Che la sentenza contro Berlusconi grondi tanta ideologia e tanta protervia da oscurare tutte le questioni politiche (si badi: politiche, non morali, e sono pure tante) inerenti alla gestione del caso Ruby da parte del Cavaliere sembra ovvio a chiunque non sia accecato dalle umane, troppo umane idiosincrasie degli antiberlusconiani di professione. Era quindi scontato che la destra orbitante attorno all’ex premier scendesse in piazza per farsi sentire. Lo ha fatto Giuliano Ferrara e lo ha fatto alla Ferrara, con il suo situazionismo spesso respingente, con il suo casinismo un po’ colto e un po’ cafonal. A qualcuno piace, a molti no, ma non è questo il punto. Il punto è che in Italia esiste una destra capace di mobilitarsi solo per Berlusconi.
Non è un problema da poco. Inutile discutere oggi della eccessiva personalizzazione della politica e del leaderismo mediatico, della confusione di pubblico e privato, di tutte le cose che sappiamo e che comunque non cambieranno a breve nel centrodestra italiano. Che però non si abbia nulla da dire sul lavoro, sulle delocalizzazioni, sulla crisi, sulle banche, che non si scenda mai in piazza per nessun tema politico reale, che si sia persa la capacità di interloquire anche con gli italiani cui la televisione per disgrazia non prenda Rete 4 – ecco, tutto questo forse è preoccupante anche dando per scontata la leadership del Cavaliere.
Una mobilitazione, una linea politica chiara, uno sguardo di tanto in tanto fuori dalla finestra: sarebbe andata bene qualsiasi cosa. Tutto, ma non l’immobilismo assoluto in attesa della prossima trincea davanti a un tribunale, per poi ricadere nel coma profondo. Peraltro, se proprio questa deve essere la preoccupazione principale, va sottolineato che a volte ampliare un po’ il raggio d’azione e avere la capacità di costruire discorsi politici su altri argomenti non solo non nuoce, ma può addirittura far bene alle battaglie contro l’arroganza togata. Se per esempio qualcuno del Pdl avesse avuto il coraggio di pronunciare una sola parola di civiltà sul caso Cucchi, magari oggi il garantismo pro-Silvio avrebbe avuto qualche chance in più di essere preso sul serio. Forse ci si è preoccupati delle reazioni di pancia dell’elettorato più retrivo, ma in tal caso si tratta di una preoccupazione inutile: dopo la resa a Monti e il secondo governo consecutivo a fianco del Pd, presto non ci sarà più un elettorato da dover rassicurare.
@barbadilloit