Dicembre 1922, Benito Mussolini è salito al potere da poco. Nemmeno quaranta giorni prima è divenuto capo del governo, grazie alla Marcia su Roma. Il suo primo viaggio in una capitale estera è, a sorpresa, a Londra, dove si trattiene dal 9 al 12 dicembre per i lavori della Conferenza interalleata. Proprio nel cuore dell’impero britannico, in quella “perfida Albione” che gli riserverà però un’accoglienza straordinaria. Attenzione, interesse, curiosità, ma anche entusiasmo: tutto il mondo politico inglese, e più in generale la classe dirigente britannica e una buona fetta dell’opinione pubblica della più antica democrazia al mondo, guarda con grande rispetto e ammirazione l’uomo che ha bloccato il bolscevismo in Italia e che si propone come uno dei leader europei del futuro, rompendo gli ormai vetusti cliché politici del tempo.
“Non ricordo entusiasmo pari a quello, nemmeno in Germania. Il delirio con cui la folle ci accolse alla stazione Victoria – ricorda Quinto Navarra, commesso di Mussolini per oltre 20 anni – è indimenticabile. Procedevamo a stento tra una marea umana che gridava, accecati dai lampi di magnesio dei fotografi”. Un’accoglienza da star, tanto incredibile quanto vera, sulla quale è calato l’oblio. Il suo arrivo sulle rive del Tamigi è ricco di episodi, curiosità e risvolti sinora in buona parte inediti, a cominciare dalla visita a Buckingham Palace da Re Giorgio V che l’anno successivo lo insignirà dell’Ordine del Bagno, un importante ordine cavalleresco. Con “Welcome signor Mussolini” (Eclettica Edizioni, pag. 192, 16 euro) Fabrizio Vincenti ricostruisce ogni fase di quel viaggio e il clima dell’epoca con dovizia di particolari, grazie a un accurato lavoro di archivio che ha permesso di fornire indicazioni, oltre che sull’incontro, anche sulla comunità italiana nell’isola, sui gruppi antifascisti presenti e sul fascio di Londra. Nel mare sconfinato delle pubblicazioni dedicate al Duce, nessuno aveva mai esplorato a dovere questo importante capitolo dei rapporti tra Mussolini e la Gran Bretagna. Un viaggio, quello in terra inglese, mai più ripetuto che finalmente torna alla luce, grazie al lavoro di Vincenti, collaboratore de La Nazione e de Il Primato Nazionale, che nel recente passato, sempre con Eclettica, ha tolto dall’ombra la figura di un fascista di sinistra integerrimo come l’ultimo federale di Torino Giuseppe Solaro (“Giuseppe Solaro, il fascista che sfidò la Fiat e Wall Street) e dato vita a un interessante saggio su Ezra Pound durante la Rsi con la trascrizione di tutti gli articoli, sino a allora mai compiuta, che il grande poeta americano, schierato più che mai con Mussolini, scrisse in quei tragici mesi segnati dalla guerra civile (“Qui Ezra Pound, pagine poundiane nella Rsi”). Ora questo libro sulla fase iniziale della parabola umana e politica del Duce capo di governo e sulle sue prime mosse in politica estera. Un libro destinato a sorprendervi per la quantità di informazioni raccolte. “State per leggere un saggio storico denso, documentato, puntuale. Un libro – scrive Francesco Borgonovo, vice direttore de La Verità, che ha curato la prefazione – che approfondisce e racconta, illuminando fatti finora rimasti oscuri. E’ incredibile quanto poco si sapesse finora – anche fra gli storici di professione – dei viaggi del Duce nei primi anni del fascismo. Questo volume è prezioso poiché – documenti alla mano – ricostruisce i momenti iniziali dell’Italia mussoliniana. Dalla lettura si esce più informati, più consapevoli, dotati di un approccio più problematico. C’è bisogno di libri così: testi che indagano, spiegano, svelano”.