Se la Nazione, secondo l’enfatica definizione di Renan, è “un plebiscito quotidiano”, la Patria, che della Nazione è una variante più complessa e profonda e che sembra essere scomparsa dal discorso pubblico, assume oggi le vesti più disparate.
La vediamo identificarsi con la Costituzione, ad esempio (ma non è, quest’ultima, un prodotto storico recente?); la vediamo rinnegata, di fatto, quando se ne invoca l’abolizione dei confini – e cioè della sua fisionomia e perfino fisiognomica – e l’annacquamento o l’asservimento della sua cultura, fatta di lingua, tradizioni, costumi, religione, economia; la vediamo vilipesa, non solo dai rappresentanti di altre “patrie”, ma dai suoi stessi figli, ora in odio a questa o quella forza politica avversaria, a questo o quel governo, ora in ossequio a un formalismo giuridico troppo spesso sinonimo d’iniquità.
La Patria, a volte, fa capolino dai sondaggi, che misurano quotidianamente gli umori, le tendenze, i giudizi, le speranze degli italiani, e dai mass media, che spesso ci restituiscono l’immagine di un paese disgustato dalla politica e spaventato di fronte al futuro e che vede sistematicamente disattese le aspettative riposte in questo o quel governo.
La Patria, assente nei programmi e negli insegnamenti della Scuola, preoccupata, nei casi migliori, della futura collocazione lavorativa dei suoi studenti, molti dei quali – i migliori? – saranno costretti ad abbandonarla, questa Patria “ingrata”, incapace di far loro realizzare progetti di vita dignitosi e incurante, nei fatti, del tragico calo demografico in atto da anni.
La “mia” scuola, fin dalle elementari, proponeva esempi di degni figli della Patria – anche quando questa non era ancora politicamente unita – e riempiva i libri di testo delle gesta eroiche di Pietro Micca ed Enrico Toti, del Balilla e di Francesco Baracca, dei fratelli Bandiera e di Carlo Pisacane e Nazario Sauro (visioni del mondo e congiunture storiche diverse per ciascuno, ma tutti accomunati dall’amor patrio).
All’interno di questa Patria, si sono sempre contrapposte due fazioni, forse non troppo diversamente da quello che accadeva, ad esempio, con “le due Spagne” o con i giacobini e i legittimisti in Francia; tuttavia, l’idea di un potente “comun denominatore”, magari temporaneamente inabissato come un fiume carsico, riuniva i singoli popoli.
Questo, nell’Italia dei nostri anni non accade più. E non solo per la violenza degli attacchi – per ora solo verbali – a questo o quell’esponente politico avverso, ma per le visioni del mondo irriducibili l’una all’altra.
I fatti di questi giorni, dall’affaire “Sea Watch” alle nomine dell’Unione Europea, palesano proprio queste insanabili contrapposizioni (e non solo in Italia), senza che s’intraveda la via per restaurare un sentire comune. Si prenda la vicenda della nave della Ong tedesca e della sua capitana, santificata dagli uni e attaccata dagli altri: alla base dell’episodio vi sono alcuni punti fermi che dovrebbero trovare tutti d’accordo; ne citiamo alcuni alla spicciolata, senza alcuna pretesa di completezza: lasciamo pure da parte l’argomento decisivo che l’accoglienza senza ridistribuzione prescinde dalla capacità di integrazione dei singoli paesi e genera impoverimento di risorse umane negli Stati di provenienza e crisi sociali in quelli di destinazione; ma quando si invocano i principi della “legge del mare”, sarebbe almeno il caso di distinguere fra i naufragi causati dalle tempeste e quelli potenziali riguardanti le persone oggetto di traffici schiavistici.
Contro questi ultimi, nessuno Stato ha saputo – o voluto – prendere seri provvedimenti; le nostre Procure, in particolare, non sono state in grado di dare sostanza di prova a quello che è sotto gli occhi di tutti, e cioè i legami – anche in buona fede… – fra le Ong e gli scafisti libici; per di più, si nega l’evidenza che più si consentono sbarchi irregolari, più s’incentivano le partenze e i crudeli “stoccaggi” di esseri umani nei campi di concentramento organizzati in Tripolitania e in Cirenaica.
