E così anche il governo di larghe intese perde il suo primo componente: Josefa Idem. Si era capito dal volto tirato di Enrico Letta come l’affare della casa-palestra del ministro per le Pari opportunità l’aveva irritato e parecchio. Alla fine, «viste le carte», hanno deciso: passo indietro dopo appena due mesi di esperienza di governo. Il ministro sostiene che la decisione è tutta sua. Evidentemente però le carte portate sul tavolo del colloquio “chiarificatore” non hanno convinto nemmeno lex premier a imbarcarsi in una difesa del proprio ministro ritenuta impopolare: soprattutto nel momento in cui ha teorizzato in diretta a In ½ ora l’impossibilità del «doppio standard».
L’affaire Imu, insomma, miete la prima vittima. E che vittima. Dato che il profilo dell’atleta italo-tedesca – testimonial, che beffa, della pubblicità contro l’evasione – doveva rappresentare l’exemplum del cittadino italiano forgiato dalle “larghe intese” secondo l’immaginario fortemente voluto da Letta. E invece la nemesi è giunta anche per l’ex campionessa con il cuore a sinistra, quella che aveva annunciato di voler lasciare l’Italia qualora avesse vinto Berlusconi (l’incarnazione dell’evasore secondo lei), salvo poi governare con alcuni tra i più stretti uomini del Cav.
Anche la Idem, poi, risulta l’ennesima vittima di quella che potremo chiamare “l’insostenibile tenuta dell’Italia dei migliori”. L’ex medaglia d’ro, infatti, è solo l’ultima protagonista di questo gruppo di eletti schiantatosi alla prima difficoltà. Che dire, ad esempio, di Mario Monti che nel giro di pochi mesi ha visto il suo profilo decadere da salvatore della patria a quarto classificato nella classifica degli aspiranti premier? E di Elsa Fornero, la cui riforma del Welfare – salutata come “epocale” dai soliti giornali compiacenti – viene giudicata adesso come il vero problema da risolvere per riportare nel Paese un minimo di dinamicità? Stesso discorso si può fare con i “grillini” portati in Parlamento – non esiste prova della loro capacità politica – così come per il l’ex pm Antonio Ingroia che è riuscito nell’impresa di farsi sconfessare tanto in politica quanto tra i magistrati.
Idem, da parte sua, ha aggiunto alla casistica di quello che i detrattori del nostro Paese chiamano “propensione all’errore” tipica dell’italiano medio (tradotto: non pagare al fisco quanto dovuto) l’arroganza tipica di chi si sente immune da qualsivoglia contestazione. Il risultato, questa volta, è stato di tipo sportivo: lei stessa ha “annullato” la propria perfomance. Non tiene alla prova dei fatti quest’Italia dei migliori.