• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
sabato 28 Maggio 2022
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Scritti

Cinema. Perché rivedere la rivolta contro il mondo moderno de “Heroes and Villains” di Mina di Sospiro

by Giovani Sessa
29 Febbraio 2020
in Scritti
8
Un frame della pellicola di Guido Mina di Sospiro

Ci è capitato più volte di parlare dei libri di Guido Mina di Sospiro, milanese trapiantato dai primi anni Ottanta negli Stati Uniti, paese nel quale ha pubblicato diversi volumi in inglese, tradotti  nella nostra lingua ed in altre, perfino in coreano e tailandese. I suoi scritti testimoniano la sua adesione ad una visione tradizionale della vita, alla quale si sentì spinto per impulso naturale, fin dall’adolescenza. Il rifiuto della contemporaneità materialista e utilitarista emerge, con particolare evidenza, anche da un suo lavoro cinematografico, prodotto tra il 1978 e il 1979, assieme ad un gruppo di amici e coetanei che si autodefinirono «Scuola di Milano». Ci riferiamo al film, Heroes and Villains, oggi visionabile integralmente al seguente link:

Si tratta di un Super 8 che, pur non potendo avere tecnicamente le qualità dei 35 mm., presenta, nel sagace uso delle immagini e nella concitazione dell’intreccio, una profonda suggestività.

  Nel maggio del 1979 il film di Mina di Sospiro fu presentato alla Cineteca Nazionale di Milano ed ottenne un notevole successo di pubblico. Gli spettatori furono coinvolti dalla proiezione, partecipando attivamente ad essa ed accogliendo con un lungo applauso la scena finale. Il conservatore della Cineteca, Walter Alberti, rimase particolarmente colpito da quella serata, in particolare, dall’inusuale entusiasmo del pubblico. L’Italia e Milano, in quel frangente storico, vivevano sulla propria pelle la drammaticità degli «anni di piombo». Chi non si adeguava ai diktat intellettuali e politici della sinistra «katanghese», rischiava grosso. Molti furono feriti, altri persero la vita. Il regista, avendo anzitempo conseguito il diploma maturità, dedicò altre un anno alla realizzazione di Heroes and Villains. 

   Perché tornare a parlare di questo film ad oltre quarant’anni dalla sua prima apparizione? Innanzitutto perché, ancora oggi, è di stringente attualità. In secondo luogo, perché il film, come molte altre produzioni culturali del periodo, non in linea con le scelte ideologiche dell’industria culturale monopolizzata dal marxismo, subì una vera e propria censura.

  Il tema che attraversa la pellicola, della durata di poco più di un’ora, è una sorta di rivolta contro il mondo moderno: Mina di Sospiro, non aveva ancora letto Evola, eppure il rifiuto radicale dei «miti» moderni, quali l’esaltazione acritica del progresso, il macchinismo, la ricerca insensata dell’utile e della ricchezza, il dominio della dismisura in ogni ambito, rappresentano le ragioni del contendere, l’humus culturale da cui sorse la pellicola. Chiunque dovesse guardare il film, non pensi di poter rintracciare in esso una trama di tipo convenzionale. Nei titoli di testa, infatti, compare una citazione tratta da Marck Twain: «Coloro che cercheranno di trovare uno scopo in questa narrazione saranno processati; coloro che cercheranno di trovarvi una morale saranno banditi; coloro che cercheranno di trovarvi una trama saranno fucilati». Forse, una definizione acconcia di questa produzione cinematografica potrebbe essere quella di «registrazione, di trascrizione in immagini» di un impulso, l’impulso antimoderno.

