“L’embargo con la Russia dobbiamo metterlo in discussione. Dobbiamo fare ogni sforzo con la Federazione Russa e l’Unione Europea per rimuovere le condizioni che lo hanno determinato. Ma se i tempi sono piu’ lunghi, siccome nel provvedimento i prodotti che ci sono, sono quelli della filiera lattiero-casearia, dell’ortofrutta, i prodotti ittici, dobbiamo togliere dall’embargo proprio questi prodotti”.
Questa la presa di posizione del ministro dell’Agricoltura a Bagheria, nel palermitano, al Consorzio Apo Sicilia, soc’Agricoltura, Teresa Bellanova, schierata per il superamento delle sanzioni alla Russia al fine di sostenere il il settore agroalimentare italiano, penalizzato dalla chiusura dei commerci con Mosca.
“Andrò in Europa – ha sottolineato il ministro – per dire quindi che bisogna togliere le condizioni dell’embargo, ma se ci vorra’ piu’ tempo allora dobbiamo tirare fuori dall’embargo i prodotti dell’agroalimentare”.
Sarebbe ora. Le aziende italiane, e non solo quelle agricole, sono state tra le più danneggiate da questo embargo alla Russia, dove avevano un importante mercato, dato che la Russia é un paese dove le importazioni superano le esportazioni non avendo un apparato industriale troppo sviluppato, salvo che in alcuni settori. L’embargo alla Russia, deciso unilateralmente da USA e suoi Stati vassalli – tra cui il nostro – é assolutamente ridicolo e ingiustificato. L’annessione della Crimea alla Russia va riconosciuta, perché é improbabile che il referendum sia stato oggetto di brogli, dato che 2/3 della sua popolazione é russofona.