Anzi. La magistratura delle città siciliane più coinvolte in queste vicende, mentre sembra aver sottovalutato il reato d’immigrazione clandestina (con le norme recentemente aggiunte dal “decreto sicurezza bis”), ha puntato i suoi strali contro il Governo, e segnatamente contro il Ministro che si è fatto alfiere della prosecuzione della linea politica del suo predecessore al Viminale, Minniti. Pur di sconfessare una linea politica, si arriva a forzare la stessa nozione di diritto e, in forza delle libere interpretazioni di leggi che non piacciono, a screditare e danneggiare, appunto, la Patria che dovrebbe essere di tutti.
Ho negli occhi le sequenze di quei telegiornali in bianco e nero, che trasmettevano le immagini dei laburisti, fino al giorno prima fieramente avversi alla spedizione britannica voluta dal governo conservatore contro gli argentini, per la riconquista delle Falkland/Malvinas, e poi compatti sul molo a sventolare la bandiera della Patria comune, per salutare la flotta in partenza. E provo invidia.
Che cosa pensi veramente Putin dell’Italia lo diceva pochi giorni fa il sito semiufficiale: http://www.madrerussia.com/22-giugno-giorno-del-ricordo-e-del-dolore (la sede italiana è in via Cassa, Roma). Il 22 giugno 1941 ‘segna l’inizio della Grande Guerra Patriottica. Oltre alla Germania, contro l’Unione Sovietica si scagliarono come canaglie anche la Romania, l’Italia, la Slovacchia, la Finlandia, l’Ungheria e la Norvegia. L’eroico popolo sovietico rispose a questi vili aggressori con una potente resistenza, dimostrando pienamente tutto il proprio amore verso la patria, la Madre Russia’. E voi ‘sovranisti del mandolino’ continuate pure a fare i dughiniani… Io rimango dalla parte degli imperialisti d’Oltreoceano…
Gli imperialisti d’Oltreoceano hanno bombardato i nostri civili senza alcun motivo proprio per farci passare dalla loro parte. Hanno fatto più morti civili loro che i tedeschi…
Concordo perfettamente con Del Ninno, e da tempo vado ripetendo che il nazionalismo rimane solo un concetto vuoto se non si recupera quella che è l’Idea più profonda di Patria ovvero di una “comunità di destino”,concezione che va ben al di là della Nazione intesa semplicemente come stato nazionale moderno. E su un altra cosa sono daccordo al di là delle divisioni che riguardano gli avversari esterni, la prima battaglia deve muoversi contro quelli che sono i nemici interni, i nemici della Patria e quindi del popolo italiano che si sono chiaramente delineati in questi giorni nel caso Sea Watch e non solo. Quindi prima si risolve il problema di questa quinta colonna interna di nemici e prima si arriverà anche ad avere un idea più chiara di quale sia il nemico esterno a cui quello interno è strettamente connesso.
Felice in Russia al contrario che qui da noi c’è una profonda concezione patriottica e quindi di una storia condivisa e di un destino comune… al contrario di noi quindi Putin ha semplicemente pacificato le tendenze disgreganti del paese riportandolo all’unità, per questo nelle manifestazioni per il giorno della vittoria ci sono sia le bandiere della Russia zarista, che quelle della Russia sovietica che il tricolore della Russia post-sovietica, loro a differenza di noi hanno fatto i conti con la loro storia ritenendola un fatto unico senza quasi soluzione di continuità, anche nei momenti negativi, mentre noi non siamo riusciti a fare lo stesso col Fascismo ad esempio… Ti potrei citare un milione di interviste e dichiarazioni in cui Putin dice che il sovietismo è stata una terribile dittatura, ma questo non toglie nulla al fatto che quel periodo fa comunque parte della loro storia e la vittoria della guerra patriottica è per loro giustamente motivo di orgoglio, non vedo dove sia la notizia, a vincere è stata la Patria non il comunismo è questo il fatto. Lo stesso Solzenicyn infatti è un ammiratore di Putin e il presidente si è sempre dichiarato allievo dello scrittore dissidente russo… La tua lettura Felice secondo me è profondamente inficiata da un pregiudizio russofobico in generale che non corrisponde invece alla realtà russa, realtà che è da sempre innamorata della cultura europea ed italica in particolare, amano il nostro cibo, la nostra musica, la nostra letteratura, la nostra arte e per esempio il Dugin che tanto disprezzi parla un eccellente italiano guarda caso… comunque il sito di informazione di riferimento ufficiale del governo Russo in italia è Sputnik news https://it.sputniknews.com/ ed anche quel sito che hai citato in realtà prende le notizie da qui… Per esempio anche l’ex ambasciatore che sicuramente ben conosci Sergio Romano ha rilasciato interviste su Sputnik in favore delle relazioni fra Italia e Federazione Russa… La Russia non può essere ignorata, è un nostro partner strategico ed economico importante e rappresenta ad oggi uno dei pochi baluardi contro il pensiero progressista, essere anti-russo oggi significa solo fare il gioco delle sinistre mondialiste,ma essere filo-russi non significa di certo voler fare della Russia e di Putin i propri padroni…
Ad essere sinceri non trovo nulla di scandaloso in ciò che ha detto Putin ; io ho opinioni poco ortodosse sulla seconda guerra mondiale ma, oggettivamente, l’Urss subi un’aggressione a tradimento da parte di Germania, Italia e i loro alleati. Durante commemorazioni e anniversari è più che logico che ne faccia riferimento. Comunque non mi sembra un attacco all’Italia in generale, ma solo limitato a quel particolare momento storico.