  Nella pellicola non compaiono mai i segni tipici della modernità: automobili, telefoni, televisori e apparecchi di qualsiasi tipologia. Probabilmente, l’antimodernismo dell’adolescente Mina di Sospiro era sostenuto dalle letture che, in modo particolare, lo avevano attratto e segnato nel profondo in quegli anni concitati. Tra esse vanno ricordate quelle inerenti i testi di Hölderlin, Novalis e Rilke, accompagnati dai lirici greci e dai mistici persiani. Ciò rende l’idea di come fosse vasta e controcorrente la «biblioteca» di questo giovane degli anni Settanta: mentre i suoi coetanei leggevano Marx, Mao e Marcuse e di lì a poco, proprio per questo, la loro contestazione sarebbe stata riassorbita dal sistema, Mina di Sospiro dai classici e dagli autori della Romantik, sarebbe transitato, in età matura, al pensiero di Tradizione, che lo avrebbe reso immune al germe moderno. 

    Altro tratto che connota i vari momenti in cui la pellicola si snoda, è l’irriverenza di fondo nei confronti del senso comune, testimoniante quanto fosse viva nel regista l’eredità delle avanguardie di inizio secolo e, tra esse, del dadaismo. Lo sberleffo giovanile è il tratto di fondo che accompagna soprattutto le prime scene del film che, uno spettatore superficiale, potrebbe giungere ad interpretare quale mero esercizio goliardico. In realtà, come per i dadaisti, l’immagine-sberleffo è denudante, ha lo scopo di liberare lo sguardo, oltre che la mente, dalle sovrastrutture imposte dalla cultura dominante. Tutto ciò indusse lo stesso Alberti e il vice-direttore della Cineteca Italiana, Gianni Comencini, fratello del regista Luigi, ad essere diffidenti nei confronti di Heroes e Villains, delle cui scene non comprendevano il senso riposto.

    Ma all’improvviso, l’aggressività iniziale, pare diminuire progressivamente, a partire dal momento in cui, nel giardino di un’antica magione aristocratica, tre giovani attori, vestiti in smoking, sostengono di essersi lasciati alle spalle l’irriverenza dada, a causa della loro conclamata normalità. Altra scena capitale è certamente quella che ha al proprio centro il tricolore sabaudo, issato su un poggiolo della dimora nobiliare, sotto una pioggia incalzante: simbolo di valori antitetici a quelli testimoniati dal presente. Di notevole rilevanza sono, inoltre, le descrizioni delle difficoltà nei rapporti con l’altro sesso da parte dei protagonisti, scene centrate, quindi, sull’iniziazione erotica, durante le quali viene smitizzata la Pioggia nel pineto di D’Annunzio, recitata in falsetto da uno dei giovani.

   Va registrata, tra le altre cose, la poeticità di un momento del film, girato sotto un’intensa nevicata, durante la quale uno degli attori abbraccia un albero, citando una frase di Guido Morselli, altro straordinario interprete dell’antimodernismo letterario di quegli anni, tratta da Dissipatio H. G. L’epilogo è preparato da altre immagini, che trovano sviluppo sul balcone: qui un attore getta pane alle presunte folle di sotto riunite ed urla: «non ci lasciano morire». Si passa, subito dopo, alla presentazione di un ambiente del tutto particolare, una «fagianaia», capriccio architettonico neo-gotico. L’ inquadratura si sofferma su mobili per bambini e sulle reti che sostituiscono le normali finestre. La scena conclusiva vede il primo attore in smoking, in piedi sulle montagne, al crepuscolo, barcollante. Lo spettatore intuisce la sua possibile fine, il primo attore è sempre più instabile.  Non è così, si tratta della rappresentazione simbolica del risveglio della forza vitale, del solve et coagula che albeggia al di sotto della scorza rigida che il nichilismo ha tessuto attorno alla personalità nell’epoca presente.

    Dopo il successo milanese, il film non riuscì ad essere distribuito, ad entrare nel circuito delle sale cinematografiche. Preso atto della censura, Mina di Sospiro decise di lasciare l’Italia e si trasferì a Los Angeles, dove tuttora vive. Ci auguriamo che la presenza nel web della pellicola gli renda finalmente ragione del torto subito.

