Difficile dopo 40 anni far ragionare chi si è sentito soddisfatto dall’indirizzo univoco dato alle indagini ancor prima che fosse ufficiale che si trattasse di una esplosione causata da esplosivo.
Sul fatto che fosse giunta all’Ansa una telefonata di rivendicazione dell’Fplp si risponde: “Ma che peso può avere una telefonata anonima?”, dimenticando però che quando Cossiga dichiarò, 3 giorni dopo la tragedia, che si trattava certamente di una strage fascista, oltre a citare la ben nota “costante storica” (“sono stati sempre loro quindi è logico che siano stati loro anche stavolta”), fornì a riprova una fantomatica telefonata di rivendicazione dei Nar…
Sulla presenza accertata da subito dei due terroristi tedeschi del gruppo di Carlos Kram e Froeligh a Bologna tra Primo e 2 agosto, si risponde: “E che dimostra?”, dimenticando che l’unico indizio a carico di Mambro e Fioravanti è la dichiarazione del collaboratore di giustizia Massimo Sparti (dichiarato inaffidabile da moglie e figlio) che sostenne che i due si trovavano nel piazzale antistante la stazione “travestiti da turisti tedeschi”. E quando la difesa gli chiese: “in che senso? Avevano i pantaloncini da tirolesi?”, Sparti rispose “si…”
Ora è accertato che dal luogo della strage è scomparso un corpo (se non due…). E i difensori del dogma processuale rispondono: “E che significa?”…
Forse nulla (o forse tutto), certo è che le indagini sono state fatte in modo parziale e approssimativo, se non deviato, e in qualunque nazione che pretenda di avere un sistema giudiziario vagamente credibile, le indagini andrebbero riaperte e le altre piste, nascoste in un cassetto da 39 anni, almeno esplorate.