Ambiente, famiglia, giovani e lavoro. E poi sviluppo digitale, banda larga, imprese e cuneo fiscale. Di sicuro, oltre gli slogan, la ferrea determinazione di ristabilire la vocazione euroatlantica dell’Italia. Con questi argomenti, anzi con l’unico tema del (ritrovato?) occidentalismo s’è (ri)presentata alle Camere il (ri)premier Giuseppe Conte.
L’intesa, alla prova del Parlamento, potrebbe reggere oltre la fiducia. Al di là delle dichiarazioni di Conte, l’esecutivo che sostituisce la Lega col Pd quale socio (formalmente) di minoranza ma accreditato con la solita golden share dei voti decisivi in parlamento potrebbe durare per molto tempo. La ragione è nel basso profilo politico e programmatico. Perché Giuseppi ha parlato di tutto, è vero. Che è come parlare di nulla. Ha rassicurato le cancellerie internazionali, sponsor importanti di quello che le destre, oggi in piazza senza Forza Italia, ribadiscono essere un ribaltone in piena regole. Questo era quello che contava.
Di nomi di peso, politicamente parlando, non ce ne sono. Luigi Di Maio, l’unico personaggio tra i leader a volersi “sporcare le mani” nel Conte bis, è rimasto ingabbiato agli Esteri, dove ben poco potrà fare. Di temi in agenda, veri e importanti, non sembra di vederne tanti. Un esecutivo con orizzonti così alti e slegati dalle realtà quotidiane delle periferie, della provincia (l’eco-riqualificazione delle città, con quali soldi? l’Italia smart e connessa, e come se l’urbanizzazione ormai impera senza respiro e nelle aree interne non c’è più manco una salumeria?) pare un libro di sogni un po’ banali che condensa le parole che piacciono di più al marketing politico.
Insomma, non aspettiamoci nulla. Se non che, col basso profilo e con una parola buona per tutti, il nuovo governo possa durare (perché no?) fino alla fine della legislatura.
“…l’esecutivo che sostituisce la Lega col Pd quale socio (formalmente) di minoranza ma accreditato con la solita golden share dei voti decisivi in parlamento potrebbe durare per molto tempo”: infatti, ufficialmente il governo giallofucsia è di coalizione, invece è come se fosse un monocolore PD.
Werner. Tutti comunisti sono, che differenza fa?