Alla vigilia del trentanovesimo anniversario della strage di Bologna, Paola Frassinetti e Federico Mollicone, parlamentari di Fratelli d’Italia, hanno promosso un intergruppo parlamentare, per chiedere un commissione di inchiesta che chiarisca finalmente le vicende legate alla bomba che esplose alla stazione del capoluogo emiliano il 2 agosto 1980.
L’intento è di trovare finalmente la verità riguardo quella strage, alla luce di una nuova perizia esplosivistica depositata recentemente e di alcune carte coperte dal segreto di Stato, contenenti rivelazioni molto importanti ma non ancora divulgabili da chi le ha visionate.
All’intergruppo hanno aderito parlamentari provenienti da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Al riguardo, secondo Federico Mollicone “In 39 anni si è cercata la luna nel pozzo di depistaggi di Stato, pentiti inattendibili, evidenze non dimostrate, sentenze parziali discusse e discutibili. Non si è cercata la luna splendente della verità oggettiva e storica, oscurata nella notte del segreto di Stato”.
In una nota inoltre, Mollicone e Frassinetti, nel rispondere all’immancabile polemica con i familiari delle vittime, hanno ribadito la presenza di ipotesi alternative rispetto alla verità processuale. “La pista palestinese ha riscontri solidi, confermati dai componenti delle commissioni di inchiesta che hanno visionato i cablogrammi inviati dal colonnello Giovannone, in cui sarebbe contenuta l’avvertenza dell’allora responsabile dei servizi segreti a Beirut -e principale contatto con i movimenti palestinesi- di eventuali ritorsioni per l’arresto di Abu Anzeh Saleh e la rottura del cosiddetto Lodo Moro”.
[Al riguardo della Pista palestinese, rimandiamo al libro I segreti di Bologna]
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