“Negli anni passati c’è stato un enorme shopping sotto costo di marchi italiani senza che il governo di sinistra facesse niente. Le leggi europee avvantaggiano i grandi e danneggiano i piccoli, ci sono decine di marchi storici che con questa legge ci sarebbero ancora con gli operai al lavoro”. Il vicepremier Matteo Salvini si schiera a difesa dei marchi industriali italiani in conferenza stampa alla Camera, presentando la proposta di legge della Lega per la tutela dei “marchi storici”.
La tesi
“Vogliamo difendere con le unghie e con i denti e con leggi di buon senso le eccellenze italiane. Vogliamo difendere con le unghie e con i denti e con leggi di buon senso le aziende italiane e i marchi storici: vuoi fare il cioccolato in Turchia? Allora metti Made in Turchia sui tuoi prodotti, senza usare marchio italiano. Questa sarà una grande battaglia che faremo dopo il 26 maggio”.
Le solite parole a vanvera, senza nessuna possibilità di applicazione (come i 600 mila rimpatri).purtroppo il problema è che in Italia capitali non ci sono , o se ci sono vengono investiti in altro.
Vero, solito bla-bla. Che fai, dichiari guerra alla Cina se usano un marchio italiano, peraltro ceduto? I posti di lavoro si son persi per politiche impositive eccessive; sindacalismo masochista e nefasto, corruzione diffusa, ostacoli e lungaggini burocratiche per ogni cosa. Siamo afflitti da tempo da una micidiale diarrea legislativa che serve solo a far scappare gli investimenti e le imprese.
Ma come si fa a vendere una società senza il suo marchio? Proibiamo tutte le vendite? Nazionalizziamo tutto alla sovietica?
Populismo=cialtronismo non per niente i babbei che seguono il bibita e il felpa sono gli stessi che votavano Fini & Berlusca.I capitali stranieri sono il male minore rispetto alla chiusura dell’azienda; oppure si torni ai tempi dell’Egam con Dibba e Borghi al posto di Mario Einaudi con lo stato che butta nel cesso centinaia di miliardi di euro per salvare aziende inutili.
L’intenzione è buona, speriamo che alle parole seguano i fatti.
Io trovo giustissimo! Però prima di fare il sostegno al MADE IN ITALY bisogna dare possibilità della produzione in Italia con prezzo sostenibile e adatto al consumatore che non ha niente contro delle eccellenze italiane, ma ha contro il prezzo alto e a volte compra produzione cinese da 1€ per risparmiare 9€ su produzione italiana. Perché ? Perché stipendio che prende sono bassissimi e Made in Italy costa…..qui siamo in difficoltà-IL CANE MORDE LA CODA…
Anche negli USA gli stipendi son bassi… Ed il Made in Italy da qualche anno pare oro….
Oggi gli italiani (imprenditori) vogliono guadagnare molto e farsi ricchi in pochi anni. Poi vendere e godersi la vita…I loro nonni pensavano di lavorare tutta la vita e non si comperavano la barca da 20 metri… ecc.
C’è troppa scelta, ignoranza (nel senso letterale del termine) e pochissimo amore per noi stessi; per questo si comprano mille cose per poi magari lamentarsi della scarsa qualità di quel che oggi offre il mercato o gettare roba nuova o abusare in vario modo di ciò che si possiede, inoltre siamo abbagliati dal prezzzo.
Giacomo. Se tu cerchi un orologio, un cellulare, un televisore, un PC italiano e cento altre cose, forse che le trovi italiane? Ma quale abbaglio di prezzo, tranne forse quello del Parmigiano-Reggiano….
Guidobono, sì, si possono anche trovare italiane.
Quale sarebbe esattamente la sua posizione? Non è giusto difendere ciò che è nostro?
Ci sono articoli che italiani non si trovano neppure a cercarli col lanternino. Trovami un computer italiano, ad esempio…Poi un prodotto italiano, dove è rimasto, non può costare 5 o 10 volte uno straniero solo perchè da noi i sindacati hanno imposto quello che in Latinoamerica si dice ‘Trabajar a tristeza’, sempre che il lavoro sia pulito e ben retribuito…. E i proprietari vogliono guadagnare in un anno quello che i loro nonni guadagnavano in 10… Da noi manca ormai la cultura del lavoro, ad ogni livello, esiste solo l’inflazione di tutti i diritti, anche dei più assurdi ed immaginosi…
Guidobono, temo lei stia divagando. Resto in attesa, senza pretese certo, di una sua risposta sul tema sul quale le ho posto delle domande. Il disfattismo è naturale pulsione, ma dopo la pulsione dovrebbe venire il ragionamento.
Giacomo. Io non ho letto nessuna sua domanda. Quale?
Che cosa significa poi difendere ciò che è nostro? Tornare all’autarchia? È quel che vogliono gli italiani? Mi trovi allora un cellulare concepito e fatto in Italia, così tanto per cominciare…Lasciamo stare i cioccolatini…perchè sembra che tutta la nostra creatività sia finita lì…
Per la famiglia agnelli i soldi ci sono sempre però….. A pagargli gli stravizi!
Demagogia pura, ripeto. I marchi non li devono difendere lo Stato, ma la qualità e la capacità imprenditoriale. Questa non è ancora l’URSS!