Felice, del resto anche gli “imperialisti d’oltreoceano”, durante le commemorazioni di questo o di quell’avvenimento del secondo conflitto mondiale ,non mi sembrano affatto più teneri verso noi o i tedeschi, solo che magari non ci nominano direttamente parlando più genericamente di “nazifascisti”(ma la sostanza è sempre quella…).
Stefano, vorresti in sintesi restaurare una specie di Fascismo senza orpelli retorici necessari per quella realtà sociale d’allora.Ma vuoi proprio essere messo alla gogna!! Per quanto riguarda i nemici interni,sono sicuro che non ti riferiresti a :centri sociali,sindacati,ampi, Confindustria,direttive di organi statali,esercito,polizia, magistratura,corte dei conti,corte costituzionale,il bravissimo Mattarella,Anas,RAI,la7,giornali,le chiesi,le bocciofili,i rom,la de Gregorio,Furio colombo etc.Questa componente è lo zoccolo duro della democrazia e anche della libertà.E’la base dell’iceberg,di cui la cima è la sinistra che siede al parlamento e ci tutela con passione.Ma allora chi sarebbero sti nemici??
Per carità Fernando , non mi riferirei mai a quei grandi esempi di democratici che hai citato e mi dissocio da me stesso se qualcuno ha pensato che sono proprio quelli i nostri nemici interni. Loro sono la vera democrazia e le nostre guide verso la libertà…
Solzenicyn è morto da molti anni… I russi sono, rimangono slavofili ed espansionisti. Certo che Putin parla di Italia e non di fascismo. Per loro (giustamente dal loro punto di vista) fu l’Italia con altri ad attaccarli, non un’ideologia… Gran errore di Mussolini, ma la sostanza non muta. Per Putin, come per Stalin, noi rimaniamo dei vili nemici. Per gli USA dei colonizzati….Gli USA ha 100 difetti, ma qualcosa di buono a livello teconologico (satelliti comunicazioni, internet ecc.) lo producono e di rimbalzo anche noi ne disponiamo. Militarmente siamo sotto il loro ombrello atomico e stolto sarebbe rinunciarci a cambio di nulla…La Russia è solo propaganda, potere, egemonia militare. E campi di concentramento dove far morire i nostri prigionieri di guerra… altro che Germania! Non ci tengo neppure ad un destino per l’Italia simile a quello della Polonia al tempo dello zarismo… Saluti!
Putin è al 100% un ‘homo sovieticus’, lo stesso delle fosse di Katyn, dei milioni di morti all’epoca delle Grandi Purghe, dei milioni di donne tedesche violentate e spesso uccise nel ’45, dei tanks di Budapest, della defenestrazione di Praga, delle fabbriche tedesche smontate e rimontate nel Paradiso sovietico, giacchè loro non sapevano fare neanche un ‘0’ con l’imbuto, che teneva prigionieri i propri cittadini ecc. ecc… Uno schifo sesquipedale…Commerciare si può con tutti, ma nessuno sano di mente cambia un ‘padrone’ tutto sommato modernizzante e tollerante (USA) per uno bruto che ancora usa lo knut…
Sergio Romano fu fatto fuori da De Mita in quanto giudicato “reazionario”! Certo che lui è a favore di buone relazioni, perchè a quello serviamo noi diplomatici, mentre è affare della politica, non della diplomacia, tracciare la politica estera…
Però Felice, le città tedesche furono annientata dell’aviazione americana e inglese e non da quella sovietica.
