cuori senza battiti, veicoli senz’anima.
Quinto giorno…non ho piu fame né sete…forse non prenderò sto maledetto virus, ma perirò senza il sale della vita. Cos’è un fragile abbraccio, un bacio rapito, se non la gioia di un istante che ci hanno sottratto?
Cosa fare nei prossimi giorni di quarantena? Qualche sana lettura.
Il giovane europeo di Drieu La Rochelle mi prende molto, pare scritto qualche giorno fa! E poi. Grazia Deledda, Canne al vento, l’incubo della malaria sempre in agguato; Dostoevskij, L’idiota, che accetta la realtà della stupidità umana; le poesie di Cardarelli, di Ungaretti, di Merini, e per finire Alessandro Manzoni, perché no, I promessi sposi, che ci fanno sentire partecipi di un mondo in cui mai e poi mai avremmo potuto immaginare di vivere.”
Grazie Mariella, per la tua leggerezza e competenza!