@barbadilloit

Giovani Sessa

Giovani Sessa

Giovani Sessa su Barbadillo.it

Related Posts

Storia. La dottrina del fascismo e gli altri documenti ufficiali di Benito Mussolini

Storia. La dottrina del fascismo e gli altri documenti ufficiali di Benito Mussolini

24 Maggio 2022
Riviste. Storia in rete sull’epopea del tirannicidio

Riviste. Storia in rete sull’epopea del tirannicidio

18 Maggio 2022

Destre. Addio a Ferdinando Signorelli: epiche le battaglie per la libertà del fratello Paolo

Labirinto Stasi e il Grande Fratello nella Germania dell’Est

Formula 1. Verstappen conquista Miami davanti alle Ferrari

Dal futurismo al punk dadaismo secondo Davide Fent

Jacques Perrin un francese a Cinecittà

“Vita in vendita”, Yukio Mishima è un’anguilla

Arriva il nuovo numero della rivista “Fuoco”: “Nella rete della Rete”

Comments 8

  1. Silvano says:
    2 anni ago

    Sul sito di youtube da film NON DISPONIBILE!

    Si sà perche? Grazie e ottimo lavoro.

  2. Giovanni Sessa says:
    2 anni ago

    Ha ragione. Può vedere il film a questo link:
    https://vimeo.com/366528847
    Giovanni Sessa

  3. Silvano says:
    2 anni ago

    Grazie Giovanni. Il Vostro lavoro è MERITORIO.

  4. Angelo Pardi says:
    2 anni ago

    Notevolissimo.

  5. Betti says:
    2 anni ago

    Conoscevo l’autore, non i suoi inizi da cineasta. Incredibile che un film di questa originalità potesse allora passare inosservato.

  6. Amedeo says:
    2 anni ago

    Geniale, e anche molto divertente!

  7. Lorenzo says:
    2 anni ago

    Capolavoro.

  8. Giorgio Lentini says:
    2 anni ago

    Per un’ora e dieci minuti, vi farà dimenticare il conoravirus! Lo raccomando.

Più letti

  • L’intervista.  Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    L’intervista. Goikoetxea: “Il fallo su Maradona? La mia croce”

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Segnalibro. “Eurasia” e l’attuale ciclo politico dell’Europa

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Difesa. La memoria del cordiale in bustina (simbolo di un’Italia che non c’è più)

    33 shares
    Share 33 Tweet 0
  • Il caso. Arriva Rosiko il gioco da tavola di guerra tra i quartieri di Roma

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Statistiche. Tutti i colori delle maglie del calcio italiano: prevale il rosso

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

“Videorama”, l’esordio di Tomei tra esoterismo clan e pulsioni sfrenate

“Videorama”, l’esordio di Tomei tra esoterismo clan e pulsioni sfrenate

28 Maggio 2022
Giuseppe Sartori: “Il Teatro Greco? Uno spazio meraviglioso che ti accarezza”. Parola di Edipo

Giuseppe Sartori: “Il Teatro Greco? Uno spazio meraviglioso che ti accarezza”. Parola di Edipo

28 Maggio 2022
L’ambasciatore Lavezzo: “Guerra in Ucraina, la non neutralità italiana e gli orizzonti di pace”

L’ambasciatore Lavezzo: “Guerra in Ucraina, la non neutralità italiana e gli orizzonti di pace”

27 Maggio 2022

Ultimi commenti

  • Luca su La traduzione letteraria: un’arte conflittuale\1
  • Guidobono su Il punto (di M.Veneziani). La politica ridotta alla semiclandestinità
  • Guidobono su Il punto (di M.Tarchi). Biden, Putin e l’Europa nel conflitto ucraino
  • Giuseppe su Storia. La dottrina del fascismo e gli altri documenti ufficiali di Benito Mussolini
  • Francesco su Il punto (di M.Veneziani). La politica ridotta alla semiclandestinità
  • Mauro Scarabelli su Ritratti. Vittorio Savini, il fuoriclasse
  • Valter Ameglio su La Salernitana si è salvata due volte in una sola stagione

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più