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Home Cultura

Cultura. Il nuovo saggio del sovranista Dugin, “Soggetto radicale”: sabato anteprima nazionale a Aprilia

by Red
13 Novembre 2019
in Cultura
1
Soggetto radicale, il nuovo saggio di Dugin

Sabato 16 novembre alle ore 17.30 ad Aprilia presso il Casello Ristopub in via Nettunense, km 27.400 ci sarà la presentazione, in anteprima nazionale, del libro del filosofo russo Aleksandr Dugin dal titolo “Soggetto Radicale”: l’iniziativa è promossa dall’associazione Aprilia in Prima linea.

Il volume

Si tratta di “un’opera poderosa e importante”: interverranno nell’incontro Maurizio Murelli (Aga Editrice) editore italiano delle opere del prof. Dugin e Rainaldo Graziani che è tra i massimi divulgatori del “pensiero duginiano” in Italia.

La presentazione del promotore

L’evento è annunciato così dall’organizzatore, Emanuele Campilongo:

“Nell’epoca in cui viviamo contrassegnata dalla post-modernità, vi è la necessità di orientarsi in una realtà che ha travolto i sistemi di riferimento tradizionali, gettando l’umanità in un mondo liquido e spersonalizzato. Il post-moderno fa a pezzi i principi moderni, che a loro volta, sono la negazione del mondo della Tradizione. Nasce così la società della dissoluzione, della pandemia del gender, della virtualizzazione delle esistenze. Il post-moderno è l’apocalisse dei popoli, l’ultimo atto della civiltà, la Grande Mezzanotte dell’Essere. Per reagire a questo stato di cose, è fallimentare affidarsi a vecchi valori, resuscitando ricette che hanno fallito, o messe al bando dalla necessità della Storia. Nasce proprio da questa consapevolezza l’idea di un Soggetto Radicale, che si manifesta quando tutto sembra perduto, facendo capolino solo alla chiusura dei cicli. Il Soggetto Radicale è un’istanza che si mantiene identica a se stessa, indifferente all’avvicendarsi dei secoli, ai giochi politici, allo scorrere delle epoche.

Il Soggetto radicale è la trasposizione umana della “Quarta Teoria Politica” di Dugin. Quindi l’arrivo a questo punto è frutto di un percorso. Nel processo discendente della storia – che, secondo la Tradizione, non è un cammino verso il “migliore dei mondi possibili” ma una caduta, un allontanamento dalla sacralità originaria – il Soggetto Radicale si mantiene fermo, nell’occhio del ciclone, dove regna una singolare calma. Ed è proprio quando subentra il postmoderno che ritrova la sua vigoria originaria. Versione “aggiornata” dell’Uomo differenziato, protagonista di “Cavalcare la tigre” di Evola, il Soggetto Radicale è un Sole che si accende nel cuore della notte, quando il ricordo della Tradizione è completamente svanito, quando la post-modernità trionfa ovunque. Solo allora si manifesta, alchimia della Fine dei Tempi, nonché promessa di un Nuovo Inizio. Il Soggetto Radicale attende la desacralizzazione del mondo per affermare se stesso, la purezza d’acciaio del suo spirito, sempre identico a sé e assolutamente invincibile. Il suo essere ama il materialismo, la materia, vedendovi una sfida. Il suo spirito brama l’ultima prova, la prova più terribile, l’immersione nella gelida cascata delle acque materiali e infernali. È lì che afferma la propria dignità e un’incomparabile superiorità. Siamo giunti già alla “seconda fase” della Guerra culturale in relazione al nostro appuntamento. La prima fase è quella del “silenzio”. Ma grazie all’importanza e allo spessore degli ospiti, questa fase a noi non riguarda. Siamo nel pieno della “seconda” cioè quella della “mostrificazione-ridicolizzazione”. Questa è la fase dove scribacchini, spioni e saltimbanchi della politica si trovano a loro agio e dove piovono provocazioni. Chi come noi guarda “all’uomo differenziato” e al “soggetto radicale” come modello umano di riferimento, non presta il fianco in alcun modo. Appare evidente come questo libro segnerà la storia della filosofia internazionale, poiché esso non solo detta i punti per una fine definitiva del “mondo unipolare odierno”, ma aspira alla creazione di un mondo multipolare. Ed è solo apparente l’assurdità del fatto che tale opera venga presentata in un territorio – ad essere buoni – marginale dal punto di vista culturale. Infatti, proprio dove la notte ha raggiunto il punto più buio ed impenetrabile, che il Soggetto Radicale erompe e si mostra. Tutto torna a ben vedere. Combattere la post modernità odierna con le ricette del passato – quali esse siano – vuol dire votarsi alla sconfitta certa. Abbiamo bisogno di dotarci di nuove armi, per combattere la dittatura liberale. Il comunismo e il fascismo non esistono più. L’unico nemico rimasto è il liberal-capitalismo, non solo come strumento di oppressione economica e sociologica, ma come religione del pensiero unico e dogma della globalizzazione. Questa è la guerra delle idee che deve essere portata nel campo dello spirito. È la lotta per l’uomo contro l’egoismo individualista; è la lotta per la Comunità contro la disgregazione della società; è la lotta per la sovranità delle persone e delle Nazioni contro la dissoluzione dei singoli e degli Stati. Ma la sinistra, genericamente intesa, continua ad attaccare tutti coloro che si posizionano su questa linea, abbracciando invece il buonismo progressista e il sentimentalismo umanitarista, i diritti dell’individuo e le pulsioni delle minoranze. Il liberalismo ha ipnotizzato le menti e obnubilato le coscienze. Si è caduti nella trappola illusoria della libertà, mentre siamo immersi nella terza forma totalitaria, quella della dittatura liberale. Questa forma tirannica post moderna considera nemici tutti coloro che mettono in discussione il suo potere. Bisogna agire con coloro che sono liberi dalla soggezione del potere. “Per questo siamo pericolosi: perché non siamo inquadrabili” (cit. Dugin)”.

@barbadilloit

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Tags: agaapriliaBarbadilloduginsoggetto radicale

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Comments 1

  1. Rosen says:
    4 anni ago

    “L’uomo differenziato” non può essere attualizzato. Semplicemente perché “è”, chi si riconosce come tale, ne assume autocoscientemente la volontà di Potenza e la attualizza a qualsiasi contesto del contingente. Questo soggetto radicale che “ama la materia” sembra più vicino all operaio di Junger che rimane un sottoinsieme del concetto ontologico espresso dall Evola.
    Poi qualsiasi atto in questa direzione è ben accetto, certo, non nel ruolo di aggiornatori/attualizatori, ma da epigoni.

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