I dati usciti dalle urne di domenica in Emilia dicono due cose molto semplici.
La prima: al sovranismo non bastano le leadership di Salvini e Meloni. Né un radicamento esclusivamente politico-elettorale per scardinare un modello di governo ben identificabile.
L’asse burocratico che gira attorno al Pd è netto è chiaro: settore terziario, export, sostenibilità del debito, assistenzialismo, nuove schiavitù. Scherzare sul modello Ztl non basta più perché questo è un modello economico fatto e finito dentro al quale lavorano ampi settori e diverse forme di classi dirigenti. A questo modello il sovranismo non si è capito cosa voglia contrapporre nei fatti, se non un vago protezionismo liberista alla Trump (senza avere il Pil degli Usa o l’influenza finanziaria di Boris Johnson).
La seconda: Il M5S sparisce. Dal 2011 anno della crisi e delle manganellate finanziarie Berlusconi, Renzi, Grillo, si sciolgono come neve al sole difronte alla prova del governo di rottura.
Ciò testimonia che in Italia esiste un elettorato critico del modello decrescita puntualmente disilluso.
Chi bazzica questi lidi farebbe bene a coltivarlo con rispetto, costruendo una valida alternativa politica.
Dopo aver letto il pezzo esce spontaneo embee!! Essere critici senza menzionare una seppur vacua prospettiva, si continuerà ad essere in un limbo di usati,manipolati,perdenti.Nel frattempo Zingaretti,Orlando,Bersani sghignazzando festeggiano..
Il M5S merita di sparire dal panorama politico italiano. Ha ingannato i suoi elettori, specialmente quelli “di sinistra” disgustati dal PD, che non lo votavano più. Ma con il PD ci ha fatto il governo e da allora in qualsiasi competizione elettorale, i pentagrulletti prendono sempre meno voti, come é giusto che sia. Se loro, quando Salvini causò la crisi di governo, avessero scelto di andare a elezioni anticipate invece di fare il “Giuseppi bis” con il PD, avrebbero non solo mantenuto credibilità, ma soprattutto consensi. Comunque io sono dell’idea, come l’autore dell’articolo, che bisogna abbandonare i partiti leaderistici e tornare ai partiti ideologici come nella Prima Repubblica. I leader di partito ci sono sempre stati, ma erano di passaggio, invece oggi un “partito” si modella sulla figura del leader. Il virgolettato non é casuale, perché oggi gli unici partiti che sono tali sono solo il PD e il PC di Rizzo, gli altri hanno nomi e loghi che di partitico hanno ben poco. Uno dei più ridicoli é senz’altro il partitino centrista di Renzi, il cui logo assomiglia a quello di una nota crema per i pruriti vaginali.