Pubblichiamo una nota sulla Strage di Bologna, dei parlamentari Federico Mollicone, Paola Frassinetti, Isabella Rauti e Galeazzo Bignami nella quale chiedono al premier Conte di desecretare gli atti sulla bomba nella stazione
“La perizia del dna disposta nel processo Cavallini ha escluso che i resti che sono stati attribuiti a Maria Fresu appartengano effettivamente alla donna rimasta uccisa dalla bomba alla stazione, come rivelato da uno scoop di Adnkronos. La notizia, se confermata, potrebbe confermare la scomparsa del cadavere della Fresu e l’esistenza di un’altra vittima, che si aggiungerebbe alle 85 del bilancio ufficiale. Una vittima che, secondo alcuni analisti, sarebbe la terrorista che trasportava l’ordigno, una valigia esplosiva.
È la conferma delle nostre battaglie per la verità -storica e giudiziaria- che stiamo portando avanti con l’intergruppo “2 agosto. La verità oltre il segreto sulla strage di Bologna”, nel nome delle vittime e dei loro familiari. Il premier Giuseppe Conte renda disponibili alla difesa di Cavallini i documenti secretati.
La presidenza della Camera e del Senato prendano atto che, di fronte le evidenze emerse negli ultimi tempi, è necessario fare luce sugli avvenimenti della strage di Bologna.
È evidente che la Procura di Bologna non ha più la terzietá nel processo, e la tesi processuale è in seria discussione.
Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati presentino alle Camere immediatamente la nostra proposta di legge per la costituzione di una commissione d’inchiesta sui fatti di Bologna e sulle connessioni internazionali ad essi collegati. Il parlamento potrà, quindi, garantire terzietá e imparzialità, vista l’estrema importanza degli eventi sul piano internazionale, coinvolgenti anche i nostri servizi segreti. Le testimonianze di numerosi parlamentari e di consulenti come Giampaolo Pellizzaro, che hanno avuto modo di visionare i documenti esaminati nelle commissioni parlamentari d’inchiesta, rendono solida la correlazione fra la rottura del Lodo Moro e la bomba a Bologna, con il coinvolgimento di esponenti del terrorismo interno e internazionale, come la Rete Separat di “Carlos lo Sciacallo”, tesi giá sviluppata dal giudice Priore e Cutonilli nel loro saggio “I segreti di Bologna”, da Enzo Raisi nel suo “Bomba o non bomba”, dal lavoro giornalistico di Silvio Leoni.”