Anche se calcoliamo il periodo del dopoguerra, la condotta alleata è stata decisamente più spregevole.
Nei campi di concentramento americani morirono quasi 1 milione di prigionieri (per la maggior parte tedeschi), che con un espediente furono classificati come ” forze nemiche disarmate”e privati di ogni diritto ; l’operazione “Morgenthau”studiata a tavolino per affamate la popolazione civile tedesca ha causato anch’essa un numero di vittime elevatissimo…Il signor Eisenhower è peggio di Hitler e Stalin quanto a ferocia (anche se fino all’altra volta al termine di un telefilm americano sentivo citare con enfasi una sua frase, come se fosse stato il “vecchio saggio”).
Che piaccia o meno ammetterlo l'”homo americanus”ha tenuto un comportamento assai più bestiale di quello “sovieticus”.
Wolf. L’operazione Morgenthau non fu compiuta grazie alla morte di Roosevelt…Adesso non prendiamo per buona tutta la storiografia negazionista…
L’operazione Morgenthau è storicamente accettata dagli storici . Semmai il giudizio divergenza sul numero di vittime da esso causate. La morale , ad ogni modo, rimane che non esisteva una Russia cattiva e un’ America amorevole e giusta. Con l’aggravante che, mentre i sovietici erano un po’incarogniti perché invasi nel proprio territorio e sottoposti ad una guerra spietata, gli americani non avevano subito nulla per quanto riguarda la popolazione civile (hanno agito con maggior freddezza).
“Il giudizio divergeva”
Wolf. L’America non fu e non è né amorevole, né giusta, of course, ma in mancanza finora (e temo per molto tempo) di Forze Armate europee (equivalenti almeno all’arsenale russo, anche come capacità decisionali rapide) non possiamo permetterci il lusso di prescindere dal suo ombrello atomico…
Eisenhower non decideva le grandi opzioni politico-strategiche, almeno fino al 1952…
Stalin era quello che si serviva del Patto Molotov-Ribentropp per papparsi mezza Europa Orientale e, senza l'”Operazione Barbarossa” (con la sola resistenza armata della piccola Finlandia) avrebbe continuato… come poi fu nel 1945 e senza Truman chissà dove si sarebbe fermata l’Armata Rossa…Poi che la guerra sia stata condotta sul Fronte Orientale in modo spietato e talora scioccamente crudele dalla Wehrmacht (gli Einsatzgruppen ne facevano parte) è un’altra storia…
Io so solo che il Patto di Varsavia non esiste più dal 1989, e che fino ad oggi la NATO esiste ancora. Il pericolo comunista da Est non esiste più, anzi molti paesi ex comunisti sono stati inglobati nell’alleanza atlantica, per cui è insensato mantenerla ancora. Anch’io come Stefano credo sinceramente che la Russia abbia lasciato completamente alle spalle i quasi 70 anni di regime comunista sovietico, pur non avendolo affatto ripudiato. I russi la considerano un’epoca storica del loro paese, certamente fatta più di cose brutte che di cose belle, e se così non fosse stato l’URSS non si sarebbe mai dissolta. Qui in Italia invece abbiamo il problema di considerare il Fascismo come il “male assoluto”, dimenticandoci delle tante cose buone che ha fatto.
Caro Werner. Quel che esiste è l’arsenale atomico russo ecc. Se non riesci a vederlo e riduci tutto alla nostra politichetta da cortile certo che non capisci a quel che ancora serve la NATO… Certo, ci fosse un vero Esercito Europeo…. Ma non c’è anche perchè gli europei non vogliono investire in quel settore. E poi il mood prevalente è panciafichista… Che ci vuoi fare… Putin non ha ripudiato un bel niente della sostanza stalinista, l’ha solo aggiornata per renderla più digeribile, dentro e fuori la Russia… Del resto appoggia nel mondo i regimi più regressivi e liberticidi, a cominciare dalle fogne bolivariane di quaggiù…Saluti!
Ovviamente stalinismo non è comunismo più o meno ortodosso (quello semmai era di Trotsky), quanto una micidiale miscela di marxismo, economia statalizzata e pianificata, panslavismo russofilo espansionista. Tutto in un contenitore totalitario, dispotico, autocratico (secondo la trdizione zarista) e spietato…