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Home Cultura

Cultura. “La Rosa dormiente”: le poesie di Bobby Sands come inno alla libertà

by Fernando M. Adonia
19 Marzo 2020
in Cultura, Libri
0
Bobby Sands in un murales di Belfast

Forse santo. Sicuramente poeta, orgogliosamente guerriero. Ecco Bobby Sands. La sua è stata una morte esemplare, tanto quanto una vita spesa fino all’ultimo accarezzando il sogno di una patria libera e di un popolo – quello irlandese – non calpestato nella sua dignità. “Mi dispiace, ma devo morire”, le ultime parole segnano un paradosso: disobbedire per rimane leali alla propria causa. Giovanni Paolo II lo aveva scongiurato di mettere fine allo strazio dello sciopero della fame. Sul letto di morte gli aveva fatto recapitare una croce d’oro. Un gesto cristiano e rivoluzionario che straccia via tutte le regole della diplomazia, un gesto di supplica paterna. Bobby Sands ha scelto invece altro, di portare a termine la propria testimonianza, di ultimare il martirio.

Sessantasei giorni di sciopero della fame. Bobby Sands, guerrigliero dell’Ira, muore il 5 maggio 1981. Lo seguiranno altri nove patrioti irlandese in una protesta estrema decisa affinché il governo del Regno Unito riconoscesse loro lo stato di prigionieri politici e non di criminali comuni. Una vicenda che lasciò il mondo sgomento. Due film, sugli altri, hanno raccontato quei giorni drammatici: l’emozionante Una scelta d’amore (1996) e The Hunger (2008), applauditissimo al festival di Cannes. Tra gli anni Ottanta e Novanta, il martire del blocco H divenne un punto di riferimento politico e intellettuale per i giovani italiani. Benché socialista, i ragazzi del Fronte della Gioventù lo hanno eletto a nume tutelare in nome di una croce celtica che univa idealmente il nord e il sud dell’Europa.

Bobby Sands poeta, dunque. Nel 1991 un giovane Fabio Granata porta in Italia un libretto di poesie, La Rosa dormiente. Subito tradotto, fu pubblicato da una meteora del panorama editoriale, la Pietrangelo Buttafuoco Editore. Proprio lui, il giornalista e scrittore siciliano. Una vera e propria chicca ripubblicata ultimamente in tandem dalla Avar Edizioni e dal Centro Librario Occidente di Francesco Paolo Ciulla. Un’uscita che cade mentre la difficile trattativa sulla Brexit tra Ue e Regno Unito, sul nodo appunto del confine tra le due Irlande, ha dimostrato tutte le sue crepe.

“Ricordo benissimo la sua lezione – scrive Buttafuoco sulla quarta di copertina – Fu quella di rendersi fratello con chi nelle lontane brume di una terra del nord, chiuso in una prigione, riceveva la supplica di un Papa che da Roma gli chiedeva di interrompere lo sciopero della fame. L’unico detenuto che poteva capire quel gesto era Paolo Signorelli che seppe spiegare cosa sarebbe accaduto della decisione di Bobby Sands”. Finì che “l’irlandese diceva no al Papa e ne accoglieva però il regalo: un crocifisso d’oro che Sands presentò al cospetto dei suoi uomini. Quella stessa croce che poi ebbe a precedere la sua stessa bara quando i soldati d’Irlanda, portandolo in spalla, lo accompagnarono tra folla”. Centomila irlandesi che lo riconobbero “figlio, padre ed eroe. In una processione che è rimasta nella storia come un canto di libertà”.

*La Rosa dormiente di Bobby Sands, introduzione di Fabio Granata, postfazione di Paolo Signorelli, più un intervento di Pietrangelo Buttafuoco, euro 12, Avatar edizioni

@fernandomadonia

@barbadilloit

Fernando M. Adonia

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Tags: Barbadillobobby sandrbuttafuocoirairandaIrlanda del Nordirredentesimola rosa dormientepaolo signorellisei contee

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